The Sopranos

di Francesco Romagnoli
Quando arriva in redazione la copia di The Sopranos per la recensione, Gamesurf comincia subito a pensare che si tratti dell'ennesimo clone di GTA, ovvero l'ennesimo free-roaming-game violento in cui impersonare un protagonista, probabilmente malavitoso, dai modi e dalle maniere spicce.
Ormai il mercato sta subendo una vera e propria invasione da parte di questo genere. Nel giro di pochi mesi sono arrivati sulle nostre console casalinghe (e spesso anche su quelle portatili) titoli come Il Padrino, Scarface, Le Iene...tutti titoli che attingono dal cinema e che hanno in comune la tematica. Per non parlare dei nuovi capitoli di GTA ambientati a Liberty City e Vice City. Insomma abbiamo capito che il genere tira, e lo avranno capito anche quelli di 7 Studios che così ci piazzano nei negozi questo The Sopranos, che stavolta non è tratto da un film bensì da una serie TV, molto famosa in america un po' meno qui da noi.


Sicuramente il fascino della serie non è nemmeno comparabile a quello di film che hanno fatto la storia del cinema come quelli menzionati sopra, quindi The Sopranos parte già con notevole svantaggio. Svantaggio che cerca subito di recuperare sin dai primi istanti di gioco, ma lo fa in maniera sicuramente poco fine, anzi, assai "commerciale", cercando di sfruttare il detto che le "poppe" vendono. Già, sin dai primi minuti di gioco ci si dà giù con la violenza e l'erotismo, i due classici stilemi con cui si cerca di attrarre il pubblico e sollazzarlo. Per carità, nulla in contrario, non siamo certo perbenisti, ma quello che pretendiamo è di vedere che questi temi vengano sfruttati positivamente in un gioco (per donargli uno charme o una credibilità realistica maggiore) e non che vengano utilizzati come specchietti per le allodole, per celare le carenze del gioco in quanto a gameplay. Quando ciò accade la cosa ci indispone. E non ci si mette molto a capire che qui si tratta del secondo caso (quello meno virtuoso). Basta proseguire con i minuti di gioco e tutti i difetti del gioco vengono a galla, uno dopo l'altro.

Per prima cosa il comparto grafico non è certo all'altezza degli standard attuali. La Playstation2 per fortuna non è certo rimasta ai livelli di qualche anno fa come questo gioco ci vuol far credere. I modelli poligonali dei personaggi sono fatti piuttosto male, i movimenti sono mal congiunti tra loro. Si salva giusto la riproduzione della faccia di qualcuno dei protagonisti, riconoscibile da chi è appassionato della serie televisiva.
Andando avanti si scopre che anche i comandi sono tutt'altro che soddisfacenti e a tratti persino poco intuitivi. Il gioco prende più di uno spunto dalla struttura "mista" introdotta ne "Il Padrino", solo che nel titolo EA i comandi erano ben disposti e si faceva un buon uso delle levette. Qui invece i combattimenti con i personaggi sono legnosi, l'interazione con l'ambiente comandata e poco interessante. Anche quando ci viene richiesto di spingere a tempo qualche pulsante particolare ci viene da pensare che mai come in questo gioco tale componente è stata male implementata e soprattutto fine a sé stessa.
Ma la vera delusione arriva quando si prosegue oltre con le missioni e si scopre la vera differenza che caratterizza The Sopranos dagli altri giochi simili: la completa mancanza del cosiddetto "free-roaming", insomma della libertà di aggirarsi per una città, di andare in giro liberamente scegliendo autonomamente i luoghi da visitare o l'ordine delle missioni da svolgere.


Quindi bisogna scordarsi le auto, le moto, le bici, aerei, navi...insomma una delle componenti fondamentali per un gioco simile completamente tarpata. Ci sono solo le missioni ed i pestaggi a piedi.
Inutile dire che, venendo a mancare una delle componenti con le quali consolarsi di fronte ad un prodotto dal gameplay principale alquanto mediocre, la delusione raggiunge dei livelli sconfortanti.
Giunti a tal punto non possono nulla i pochi lati positivi del gioco quali l'audio e gli altri particolari secondari.

Il primo, bisogna ammetterlo, non è niente male. Le voci sono quelle originali della serie americana (ovviamente sottotitolata in Italiano) e il lavoro di doppiaggio in questo senso giova molto positivamente all'economia del gioco, soprattutto per coloro che lo acquisteranno perché grandi fan dei Soprano. Anzi, alcune chicche extra come i filmati che riprendono le fasi di doppiaggio con qualche simpatica scenetta degli attori originali faranno la felicità dei completasti della serie.
Anche la colonna sonora è di tutto rispetto e si divide tra brani famosi ed altri creati apposta per la serie televisiva.
Altre particolarità invece riguardano i dialoghi, nei quali spesso si può interagire modificando il proprio atteggiamento tra "rude", "normale" o "remissivo"...c'è da dire che fa piacere avere la possibilità di scelta, ma vedere che nella maggior parte dei casi fa poca differenza in quanto all'esito finale della conversazione (il che significa che i casi in cui vi saranno maggiori differenze saranno quelli che vi vedranno pagare per non dover passare alle maniere forti) non regala particolari soddisfazioni.
Quando invece si è in un casinò si può constatare che le slot-machine o i tavoli da gioco sono interattivi, ma anche questi intrattenimenti secondari non è che si rivelino così accattivanti e non donano nemmeno quell'aria di libertà d'azione ormai sin troppo compromessa dalle generalità del gioco.

Come avrete intuito insomma questo The Sopranos: Road To Respect è un titolo dai contenuti davvero scarsi. Tralasciando il comparto audio, l'unico ad essere degno di nota, questo videogioco fa acqua da tutte le parti. Sicuramente il peggior modo di sfruttare una licenza televisiva: il tempo del "sesso, violenza & rock'n'roll" non è di certo finito, ma non è di certo questo il miglior modo per interpretarlo.