The Walking Dead Stagione 2 - Episode 1: All That Remains

di Davide Ottagono
Avvicinarsi ad un titolo così importante, soprattutto dopo tutte le emozioni regalate dalla prima Stagione, provoca sempre un sentimento combattuto. Da un lato c'é la curiosità, il forte desiderio di vivere nuovamente un contesto così brillante come quello di Lee e soci che - a distanza di tanti mesi - ancora riesce a farsi ricordare. Dall'altro, la paura. La paura che quanto di buono sia stato fatto in precedenza possa essere banalizzato, trascinato verso un seguito di cui effettivamente non se ne sentiva lo stretto bisogno. Parliamo chiaro: la prima Stagione di The Walking Dead, pur con i suoi alti e bassi, é un capolavoro a tutti gli effetti. ben scritta, riesce a far affezionare anche al più secondario dei personaggi e regala tante, tantissime emozioni. Nonostante un finale leggermente aperto, poteva benissimo nascere e morire lì. Ovviamente, la scelta di Telltale é stata anche la più furba. The Walking Dead, che intanto aveva regalato al "piccolo" team persino svariati premi di Gioco dell'Anno, doveva andare avanti. Era l'occasione perfetta per riconfermare quella che nel corso degli anni, partendo da Sam&Max e finendo con The Wolf Among Us, era diventata sempre più certezza: i Telltale - e il loro nome é tutto un programma, nemmeno a farlo apposta - sono dei grandi raccontastorie, di una tipologia sempre più rara al giorno d'oggi.



All That Remains, "Tutto Ciò che Resta", é il titolo di questo primo episodio della Stagione 2. Per chi non conoscesse il metodo di lavoro di questi sviluppatori, é giusto precisare come Telltale tenda spesso a dividere i propri giochi in cinque o sei mini-episodi diversi, la cui uscita viene diluita nel corso di altrettanti mesi. Per "Stagione" si intende proprio l'unione di tutte queste piccole storie consequenziali, esattamente come con qualunque serie televisiva. Invece di cambiare totalmente setting e protagonisti, e magari giocarsi la carta della novità, i ragazzi di Telltale decidono però di andare sul sicuro e di riproporre Clementine - da anni orfana del suo mentore - come star assoluta dello show. Quella che inizialmente poteva sembrare una tattica difensiva da parte degli sceneggiatori, ovvero il non correre il rischio di estraniare eccessivamente i fan di vecchia data, si trasforma ben presto in altro. Questa Stagione 2 ammicca fortemente a tutti coloro che hanno vissuto sulla propria pelle l'epopea di Lee e della ragazzina, ma al tempo stesso riesce a tagliare completamente i ponti con il passato e ad andare incontro a tutti coloro che - per un motivo o per un altro - non sono riusciti a recuperare il prodotto precedente.

Non vogliamo svelarvi troppo ma, sebbene il trio di protagonisti sia ripescato di peso dalla prima Stagione (parliamo di Clementine, Omid e Christa), ci si ritrova già solo dopo pochi minuti in un contesto completamente diverso e slegato dagli avvenimenti precedenti, causa anche uno svolgimento un po' forzato. Se inizialmente si era lasciato intendere che la piccola Clem - ora cresciuta e sempre più temprata dal triste mondo che la circonda - dovesse ricongiungersi con i suoi due vecchi amici, il nuovo scrittore (mente dietro il DLC 400 Days, tra l'altro) cancella tutto con un colpo di spugna. Senza alcuna pietà, quanto previsto dal finale del capostipite diventa in un batter d'occhio solo un lontano ricordo e, prima che possa rendersene conto, Clementine é nuovamente sola. Sola in un canovaccio che la vede sì più forte e sicura, ma allo stesso tempo ancora timida e alla mercé delle insidie del mondo esterno. Su questo aspetto, nulla é cambiato.




All That Remains é la malinconica storia di una ragazza ormai disillusa, in viaggio da un rifugio all'altro in compagnia solo di qualche vecchia foto-ricordo. Inutile girarci attorno, l'episodio parte col botto. Colpi di scena e sequenze adrenaliniche si susseguono una dopo l'altra, senza alcuna sosta. Neanche il tempo di metabolizzare quanto appena accaduto che in pochi secondi si finisce dalla padella alla brace; nessun avvertimento, nemmeno un minuto per riordinare le idee. La prima mezz'ora di questa seconda Stagione, oltre che essere indimenticabile, dimostra anche quanta dimestichezza abbia acquisito Telltale nella gestione dello spettacolo più puro, con inquadrature vibranti, sempre azzeccate, e scene d'azione girate davvero a regola d'arte. The Walking Dead, fin dalla sua prima apparizione letteraria, si é sempre contraddistinto - nonostante il tratto leggero e per certi aspetti quasi caricaturale - per i suoi temi realistici e per la crudezza generale. All That Remains non solo riesce a mantenersi fedele all'opera originaria, ma risulta essere ancora più cattivo del predecessore.

Momenti di pura crudeltà ci passeranno davanti a più riprese e noi, da spettatori nemmeno tanto passivi, saremo costretti (a malincuore) a farcene una ragione. Il proverbiale risvolto della medaglia é che molte scene sembrano essere messe lì per coprire un plot tutt'altro che solido. La mancanza di una trama consistente, da un certo punto in poi, diventa palese, e a fine capitolo sarà normalissimo rendersi conto di come - a conti fatti - non ci sia stato raccontato nulla di diverso dal solito o, peggio ancora, nulla in senso assoluto. All That Remains é un semplice susseguirsi di situazioni sopra le righe e tutte slegate tra loro (alcune anche piuttosto prevedibili), ma che oltre al mero spettacolo non lascia molto altro. Senza considerare che buona parte dell'episodio la si passa in completa solitudine, e di conseguenza anche i dialoghi sono ridotti all'osso. Le cose iniziano a farsi più interessanti nel finale, quando Clementine incontrerà un nuovo e corposo gruppo di sopravvissuti che - sicuramente - finirà per prenderla con sé. Purtroppo, il poco tempo non é bastato a farci inquadrare per bene il carattere di molti di loro. Alcuni sembrano gentili, altri molto meno. Ovviamente, solo in futuro potremo dare un giudizio oggettivo a riguardo, dando per scontato come questa Stagione riservi ancora una miriade di assi nella manica atti a sorprenderci. Non si può negare, però, come l'episodio abbia uno spiacevole retrogusto di antipasto di quello che verrà, con l'aggiunta di un cliff-hanger finale (qualunque sia la vostra scelta) tutt'altro che interessante.

Sotto l'aspetto ludico, All That Remains - e quindi anche i futuri episodi, ci viene da credere - tende sempre più le braccia verso la rinnovata visione di Telltale secondo la quale, ormai, un'avventura grafica possa tenersi in piedi anche senza alcun enigma da risolvere. Anzi, sentiamo una fitta al cuore già solo a chiamarla "avventura grafica", visto che tale non é. Ancor più della prima Stagione, questo nuovo racconto può essere definito solo come film - o fumetto - interattivo basato esclusivamente sulle nostre scelte personali, grandi o piccole che siano. Tutto può cambiare anche già solo grazie alla scelta di una frase piuttosto che un'altra, e l'impressione di trovarsi al centro di un mondo vivo e in perenne mutamento é sempre forte. Purtroppo, il gameplay vero e proprio risulta ancor più snellito e, seriamente, siamo sicuri che l'unica volta che abbiamo messo mano all'inventario era per raccogliere un martello ed usarlo su una trave lì di fianco.