The Walking Dead: 400 Days
di
Massimiliano Pacchiano
The Walking Dead é stata una delle rivelazioni ludiche dello scorso anno: un inusuale ibrido tra avventura grafica e film interattivo capace di appassionare milioni di giocatori. Nonostante una realizzazione tecnica essenziale, grazie alla trama incredibilmente ben scritta e la progressione incalzante (merito dell'innovativa interfaccia a tempo che richiama i quick time events) il gioco é divenuto un vero classico, tanto che Telltale ne ha curato persino una riedizione su supporto fisico destinata ai negozi. Non male per un gioco ultra-economico tratto da una serie a fumetti. Ma come sanno bene i lettori (e gli spettatori dell'omonimo telefilm), The Walking Dead é più incentrato sulla psicologia dei personaggi e sui comportamenti umani che non sulla “cornice” horror, la quale é rappresentata dall'ormai familiare apocalisse zombesca.
Conclusa la vicenda di Lee e Clem, ecco arrivare questo episodio extra chiamato 400 Days, che ci mette nei panni di cinque diversi personaggi dal destino incerto. La scena d'apertura si svolge in una stazione di servizio, dove vedremo diverse foto di persone disperse apposte su una bacheca. A questo punto potremo scegliere uno dei cinque personaggi disponibili, ad ognuno dei quali corrisponde una micro-storia da vivere. Ognuno di questi capitoli dura solo una dozzina di minuti, ma ci cala in una situazione intensa, incalzante e generalmente ricca di pericolo, condita da dialoghi di eccellete fattura che ci fanno capire la natura dei personaggi e qual é il contesto nel quale si svolge la scena.
Anche se inizialmente non sembra, c'é un filo conduttore che lega tutti questi avvenimenti e che verrà svelato alla fine. Ciò é anticipato anche da alcuni riferimenti tra un capitolo e l'altro, come dialoghi e personaggi che magari in un episodio sono marginali ed insignificanti, ma in un altro ritornano in ruoli di primo piano. Chi insegue il personaggio X e perché? Cosa é accaduto prima di quello che stiamo vedendo? Se presteremo attenzione alla trama ed ai dialoghi, molte delle domande troveranno la loro risposta. Insomma, la scrittura é ancora una volta eccellente e la trama vi terrà certamente incollati allo schermo.
Alcuni storceranno il naso, ma per certi versi 400 Days ci ha ricordato moltissimo il bistrattato (e spesso incompreso) Datura del Team Plastic, dove il giocatore veniva calato in improvvise situazioni di estremo pericolo ed era costretto a scegliere velocemente tra il bene ed il male, o perlomeno agire per il male minore. Infatti quest'ultimo episodio della creatura Telltale abbandona in parte la struttura “lineare con particolari variabili” per intraprendere uno stile a bivi dove ogni scena ha in genere due epiloghi diametralmente opposti. Ciò da vita ad un gioco tanto breve quanto rigiocabile, dove nella conclusione abbiamo anche una sorta di punteggio, rappresentato dai personaggi stessi e dalla loro decisione finale.
Non mancano le citazioni, in particolare uno degli episodi (quello di Wyatt) é un palese omaggio al film Il Grande Lebowski, cult movie dei fratelli Coen. O ancora, l'episodio della ex-tossicomane Bonnie richiama le atmosfere di Children of the Corn, pellicola tratta dall'omonimo racconto di Stephen King. Finiti i cinque episodi, ci sarà un breve epilogo dove controlleremo un sesto personaggio; la longevità di una singola tornata é molto breve (siamo intorno all'ora) ma come già accennato, 400 Days si presta ad essere rigiocato più volte. Per chi se lo chiedesse, il titolo del gioco non ha nulla a che vedere con una presunta (e spropositata) durata dell'avventura, bensì con il fatto che l'incipit ed il finale del gioco si svolgono dopo ben quattrocento giorni dall'inizio dell'epidemia, mentre i cinque episodi che vivremo hanno ognuno una diversa collocazione temporale specificata all'inizio di ognuno di essi. Ad esempio la storia del tormentato Vince si solve nel giorno 2, quando ancora nessuno sapeva ciò che stava accadendo.
Tecnicamente parlando, il gioco é sullo stesso livello degli altri 5 capitoli visti in passato, ma stavolta abbiamo tutta una nuova serie di personaggi ed ambienti. La cura posta nella realizzazione é la medesima, con gli stessi pregi (stile da graphic novel, ottime espressioni dei protagonisti) e difetti (texture scarsine, illuminazione essenziale, complessità poligonale bassa). Colonna sonora e doppiaggio sono di ottima fattura, ma ancora una volta i sottotitoli italiani risultano solo discreti e non sempre all'altezza. Ci si perde qualcosa per strada e spicca qualche palese errore di traduzione, ad esempio riportiamo un inspiegabile “I'll fill you when i come back” (ti informerò quando torno) tradotto con “torno subito da te”.
Conclusa la vicenda di Lee e Clem, ecco arrivare questo episodio extra chiamato 400 Days, che ci mette nei panni di cinque diversi personaggi dal destino incerto. La scena d'apertura si svolge in una stazione di servizio, dove vedremo diverse foto di persone disperse apposte su una bacheca. A questo punto potremo scegliere uno dei cinque personaggi disponibili, ad ognuno dei quali corrisponde una micro-storia da vivere. Ognuno di questi capitoli dura solo una dozzina di minuti, ma ci cala in una situazione intensa, incalzante e generalmente ricca di pericolo, condita da dialoghi di eccellete fattura che ci fanno capire la natura dei personaggi e qual é il contesto nel quale si svolge la scena.
Anche se inizialmente non sembra, c'é un filo conduttore che lega tutti questi avvenimenti e che verrà svelato alla fine. Ciò é anticipato anche da alcuni riferimenti tra un capitolo e l'altro, come dialoghi e personaggi che magari in un episodio sono marginali ed insignificanti, ma in un altro ritornano in ruoli di primo piano. Chi insegue il personaggio X e perché? Cosa é accaduto prima di quello che stiamo vedendo? Se presteremo attenzione alla trama ed ai dialoghi, molte delle domande troveranno la loro risposta. Insomma, la scrittura é ancora una volta eccellente e la trama vi terrà certamente incollati allo schermo.
Alcuni storceranno il naso, ma per certi versi 400 Days ci ha ricordato moltissimo il bistrattato (e spesso incompreso) Datura del Team Plastic, dove il giocatore veniva calato in improvvise situazioni di estremo pericolo ed era costretto a scegliere velocemente tra il bene ed il male, o perlomeno agire per il male minore. Infatti quest'ultimo episodio della creatura Telltale abbandona in parte la struttura “lineare con particolari variabili” per intraprendere uno stile a bivi dove ogni scena ha in genere due epiloghi diametralmente opposti. Ciò da vita ad un gioco tanto breve quanto rigiocabile, dove nella conclusione abbiamo anche una sorta di punteggio, rappresentato dai personaggi stessi e dalla loro decisione finale.
Non mancano le citazioni, in particolare uno degli episodi (quello di Wyatt) é un palese omaggio al film Il Grande Lebowski, cult movie dei fratelli Coen. O ancora, l'episodio della ex-tossicomane Bonnie richiama le atmosfere di Children of the Corn, pellicola tratta dall'omonimo racconto di Stephen King. Finiti i cinque episodi, ci sarà un breve epilogo dove controlleremo un sesto personaggio; la longevità di una singola tornata é molto breve (siamo intorno all'ora) ma come già accennato, 400 Days si presta ad essere rigiocato più volte. Per chi se lo chiedesse, il titolo del gioco non ha nulla a che vedere con una presunta (e spropositata) durata dell'avventura, bensì con il fatto che l'incipit ed il finale del gioco si svolgono dopo ben quattrocento giorni dall'inizio dell'epidemia, mentre i cinque episodi che vivremo hanno ognuno una diversa collocazione temporale specificata all'inizio di ognuno di essi. Ad esempio la storia del tormentato Vince si solve nel giorno 2, quando ancora nessuno sapeva ciò che stava accadendo.
Tecnicamente parlando, il gioco é sullo stesso livello degli altri 5 capitoli visti in passato, ma stavolta abbiamo tutta una nuova serie di personaggi ed ambienti. La cura posta nella realizzazione é la medesima, con gli stessi pregi (stile da graphic novel, ottime espressioni dei protagonisti) e difetti (texture scarsine, illuminazione essenziale, complessità poligonale bassa). Colonna sonora e doppiaggio sono di ottima fattura, ma ancora una volta i sottotitoli italiani risultano solo discreti e non sempre all'altezza. Ci si perde qualcosa per strada e spicca qualche palese errore di traduzione, ad esempio riportiamo un inspiegabile “I'll fill you when i come back” (ti informerò quando torno) tradotto con “torno subito da te”.
The Walking Dead: 400 Days
8
Voto
Redazione
The Walking Dead: 400 Days
Il ritorno nel mondo apocalittico di The Walking Dead ci offre una panoramica su un'umanità in rovina, scorci di vite distrutte dall'apocalisse e relative ripercussioni morali. Dopo le vicende di Lee e Clem, cinque nuovi personaggi si alterneranno sullo schermo mostrandoci il momento in cui la loro vita é cambiata per sempre, lasciandoci con il compito di decidere fino a che punto gli eventi abbiano logorato la loro stessa umanità.
Ma i quattrocento giorni di Telltale Games purtroppo non durano altrettante ore, bensì solo una. Nonostante questo episodio extra della serie sia molto breve, risulta piuttosto rigiocabile e ricco di spunti, mentre ciò che colpisce di più é l'eccellente qualità della trama e dei dialoghi. Tra narrazione incrociata, riferimenti, citazioni cinematografiche e salti temporali ce n'é abbastanza per soddisfare gli avventurieri più esigenti, e persino per insegnare a certi addetti ai lavori (magari francesi) come va fatta la narrazione interattiva.
Ma i quattrocento giorni di Telltale Games purtroppo non durano altrettante ore, bensì solo una. Nonostante questo episodio extra della serie sia molto breve, risulta piuttosto rigiocabile e ricco di spunti, mentre ciò che colpisce di più é l'eccellente qualità della trama e dei dialoghi. Tra narrazione incrociata, riferimenti, citazioni cinematografiche e salti temporali ce n'é abbastanza per soddisfare gli avventurieri più esigenti, e persino per insegnare a certi addetti ai lavori (magari francesi) come va fatta la narrazione interattiva.