The Talos Principle
di
Roberto Vicario
Tra gli argomenti più chiacchierati di questi ultimi anni c'é sicuramente l'evoluzione che ha subito il videogioco. Un cambiamento che nel corso degli ultimi quindici anni ha dimostrato l'effettiva crescita del media videoludico, in grado di trattare in maniera sempre più concreta e lucida argomenti seri ed importanti.
A compattare ulteriormente questo fronte ci pensa questo The Talos Principle, titolo sviluppato da Croteam (famoso per la serie Seriuos Sam) che ha l'ambizione di mischiare all'interno di un gameplay tipicamente puzzle, elementi tratti dalla filosofia sul concetto di personalità, bene e male e molto altro ancora.
Un progetto ambizioso e che in queste recensione analizziamo in ogni suo dettaglio.
The Talos Principle é un'opera complessa, molto complessa. Questa sua enorme stratificazione basata su un'incalcolabile scala di grigi lo rendono, senza troppi giri di parole, un prodotto difficilmente assimilabile dalla massa.
In ogni stringa che compone il codice di questo prodotto si respira tantissima ambizione, voglia di osare e con essa anche il rischio di offrire un gioco che possa portare allo smarrimento. D'altronde alla base di questo progetto ci sono due menti tutt'altro che banali; parliamo di Tom Jubert, autore di The Swapper e Jonas Kyratzes del criptico The Sea Will Claim Everything.
La storia ci metterà nei panni di Talos (il riferimento al personaggio della mitologia greca é tutt'altro che casuale), un robot creato da Elohim (nome di Dio in ebraico) che attraverso la sua voce onnisciente ci guiderà per tutta la durata della nostra avventura.
vimager1, 2, 3
Il tutto sarà ambientato su un'isola con al centro un palazzo disposto su più più piani, sei per la precisione. Su ognuno di essi ci saranno diversi livelli con svariati portali che, una volta attraversati, ci metteranno davanti a diverse sfide logiche in cui dovremo fare pesante uso di logica e materia grigia per poterle superare. Il premio saranno dei tetramini che all'interno del gioco sono chiamati “sigilli di Elohim”, in grado di sbloccare nuovi piani di questo palazzo.
Inoltre sparsi per il mondo di gioco troveremo dei terminali e dei QRcode. I secondi ci racconteranno storie o ci enunceranno frasi particolari i primi invece andranno a plasmare il nostro carattere e la nostra coscienza attraverso una serie di domande, e diverse scelte che decideremo di compiere nel corso della nostra esperienza.
Proprio questo aspetto del gioco, i terminali, é quello che più affascina ma allo stesso tempo rischia di far smarrire il giocatore. Grazie a delle intelligenze artificiali che riattiveremo all'interno di questi PC ormai obsoleti, molte saranno le domande a cui dovremo cercare di dare risposta attraverso scelte multiple e non solo. Domande a volte semplici, altre volte decisamente più complesse all'interno di un impianto narrativo che, lo ammettiamo, se non approcciato con la giusta filosofia e ancora di più un alto grado di sensibilità rischia di diventare pesante e ridondante.
Proprio questo suo essere estremamente prolisso e impegnativo, potrebbe spingere molti giocatori a tirare dritto, saltando i terminali - che rimangono facoltativi - e trasformando così il titolo in un semplicissimo first puzzle game alla Portal. Questo vorrebbe dire però, perdersi gran parte dell'esperienza confezionata da Croteam.
Tutto però ha delle conseguenze all'interno di questo universo, e come dicevamo in apertura, le scale di grigi su cui si basa questo gioco sono infinitesimali. Bivi in grado di definire il bene ed il male, scelte che andranno a plasmare la personalità del nostro robot e decisioni che potrebbero portare a conseguenze inaspettate come la volontà di entrare all'interno di una torre che Elohim ci ha precluso.
Tutte queste decisioni andranno a cambiare non solo il modo di pensare del nostro personaggio (e di conseguenza il nostro)ma addirittura plasmeranno l'isola stessa, in maniera subdola e non palese, a nostra immagine e somiglianza.
Ovviamente, descrivere a parole un'esperienza di gioco così complessa é davvero complicato, quindi il nostro consiglio é quello di provare a cimentarvi voi stessi in prima persona se le nostre parole vi hanno stuzzicato.
The Talos Principle non é però un mero trattato filosofico, ma anche e soprattutto un gioco. La componente ludica é - come detto prima - avvicinabile a quella di Portal. Ogni stanza rappresenta una sfida che dovremo superare utilizzando la logica. Ad ostacolare il nostro cammino ci saranno portali al plasma, torrette laser e delle mine di prossimità che fluttuano nell'aria.
Dalla nostra invece avremo all'inizio dell'avventura dei jammer che andranno a disattivare singolarmente questi elementi. Proseguendo nell'avventura il nostro robottino verrà in possesso di altri gadget tra cui un cubo, delle ventole e altro ancora. Tutti utili a superare livelli sempre più ampi e complessi.
Parlando proprio di complessità, il titolo si é dimostrato non perfettamente bilanciato. Gran parte delle sfide proposte sono abbastanza semplici ed intuite, intramezzate da altre che aumentano esponenzialmente il grado di sfida, portandolo a sfiorare la frustrazione.
Parlando dell'aspetto tecnico invece, ci troviamo - anche in questo caso - davanti ad alti e bassi. L'impatto visivo dell'isola é davvero ottimo e coinvolgente, grazie ad un ottimo sistema di illuminazione che, almeno nel complesso, riesce a coprire alcuni dettagli che denotano una mancanza di cura nella modellazione poligonale e nell'utilizzo di texture in alta definizione. Il gioco offre inoltre la possibilità di giocare il titolo in terza persona, scelta che ci sentiamo di sconsigliare per via di animazioni legnose e una gestione delle collisioni davvero pessima. Il gioco é stato pensato in prima persona e così deve essere giocato. Ottimo invece il comparto audio grazie ad una colonna sonora in grado di immergere ancora di più il giocatore all'interno di questo mistico e filosofico contesto.
Parlando di longevità invece dobbiamo ammettere di essere rimasti pienamente soddisfatti della durata di The Talos Principle. Seguendo la storia e analizzando tutti i terminali, abbiamo portato a termine il gioco in circa 18 ore. A questo numero si può poi sommare la possibilità di scaricare mappe personalizzate dallo steam workshop, variabile che aumenta esponenzialmente la nostra “vita” sull'isola creata da Croteam.
Tirando quindi le somme, pur essendosi rivelato un prodotto tutt'altro che perfetto, abbiamo deciso di premiare la voglia di osare da parte di Croteam. The Talos Principle é un'opera complessa ed ambiziosa, ma che ha in pectore il merito di voler osare ancora di più con il videogioco spingendo questo media verso lidi ancora più elevati. Questa volontà porta in seno diverse difficoltà come la complessità narrativa e la difficoltà di assimilazione, ma se riuscirete a farvi rapire da questo intricato e magico mondo, ne uscirete cambiati.
A compattare ulteriormente questo fronte ci pensa questo The Talos Principle, titolo sviluppato da Croteam (famoso per la serie Seriuos Sam) che ha l'ambizione di mischiare all'interno di un gameplay tipicamente puzzle, elementi tratti dalla filosofia sul concetto di personalità, bene e male e molto altro ancora.
Un progetto ambizioso e che in queste recensione analizziamo in ogni suo dettaglio.
Le azioni che compi, plasmano il tuo Io...
The Talos Principle é un'opera complessa, molto complessa. Questa sua enorme stratificazione basata su un'incalcolabile scala di grigi lo rendono, senza troppi giri di parole, un prodotto difficilmente assimilabile dalla massa.
In ogni stringa che compone il codice di questo prodotto si respira tantissima ambizione, voglia di osare e con essa anche il rischio di offrire un gioco che possa portare allo smarrimento. D'altronde alla base di questo progetto ci sono due menti tutt'altro che banali; parliamo di Tom Jubert, autore di The Swapper e Jonas Kyratzes del criptico The Sea Will Claim Everything.
La storia ci metterà nei panni di Talos (il riferimento al personaggio della mitologia greca é tutt'altro che casuale), un robot creato da Elohim (nome di Dio in ebraico) che attraverso la sua voce onnisciente ci guiderà per tutta la durata della nostra avventura.
vimager1, 2, 3
Il tutto sarà ambientato su un'isola con al centro un palazzo disposto su più più piani, sei per la precisione. Su ognuno di essi ci saranno diversi livelli con svariati portali che, una volta attraversati, ci metteranno davanti a diverse sfide logiche in cui dovremo fare pesante uso di logica e materia grigia per poterle superare. Il premio saranno dei tetramini che all'interno del gioco sono chiamati “sigilli di Elohim”, in grado di sbloccare nuovi piani di questo palazzo.
Inoltre sparsi per il mondo di gioco troveremo dei terminali e dei QRcode. I secondi ci racconteranno storie o ci enunceranno frasi particolari i primi invece andranno a plasmare il nostro carattere e la nostra coscienza attraverso una serie di domande, e diverse scelte che decideremo di compiere nel corso della nostra esperienza.
Proprio questo aspetto del gioco, i terminali, é quello che più affascina ma allo stesso tempo rischia di far smarrire il giocatore. Grazie a delle intelligenze artificiali che riattiveremo all'interno di questi PC ormai obsoleti, molte saranno le domande a cui dovremo cercare di dare risposta attraverso scelte multiple e non solo. Domande a volte semplici, altre volte decisamente più complesse all'interno di un impianto narrativo che, lo ammettiamo, se non approcciato con la giusta filosofia e ancora di più un alto grado di sensibilità rischia di diventare pesante e ridondante.
Proprio questo suo essere estremamente prolisso e impegnativo, potrebbe spingere molti giocatori a tirare dritto, saltando i terminali - che rimangono facoltativi - e trasformando così il titolo in un semplicissimo first puzzle game alla Portal. Questo vorrebbe dire però, perdersi gran parte dell'esperienza confezionata da Croteam.
Tutto però ha delle conseguenze all'interno di questo universo, e come dicevamo in apertura, le scale di grigi su cui si basa questo gioco sono infinitesimali. Bivi in grado di definire il bene ed il male, scelte che andranno a plasmare la personalità del nostro robot e decisioni che potrebbero portare a conseguenze inaspettate come la volontà di entrare all'interno di una torre che Elohim ci ha precluso.
Tutte queste decisioni andranno a cambiare non solo il modo di pensare del nostro personaggio (e di conseguenza il nostro)ma addirittura plasmeranno l'isola stessa, in maniera subdola e non palese, a nostra immagine e somiglianza.
Ovviamente, descrivere a parole un'esperienza di gioco così complessa é davvero complicato, quindi il nostro consiglio é quello di provare a cimentarvi voi stessi in prima persona se le nostre parole vi hanno stuzzicato.
Ma il gameplay?
The Talos Principle non é però un mero trattato filosofico, ma anche e soprattutto un gioco. La componente ludica é - come detto prima - avvicinabile a quella di Portal. Ogni stanza rappresenta una sfida che dovremo superare utilizzando la logica. Ad ostacolare il nostro cammino ci saranno portali al plasma, torrette laser e delle mine di prossimità che fluttuano nell'aria.
Dalla nostra invece avremo all'inizio dell'avventura dei jammer che andranno a disattivare singolarmente questi elementi. Proseguendo nell'avventura il nostro robottino verrà in possesso di altri gadget tra cui un cubo, delle ventole e altro ancora. Tutti utili a superare livelli sempre più ampi e complessi.
Parlando proprio di complessità, il titolo si é dimostrato non perfettamente bilanciato. Gran parte delle sfide proposte sono abbastanza semplici ed intuite, intramezzate da altre che aumentano esponenzialmente il grado di sfida, portandolo a sfiorare la frustrazione.
Parlando dell'aspetto tecnico invece, ci troviamo - anche in questo caso - davanti ad alti e bassi. L'impatto visivo dell'isola é davvero ottimo e coinvolgente, grazie ad un ottimo sistema di illuminazione che, almeno nel complesso, riesce a coprire alcuni dettagli che denotano una mancanza di cura nella modellazione poligonale e nell'utilizzo di texture in alta definizione. Il gioco offre inoltre la possibilità di giocare il titolo in terza persona, scelta che ci sentiamo di sconsigliare per via di animazioni legnose e una gestione delle collisioni davvero pessima. Il gioco é stato pensato in prima persona e così deve essere giocato. Ottimo invece il comparto audio grazie ad una colonna sonora in grado di immergere ancora di più il giocatore all'interno di questo mistico e filosofico contesto.
Parlando di longevità invece dobbiamo ammettere di essere rimasti pienamente soddisfatti della durata di The Talos Principle. Seguendo la storia e analizzando tutti i terminali, abbiamo portato a termine il gioco in circa 18 ore. A questo numero si può poi sommare la possibilità di scaricare mappe personalizzate dallo steam workshop, variabile che aumenta esponenzialmente la nostra “vita” sull'isola creata da Croteam.
Tirando quindi le somme, pur essendosi rivelato un prodotto tutt'altro che perfetto, abbiamo deciso di premiare la voglia di osare da parte di Croteam. The Talos Principle é un'opera complessa ed ambiziosa, ma che ha in pectore il merito di voler osare ancora di più con il videogioco spingendo questo media verso lidi ancora più elevati. Questa volontà porta in seno diverse difficoltà come la complessità narrativa e la difficoltà di assimilazione, ma se riuscirete a farvi rapire da questo intricato e magico mondo, ne uscirete cambiati.
The Talos Principle
9
Voto
Redazione
The Talos Principle
Visionario, complesso, ambizioso. Gli aggettivi per l'ultima fatica di Croteam si sprecano. All'interno di un gameplay che sfrutta l'ormai conosciuta meccanica dei puzzle game, i ragazzi croati sono riusciti ad inserire elementi filosofici ed esistenziali che trasformano questo progetto in qualcosa di unico. Se fiumi di parole e concetti complessi non vi spaventano, The Talos Principle potrebbe diventare una delle esperienze più uniche nella vostra vita da videogiocatore.