The surge 2
Dopo essere sopravvissuti a un incidente aereo, che si rivelerà man mano più misterioso procedendo nell’avventura, dopo esservi risvegliati in un laboratorio, essendo sottoposti a strani esperimenti e totalmente privi di memoria, riuscirete quindi nell’intento di liberarvi e fuggire dalla vostra condizione di cattività.
Questo è il preambolo narrativo di The Surge 2, seguito di un primo episodio, uscito un paio di anni fa, che era stato criticato per alcune magagne di troppo, che gli sviluppatori di Deck 13 promettono di avere risolto con questa loro altra produzione.
Si comincia con un editor come se ne vedono tanti, senza lode né infamia, il quale vi permetterà di plasmare a vostro piacimento il personaggio con cui dovrete condividere l’avventura nella metropoli di Jericho City, una città martoriata dalla distruzione e da un alquanto misterioso fenomeno meteorologico che rende l’atmosfera tetra e tenebrosa.
Ambientazione vasta
Cominciamo con la trama, davvero poco coinvolgente, che viene spiegata con poche cutscenes in inglese (ma con sottotitoli in italiano) e con testi volti a descrivere quanto sta accadendo sul vostro cammino. Il tutto è condito dalla totale incapacità del vostro personaggio di proferire una singola parola, il che aumenterà il distacco tra il giocatore e l’evoluzione delle vicende narrate.
Ovviamente come prima cosa vi dovrete liberare dalla condizione iniziale di prigionia, per poi finire sotto l’attacco di droni e di altri detenuti facendovi largo a mezzo delle armi di fortuna che inizialmente riuscirete a far vostre.
L’ambientazione entro cui dovrete districarvi si rivela molto più ampia rispetto a quella claustrofobia del prequel, che era limitata esclusivamente all’interno degli edifici dei laboratori del CREO. In questo The Surge 2, invece, avrete a vostra disposizione scorci della città di Jercho City, una città martoriata in un misterioso recente passato che l’ha mutilata e resa alla stregua di un panorama post-apocalittico.
Grafica non all'altezza
Peccato tuttavia che il design delle ambientazioni non sia ispirato come ci si attenderebbe, in quanto sembra un ammasso di differenti quartieri messi assieme senza una logica apparente e senza un qualsiasi filo conduttore. A complicare il nostro giudizio ci si mette anche la linearità delle stesse, che stride con il classico open world che rappresenta ormai lo standard per i tempi moderni.
A tutto ciò si aggiunge un livello grafico non all’altezza delle aspettative, plafonato verso uno standard che caratterizzava le produzioni della scorsa generazione di console, rivelandosi antiquato a causa di textures poco definite, compenetrazioni, modelli poveri di poligoni e un livello di dettaglio generale davvero scarso.
Lo scenario non migliora nemmeno scegliendo l’opzione della qualità (a scapito del frame rate), che eleva di poco il livello di dettaglio, ma rende al contempo meno gestibile il gameplay a causa della fluidità mostrata.
Gameplay
Per quanto riguarda il gameplay, va detto che siamo di fronte a un titolo action che fa del combattimento corpo a corpo l’anima del gioco, confermando e affinando quanto di buono proposto nel prequel.
Avrete a disposizione tutta una serie di opzioni per personalizzare l’esoscheletro indossato, scegliendo di privilegiare la forza piuttosto che la rapidità al fine di adattare il vostro stile di combattimento ad ogni boss fight: vi sarà richiesto infatti di sperimentare le più disparate combinazioni al fine di riuscire ad affrontare al meglio ogni tipologia di nemico, ciascuno dei quali si riveleranno più o meno vulnerabili alle varie tipologie di attacco.
La peculiarità di The Surge 2 consiste nella possibilità di adocchiare una particolare parte dell’armatura del vostro opponente e decidere di farla vostra strappandogli letteralmente l’arto a suon di violenti attacchi. Una volta mutilato l’avversario avrete quindi modo di raccogliere la parte di equipaggiamento liberata, che potrà essere utilizzata a vostro piacimento.
Personalizzabile
Il sistema di potenziamento dell’armatura vi permette di modificarla ogni sua parte, includendo il casco, gli arti e quanto altro, così come vi sarà consentito districarvi tra le varie tipologie di armi a disposizione, tra lance, mazze metalliche eccetera, per un totale di una cinquantina di elementi a disposizione. Il tutto si basa su un sistema di crafting piuttosto solido e che invoglia il giocatore ad esplorare e sperimentare.
Ad affiancarvi nella vostra avventura ci sarà ancora il drone conosciuto nel prequel, il quale potrà essere equipaggiato con i più disparati armamenti, utili per attaccare i nemici dalla distanza, aprire porte e compiere altre azioni utili a mettere in pratica delle strategie più complesse per evitare di essere sopraffatti da un livello di difficoltà che non si rivela mai clemente con il giocatore, anche se va detto che le munizioni a disposizione si riveleranno sempre limitatissime.
Messaggi ai posteri
Un ulteriore elemento di aiuto (ma talvolta anche di disturbo) è la possibilità data ai giocatori di lasciare messaggi agli altri utenti, per avvertirli di pericoli reali, ma che possono essere anche utilizzati per diffondere messaggi fittizi da parte degli utenti più maliziosi.
Continuando con la community, sarà possibile nascondere uno stendardo sfidando gli altri utenti nel ritrovarlo entro un tempo limite al fine di guadagnarsi una ricompensa, che in caso contrario andrà a finire nelle tasche dell’organizzatore.
Una ulteriore novità rispetto al prequel consiste nell’introduzione della parata direzionale, un artifizio che rende ancor più tecnico ogni singolo combattimento, spostando gli equilibri dei combattimenti, ma che tuttavia non semplificherà mai eccessivamente il gioco.
Peccato solo per una certa imprecisione del sistema di gestione dell’efficacia degli attacchi, che di tanto in tanto attribuisce il successo a movenze nemiche che in realtà non avrebbero dovuto far sentire alcun effetto.
Chiudiamo con un discreto numero di missioni secondarie, che spesso e volentieri consistono semplicemente nel recuperare e consegnare oggetti ai numerosi NPC, utili per recuperare nuovi progetti piuttosto che nuove armi.