The Spiderwick Chronicles
di
Tutto cominciò molto tempo fa, quando un tal Arthur Spiderwick scoprì una dimensione parallelae decisequindi decise di scriverne un libro. Passarono gli anni, finché Jared, Mallory e Simon si trasferirono assieme alla mamma nella tenuta del prozio Arthur, una casa piuttosto tetra e isolata. Fu proprio Jared ad accorgersi per primo di alcuni strani fenomeni che avvenivano all'interno della casa, come lo strano essere che viveva all'interno delle mura casalinghe.
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Esplorando le zone nascoste della casa gli capitò tra le mani un libro scritto proprio dal prozio Arthur, intitolato “La guida pratica di Arthur Spiderwich al mondo fantastico che vi circonda”, il libro che raccontava della dimensione nascosta. E proprio sfogliandolo si sprigionò la dimensione parallela, caratterizzata da folletti, bellissime fate, spiritelli, ma anche spiriti maligni e l'orco cattivo Mulgarath. Quanto raccontato é l'inizio di Spiderwick Chronicles, avventura fantastica narrata dalla serie di libri di Holly Black e Tony DiTerlizzi, senza dimenticare il lungometraggio della Paramount Pictures in imminente uscita nelle sale cinematografiche e il videogioco di cui ci apprestiamo a decretare il livello qualitativo con questa recensione.
Senza inventario
Spesso e volentieri ci é capitato di dover dare un giudizio a titoli ispirati a una produzione cinematografica. La recente storia ci ha più e più volte insegnato a diffidare di tutto ciò che riporta lo stesso titolo di un film appena uscito nelle sale, a causa di una sterminata serie di esempi di produzioni videoludiche caratterizzate da scarsa qualità e capaci solamente di riporre ogni speranza di vendita esclusivamente nel successo della controparte hollywoodiana.
Fortunatamente esistono anche le eccezioni, come successo recentemente con l'ultimo videogioco dedicato ad Harry Potter, e anche questo The Spiderwick Chronicles, il quale merita davvero di essere giocato senza pregiudizi.
La prima fase di gioco vi vedrà vestire i panni di uno dei due gemelli, Jared, proprio nel momento in cui si accorge per primo degli strani avvenimenti che accadono all'interno delle mura domestiche del prozio. Il gioco, tuttavia, non mancherà di farvi impersonare anche gli altri due fratelli, Simon e Mallory, che tuttavia non sono in grado di variare il gameplay in modo apprezzabile. Esso cambierà in modo degno di nota, invece, quando vi toccherà prendere i comandi di uno strano folletto che vive all'interno delle mura della casa, correre tra le assi di legno e combattere contro gli scarafaggi.
Il gioco in sé é un equilibrato mix di esplorazione, risoluzione di puzzles e combattimenti. Noterete immediatamente come le vaste ambientazioni che potrete esplorare siano piene zeppe di oggetti da analizzare, anche se non vi sarà concesso di raccoglierli se non al momento opportuno, tanto da rendere del tutto futile il classico inventario (che appunto non é presente).
Senza tocchi di classe
I puzzle, dal canto loro, si faranno via via più impegnativi, anche se non eccederanno mai la misura dell'adeguato. Tra fasi esplorative e meditative si inserisce adeguatamente il combattimento, che tuttavia non ambisce a stupire per profondità realizzativa, in quanto si riconduce al classico button smashing. Sconfiggendo i vari nemici (scarafaggi nel caso impersoniate il folletto, spiriti maligni e orchi nel caso siate nei panni dei fratelli) avrete l'opportunità di conquistare nuove abilità offensive, senza dimenticare che trovare e imprigionare gli spiriti (a mezzo di curiosi minigiochi) vi consentirà di ampliare il vostro bagaglio di abilità, ad esempio con la super velocità, la super resistenza, la capacità di guarire e così via.
Il risultato di tutto ciò é un gameplay sufficientemente vario e gradevole, capace di farsi apprezzare soprattutto da un pubblico giovane, mentre i più esperti potrebbero assaporare un tantino di noia dopo qualche ora. Tecnicamente il gioco si lascia guardare e apprezzare: buoni gli effetti luminosi, discrete le movenze dei personaggi, ben ricreate le atmosfere (particolarmente dark) della misteriosa casa. Quello che tuttavia si fa sentire é la mancanza dei classici tocchi di classe, che contraddistinguono un discreto gioco da un bellissimo prodotto: alcune imprecisioni nel sistema di rilevazione delle collisioni, l'incoerenza delle ombre rispetto alle fonti luminose e altri piccoli difetti di questo tipo lo relegano alla categoria di gioco ben fatto, ma nulla più.
Sonoro ben fatto
Il sonoro, invece, si distingue per l'ottima colonna sonora (ereditata dalla produzione cinematografica), capacissima di ricreare l'atmosfera del gioco e di accompagnare degnamente l'azione. Anche le voci sono ben doppiate, anche se risultano essere un tantino ripetitive, ma va detto che si tratta di un difetto particolarmente diffuso per questa tipologia di giochi.
Chiude il quadro la modalità multiplayer, ovvero la classica sfida in minigiochi che poco aggiungono alla vera sostanza del gioco (ovvero l'avventura), ma che merita di essere perlomeno menzionata.
In conclusione, é bello di tanto in tanto recensire un titolo ispirato a una produzione cinematografica senza essere costretti a dare un giudizio particolarmente negativo (come capita sempre più spesso in questi casi).
Questo The Spiderwick Chronicles, infatti, é capace di scrollarsi di dosso ogni pregiudizio, grazie a un gameplay sufficientemente vario e impegnativo, una realizzazione grafica sufficiente e un sonoro adeguato. L'assenza dei classici tocchi di classe lo relega a ruolo di semplice buon gioco, senza essere capace di eccellere. Il tema lo rende particolarmente adatto a un pubblico giovane.
Esplorando le zone nascoste della casa gli capitò tra le mani un libro scritto proprio dal prozio Arthur, intitolato “La guida pratica di Arthur Spiderwich al mondo fantastico che vi circonda”, il libro che raccontava della dimensione nascosta. E proprio sfogliandolo si sprigionò la dimensione parallela, caratterizzata da folletti, bellissime fate, spiritelli, ma anche spiriti maligni e l'orco cattivo Mulgarath. Quanto raccontato é l'inizio di Spiderwick Chronicles, avventura fantastica narrata dalla serie di libri di Holly Black e Tony DiTerlizzi, senza dimenticare il lungometraggio della Paramount Pictures in imminente uscita nelle sale cinematografiche e il videogioco di cui ci apprestiamo a decretare il livello qualitativo con questa recensione.
Senza inventario
Spesso e volentieri ci é capitato di dover dare un giudizio a titoli ispirati a una produzione cinematografica. La recente storia ci ha più e più volte insegnato a diffidare di tutto ciò che riporta lo stesso titolo di un film appena uscito nelle sale, a causa di una sterminata serie di esempi di produzioni videoludiche caratterizzate da scarsa qualità e capaci solamente di riporre ogni speranza di vendita esclusivamente nel successo della controparte hollywoodiana.
Fortunatamente esistono anche le eccezioni, come successo recentemente con l'ultimo videogioco dedicato ad Harry Potter, e anche questo The Spiderwick Chronicles, il quale merita davvero di essere giocato senza pregiudizi.
La prima fase di gioco vi vedrà vestire i panni di uno dei due gemelli, Jared, proprio nel momento in cui si accorge per primo degli strani avvenimenti che accadono all'interno delle mura domestiche del prozio. Il gioco, tuttavia, non mancherà di farvi impersonare anche gli altri due fratelli, Simon e Mallory, che tuttavia non sono in grado di variare il gameplay in modo apprezzabile. Esso cambierà in modo degno di nota, invece, quando vi toccherà prendere i comandi di uno strano folletto che vive all'interno delle mura della casa, correre tra le assi di legno e combattere contro gli scarafaggi.
Il gioco in sé é un equilibrato mix di esplorazione, risoluzione di puzzles e combattimenti. Noterete immediatamente come le vaste ambientazioni che potrete esplorare siano piene zeppe di oggetti da analizzare, anche se non vi sarà concesso di raccoglierli se non al momento opportuno, tanto da rendere del tutto futile il classico inventario (che appunto non é presente).
Senza tocchi di classe
I puzzle, dal canto loro, si faranno via via più impegnativi, anche se non eccederanno mai la misura dell'adeguato. Tra fasi esplorative e meditative si inserisce adeguatamente il combattimento, che tuttavia non ambisce a stupire per profondità realizzativa, in quanto si riconduce al classico button smashing. Sconfiggendo i vari nemici (scarafaggi nel caso impersoniate il folletto, spiriti maligni e orchi nel caso siate nei panni dei fratelli) avrete l'opportunità di conquistare nuove abilità offensive, senza dimenticare che trovare e imprigionare gli spiriti (a mezzo di curiosi minigiochi) vi consentirà di ampliare il vostro bagaglio di abilità, ad esempio con la super velocità, la super resistenza, la capacità di guarire e così via.
Il risultato di tutto ciò é un gameplay sufficientemente vario e gradevole, capace di farsi apprezzare soprattutto da un pubblico giovane, mentre i più esperti potrebbero assaporare un tantino di noia dopo qualche ora. Tecnicamente il gioco si lascia guardare e apprezzare: buoni gli effetti luminosi, discrete le movenze dei personaggi, ben ricreate le atmosfere (particolarmente dark) della misteriosa casa. Quello che tuttavia si fa sentire é la mancanza dei classici tocchi di classe, che contraddistinguono un discreto gioco da un bellissimo prodotto: alcune imprecisioni nel sistema di rilevazione delle collisioni, l'incoerenza delle ombre rispetto alle fonti luminose e altri piccoli difetti di questo tipo lo relegano alla categoria di gioco ben fatto, ma nulla più.
Sonoro ben fatto
Il sonoro, invece, si distingue per l'ottima colonna sonora (ereditata dalla produzione cinematografica), capacissima di ricreare l'atmosfera del gioco e di accompagnare degnamente l'azione. Anche le voci sono ben doppiate, anche se risultano essere un tantino ripetitive, ma va detto che si tratta di un difetto particolarmente diffuso per questa tipologia di giochi.
Chiude il quadro la modalità multiplayer, ovvero la classica sfida in minigiochi che poco aggiungono alla vera sostanza del gioco (ovvero l'avventura), ma che merita di essere perlomeno menzionata.
In conclusione, é bello di tanto in tanto recensire un titolo ispirato a una produzione cinematografica senza essere costretti a dare un giudizio particolarmente negativo (come capita sempre più spesso in questi casi).
Questo The Spiderwick Chronicles, infatti, é capace di scrollarsi di dosso ogni pregiudizio, grazie a un gameplay sufficientemente vario e impegnativo, una realizzazione grafica sufficiente e un sonoro adeguato. L'assenza dei classici tocchi di classe lo relega a ruolo di semplice buon gioco, senza essere capace di eccellere. Il tema lo rende particolarmente adatto a un pubblico giovane.