The Swapper

di Andrea Zabbia
Agosto, ai videogiocatori più distratti, può sembrare un mese molto povero a livello di titoli offerti. In realtà nelle ultime due settimane sono arrivati diversi prodotti piuttosto interessanti nel PlayStation Store. Stiamo parlando di giochi indie, ovviamente. Questi passano un po' in sordina, percepiti spesso dal grande pubblico come “roba per pochi”. The Swapper, il titolo sviluppato in origine da Facepalm Games e ora curato da Curve Studios nel suo adattamento per console Sony, non aiuta forse nello sdoganare questa credenza popolare. Stiamo forse parlando di qualcosa di negativo? Non proprio, anzi, oseremmo dire l'esatto contrario. Se siete interessati a capire meglio ciò che vogliamo dirvi, continuate a leggere il resto di questa recensione, dedicata ad un gioco squisitamente complesso da trattare.

Mi sacrifico per la mia stessa vita



La storia di The Swapper parte da canoni classici per il genere sci-fi. Un astronauta si ritrova in una stazione spaziale abbandonata ed in via di decadimento. Il compito del giocatore é quello di guidare lo sfortunato protagonista verso la salvezza. L'unico strumento che si può utilizzare é lo Swapper, che permette di creare fino a quattro copie per volta di se stessi e di trasferire la propria anima da un corpo all'altro. L'idea pare subito intrigante ed efficace, ed attorno ad essa girano sia il concept artistico del gioco che il gameplay vero e proprio.



Questo puzzle-platform, infatti, propone un buon numero di enigmi ambientali che possono essere risolti solo sapendo come sacrificare ognuno dei vari cloni. Ognuno di essi segue gli stessi movimenti della figura controllata dall'utente e più di una volta sarà necessario abbandonare questi avatar a un destino terribile, tutto per permettere la nostra stessa sopravvivenza. Il gioco si sviluppa in diverse macroaree, ognuna visitabile dopo aver raccolto un certo numero di globi, che servono per attivare i meccanismi che sbloccano le porte e permettono l'accesso alle diverse sezioni della stazione Theseus. possibile raccogliere le sfere superando le sfide presenti nelle diverse stanze della struttura. In linea teorica, é possibile superare un buon numero di prove sfruttando una manciata di trucchetti con i cloni.

Non vi sveliamo alcune delle tecniche a cui bisogna ricorrere per avere successo nel gioco, ma possiamo anticiparvi che una volta comprese, dovrete semplicemente capire in quali occasioni queste vanno utilizzate. Il gioco non rimane comunque semplice, e qualche enigma potrebbe tenervi impegnati più di qualche minuto prima di giungere alla soluzione. Il giocatore dovrà dimostrarsi abile nello sperimentare e nel trovare la chiave di volta del puzzle da risolvere, che spesso si traduce nel comprendere quante copie generare, quando e con chi fare il passaggio dell'anima e come eliminare gli alleati superflui per generarne uno più utile per i nostri fini. Inoltre é da segnalare che alcune stanze risultano più difficili da superare rispetto ad altre, in quanto richiedono una precisione svizzera nel posizionamento degli alter ego privi di intelletto.

A livello di giocabilità, possiamo dire di avere perfettamente descritto The Swapper, ma questi non é semplicemente uno dei numerosi e validi puzzle-platform attualmente in circolazione. Per quanto il prodotto sia divertente e stimolante sotto un punto di vista meramente ludico, in realtà offre qualcosa di più...qualcosa che lo eleva allo status di capolavoro.



Platone nello spazio



Sul mercato sono presenti giochi di tutti i tipi e per tutti i gusti. Alcuni puntano solo ed esclusivamente ad intrattenere l'utente puntando sull'azione e sul gameplay vero e proprio, mentre altri decidono di focalizzare la propria attenzione su un altro genere di contenuti. Sarebbe sciocco dare ragione ad una fazione o all'altra, ma é interessante constatare che a volte c'é chi riesce a trovare un perfetto punto d'incontro tra queste, creando prodotti piacevoli da giocare e artisticamente notevoli. The Swapper ne é un chiaro e lampante esempio. Facepalm Games ha avuto il coraggio di osare verso una dimensione rischiosa e potenzialmente rivolta ad un pubblico ristretto, puntando su tematiche complesse e lontane dall'utente medio. Non é da tutti inserire nel proprio gioco aspetti filosofici e metafisici e fare della propria opera un veicolo per spingere l'utente a riflettere su concetti astratti come quelli relativo all'origine del pensiero o addirittura al noumeno. Al di là del fascino generato da certi argomenti, potremmo definire questa mossa come un vero e proprio azzardo, perché, al giorno d'oggi, non sono in molti a volersi concedere un attimo per ragionare sul concetto di vita stessa.

La potenza di The Swapper consiste nel girare unicamente attorno a questo perno, che é presente anche nelle fasi in cui nessuno pone esplicitamente al giocatore tali riflessioni. Cosa provano i cloni che non “controlliamo”? Chi é che lasciamo sfracellare al suolo? Avere un'anima significa essere dotati di pensiero? Queste domande, tipiche da ragazzino sveglio in fase adolescenziale che comincia a chiedersi il senso di tutto ciò che lo circonda, attanagliano il cervello di colui che tiene il joypad in mano. Questo forse riuscirà a fermare la mattanza delle copie del povero astronauta?

vimager2, 3, 4

No di certo, poiché alla fine, come nella vita reale, sarà l'istinto di sopravvivenza a prevalere e quegli intensi attimi di smarrimento esistenziali andranno soppressi dalla necessità di superare l'enigma presente in una delle qualsiasi stanze del gioco. Forse, solo in una fase particolarmente avanzata della storia, il giocatore riuscirà a comprendere il potere effettivo dell'arma in suo possesso...oppure no. In fondo Facepalm Games non vuole (e non può) regalare risposte a domande di questo tipo, ma si pone semplicemente l'obiettivo di aprire una porta nella mente dell'utente e di infilarci dentro un qualcosa che possa spingerlo a riflettere sull'infinità delle cose che non conosciamo e sul come porci di fronte ad esse.

Quest'opera d'arte é confezionata da squisiti comparti grafici e sonori, nati dal genio di uomini che da cose semplici e ordinarie sono riusciti a tirare fuori modelli e suoni dallo splendido impatto emotivo. L'intero mondo di gioco é stato realizzato con plastilina e oggetti di uso comune, regalando così al giocatore un universo che si pone tra il fantastico e il reale. I suggestivi scenari e la resa visiva contribuiscono nel far percepire allo spettatore un ulteriore senso di abbandono e solitudine, dove l'unica vera compagnia a disposizione é rappresentata da gusci vuoti simili a se stesso. Un ulteriore senso di tristezza e malinconia viene offerto dalla sublime colonna sonora composta da Carlo Castellano. I brani si dimostrano capaci di toccare le giuste corde dell'anima, facendo sentire la sensazione di piccolezza universale sotto la propria pelle.

Indie di nicchia?



Volevamo chiudere il nostro articolo con una riflessione sul fenomeno indie. Questo ancora in Italia non é stato pienamente accettato e riconosciuto dal grande pubblico, che continua a lamentare un'inferiorità a livello di qualità di questo genere di produzioni nei confronti dei titoli AAA. Non é un mistero, basta guardare il feedback che in questi mesi gli utenti PS3 e PS4 hanno lasciato presso i canali ufficiali di Sony per quel che riguardava le Instant Game Collection di PlayStation Plus. Gli indie vengono percepiti ancora come giochetti e non tutti sembrano essere ben disposti verso questa realtà che si é ormai ritagliata spazi molto importanti all'interno dello scenario videoludico moderno. In poche parole, al momento questi videogame vengono erroneamente identificati come prodotti di nicchia, rivolti ad un pubblico di intellettuali (o intellettualoidi?).

The Swapper forse non aiuta a sdoganare questo facile luogo comune. Come abbiamo già spiegato, affronta tematiche particolarmente profonde e abbastanza lontane da ciò che il mercato sembra chiedere. Considerando poi che il gioco non é stato localizzato in italiano, possiamo constatare come possa risultare ancora più difficile all'utente medio avvicinarsi a questo titolo. Ma allora cosa bisogna fare? Accettare questa categorizzazione e alzare le spalle di fronte a questa situazione? Alla fine stiamo parlando di giochi elettronici, usufruibili a chiunque decida di acquistarli, forse non é il caso di alzare queste barriere in maniera così gratuita e spontanea. Ma forse non é questo il posto migliore per impostare una discussione così complessa. Come Facepalm Games, anche noi qui vi stiamo lasciando con più domande che risposte, sperando di offrirvi qualche spunto su cui poter elaborare una vostra idea a tale riguardo.