The Whispered World
di
Davide Ottagono
La terra sta lentamente sbriciolandosi, nubi nere coprono ogni raggio di sole, orde di demoni si apprestano a sferrare l'ultimo, fatale attacco alla fortezza del Re, simbolo imprescindibile di giustizia ed equilibrio. Più ci si avvicina al centro del mondo, più ci si rende conto di come la vita stia appassendo. Non resta ancora molto al Whispered World, le voci narrano il vero. I bellissimi paesaggi rurali, prima pieni di vita, si trasformano in estese terre melanconiche e silenziose, mentre i civili - spaventati dal destino che li attende - cercano rifugio lontano dai centri abitati. Buffo che un ragazzino di nome Sadwick abbia previsto tutto questo grazie a dei sogni premonitori. Doppiamente buffo il fatto che Sadwick non sia né un profeta né un rampollo di sangue nobile, ma un semplice clown. Un giovane come molti, che ancora non ha trovato una propria strada e che é costretto ad addossarsi una pesante eredità di famiglia senza poter fare altrimenti.
Forzato a lavorare in un circo con il fratello e il nonno, Sadwick é quanto di più lontano ci si possa aspettare da un pagliaccio. É triste, svogliato, goffo e incapace di occuparsi anche dei compiti più semplici. Non ha amici, odia i propri parenti - per lui più dei carcerieri che altro - e approfitta di ogni momento per piangersi addosso e rammentare a sé stesso quanto la sua esistenza sia inutile. Non propriamente il ritratto dell'allegria, come avrete capito. Tormentato dagli incubi che ogni notte tornano a fargli visita, Sadwick partirà ben presto per un viaggio che sembra portarlo ad un finale univoco e scioccante: la distruzione del mondo. Distruzione del mondo che, tra l'altro, giungerà proprio a causa sua, stando alle parole di un oracolo. Il nostro protagonista, voglioso di ritagliarsi finalmente un posto tra la gente, decide lo stesso di aiutare i servi del re nella lotta contro i demoni, incaricandosi di trasportare il Sasso Bisbigliante - un prezioso artefatto - al centro esatto del pianeta, bollando automaticamente le parole della profezia come false. Quello che accadrà in seguito, sta a voi scoprirlo.
Daedalic Entertainment, la mente dietro questa nuova avventura grafica, fa un balzo indietro di diversi decenni per scavare laddove la nostalgia degli appassionati é rimasta sepolta: nelle produzioni “lucasiane” degli anni '90. Whispered World, infatti, altro non é che una strizzata d'occhio alle pietre miliari di Lucasarts. Parliamo ovviamente di Monkey Island, Sam&Max e molti altri che, una volta segnata un'epoca, hanno dovuto farsi da parte con l'avvento di nuovi generi. Sfondi bidimensionali disegnati a mano, vecchio sistema di controllo tramite click del mouse e gameplay interamente basato su enigmi e oggetti da usare. Il paradiso dei nostalgici, appunto. Gli sviluppatori, dal canto proprio, non hanno neanche tentato la via dell'innovazione, più che giustamente, a parer nostro. Del resto, squadra che vince non si cambia e, se l'intento di Daedalic era proprio quello di imitare dei capolavori senza tempo, allora perché non dar loro una possibilità?
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Non aspettatevi da Whispered World un'avventura comica e da prendere alla leggera. Nonostante alcuni siparietti degni di nota ed un cast letteralmente fuori di testa (ma comunque nei limiti della credibilità), il titolo non scade mai nella demenzialità più spicciola ma anzi appassiona, affascina proprio grazie alla sensazione da “fine del mondo” che riesce a trasmettere e alla tristezza che i suoi personaggi lasciano trasparire. Niente che abbia troppe pretese, certo, ma rimane lo stesso un viaggio che odora di sconfitta sin dalla partenza, un'epopea che vede un clown indifeso solo contro tutti. Torna più nei canoni, invece, una volta mossi i primi passi. Già abbiamo parlato prima della sua natura da punta e clicca, mentre ancora non abbiamo specificato quali siano di preciso le possibilità di interazione con lo scenario. Se il click sinistro farà in modo che Sadwick si sposti verso l'hot spot appena selezionato, una pressione continuata aprirà una semplice schermata di comandi “ad anello”, per nulla dissimile da quanto visto con il doblone di Monkey Island 3. Una volta in questo menù a tendina, starà a noi decidere se esaminare un oggetto, raccoglierlo o parlargli (nel caso di una persona). Da sottolineare come la Barra Spaziatrice evidenzi in automatico tutti i punti d'interesse circostanti, feature a dir poco vitale negli ambienti più complessi.
L'avventura di Sadwick si divide in quattro atti totali, ognuno dei quali offre aree completamente distaccate da quelle precedenti. Gli appassionati di sicuro gioiranno di fronte ad una linea di difficoltà piuttosto dura sin dalle primissime battute; difficoltà, tra l'altro, destinata solo ad aumentare con il passare delle ore. In linea di massima, la maggior parte dei rompicapi va risolta comunque combinando oggettistica dell'inventario con quanto disponibile attorno a noi, ma questo non significa che manchino dei colpi di genio sparsi qui e lì. Senza anticiparvi troppo, possiamo citare l'enigma della porta dell'oracolo, o la prova della scacchiera, o ancora il mosaico finale, in cui sarà la logica vera e propria a prevalere sul mero trail&error. Prove di logica che, ci duole dirlo, a volte si trasformano in incubi inimmaginabili, complice anche una cattiva calibrazione della sfida. Una menzione d'onore va a Spot, la larva da compagnia che seguirà Sadwick per tutto il corso dell'avventura (o quasi). Oltre ad essere l'unico amico del protagonista, infatti, tornerà utile in più di un'occasione in veste di oggetto. La sua capacità di cambiare forma, per giunta, lo rende un alleato molto versatile: ad un nostro comando potrà diventare grosso e pesante, sottile come un foglio di carta, caldo come una fornace e così via, con buona parte di queste abilità sbloccabili proseguendo con la storia.
Narrare attraverso le parole é cosa da tutti. Ma cosa accade quando si cerca di raccontare qualcosa tramite degli impulsi visivi? Ovviamente ci stiamo riferendo agli sfondi e ai disegni in generale, veri protagonisti dell'intera produzione. Ironico come a volte si metta da parte la trama per potersi tuffare in tutta tranquillità in questi fantastici scorci naturali e non. Ambientazioni da cartolina si susseguono senza pause, attraenti non solo per la sublime direzione artistica ma anche e soprattutto per la cura certosina con cui sono state concepite. Eppure, difficile dirlo, provengono dalla stessa matita di coloro che hanno lavorato a Edna & Harvey. Perdersi nella rigogliosa Foresta d'Autunno ha un fascino unico; un fascino che non va a perdersi neanche con il graduale abbandono delle location luminose. Che si esplorino immense distese di verde oppure lugubri cittadelle gotiche, l'impressione di ritrovarsi in un mondo pensato appositamente per stupire sarà più forte che mai. Parlavamo di cartoline, prima. E, proprio come delle cartoline, gli sfondi di Whispered World portano con sé pregi e difetti del caso. I disegnatori, infatti, non sempre riescono a mascherare la natura “piatta” degli ambienti 2D, sì belli, ma a tratti anche troppo statici e “vuoti”. Fortunatamente, il sonoro ambientale riesce ad aumentare il coinvolgimento, con musiche sempre rilassanti ed un doppiaggio (in inglese) sopra le righe.
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Forzato a lavorare in un circo con il fratello e il nonno, Sadwick é quanto di più lontano ci si possa aspettare da un pagliaccio. É triste, svogliato, goffo e incapace di occuparsi anche dei compiti più semplici. Non ha amici, odia i propri parenti - per lui più dei carcerieri che altro - e approfitta di ogni momento per piangersi addosso e rammentare a sé stesso quanto la sua esistenza sia inutile. Non propriamente il ritratto dell'allegria, come avrete capito. Tormentato dagli incubi che ogni notte tornano a fargli visita, Sadwick partirà ben presto per un viaggio che sembra portarlo ad un finale univoco e scioccante: la distruzione del mondo. Distruzione del mondo che, tra l'altro, giungerà proprio a causa sua, stando alle parole di un oracolo. Il nostro protagonista, voglioso di ritagliarsi finalmente un posto tra la gente, decide lo stesso di aiutare i servi del re nella lotta contro i demoni, incaricandosi di trasportare il Sasso Bisbigliante - un prezioso artefatto - al centro esatto del pianeta, bollando automaticamente le parole della profezia come false. Quello che accadrà in seguito, sta a voi scoprirlo.
Daedalic Entertainment, la mente dietro questa nuova avventura grafica, fa un balzo indietro di diversi decenni per scavare laddove la nostalgia degli appassionati é rimasta sepolta: nelle produzioni “lucasiane” degli anni '90. Whispered World, infatti, altro non é che una strizzata d'occhio alle pietre miliari di Lucasarts. Parliamo ovviamente di Monkey Island, Sam&Max e molti altri che, una volta segnata un'epoca, hanno dovuto farsi da parte con l'avvento di nuovi generi. Sfondi bidimensionali disegnati a mano, vecchio sistema di controllo tramite click del mouse e gameplay interamente basato su enigmi e oggetti da usare. Il paradiso dei nostalgici, appunto. Gli sviluppatori, dal canto proprio, non hanno neanche tentato la via dell'innovazione, più che giustamente, a parer nostro. Del resto, squadra che vince non si cambia e, se l'intento di Daedalic era proprio quello di imitare dei capolavori senza tempo, allora perché non dar loro una possibilità?
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Non aspettatevi da Whispered World un'avventura comica e da prendere alla leggera. Nonostante alcuni siparietti degni di nota ed un cast letteralmente fuori di testa (ma comunque nei limiti della credibilità), il titolo non scade mai nella demenzialità più spicciola ma anzi appassiona, affascina proprio grazie alla sensazione da “fine del mondo” che riesce a trasmettere e alla tristezza che i suoi personaggi lasciano trasparire. Niente che abbia troppe pretese, certo, ma rimane lo stesso un viaggio che odora di sconfitta sin dalla partenza, un'epopea che vede un clown indifeso solo contro tutti. Torna più nei canoni, invece, una volta mossi i primi passi. Già abbiamo parlato prima della sua natura da punta e clicca, mentre ancora non abbiamo specificato quali siano di preciso le possibilità di interazione con lo scenario. Se il click sinistro farà in modo che Sadwick si sposti verso l'hot spot appena selezionato, una pressione continuata aprirà una semplice schermata di comandi “ad anello”, per nulla dissimile da quanto visto con il doblone di Monkey Island 3. Una volta in questo menù a tendina, starà a noi decidere se esaminare un oggetto, raccoglierlo o parlargli (nel caso di una persona). Da sottolineare come la Barra Spaziatrice evidenzi in automatico tutti i punti d'interesse circostanti, feature a dir poco vitale negli ambienti più complessi.
L'avventura di Sadwick si divide in quattro atti totali, ognuno dei quali offre aree completamente distaccate da quelle precedenti. Gli appassionati di sicuro gioiranno di fronte ad una linea di difficoltà piuttosto dura sin dalle primissime battute; difficoltà, tra l'altro, destinata solo ad aumentare con il passare delle ore. In linea di massima, la maggior parte dei rompicapi va risolta comunque combinando oggettistica dell'inventario con quanto disponibile attorno a noi, ma questo non significa che manchino dei colpi di genio sparsi qui e lì. Senza anticiparvi troppo, possiamo citare l'enigma della porta dell'oracolo, o la prova della scacchiera, o ancora il mosaico finale, in cui sarà la logica vera e propria a prevalere sul mero trail&error. Prove di logica che, ci duole dirlo, a volte si trasformano in incubi inimmaginabili, complice anche una cattiva calibrazione della sfida. Una menzione d'onore va a Spot, la larva da compagnia che seguirà Sadwick per tutto il corso dell'avventura (o quasi). Oltre ad essere l'unico amico del protagonista, infatti, tornerà utile in più di un'occasione in veste di oggetto. La sua capacità di cambiare forma, per giunta, lo rende un alleato molto versatile: ad un nostro comando potrà diventare grosso e pesante, sottile come un foglio di carta, caldo come una fornace e così via, con buona parte di queste abilità sbloccabili proseguendo con la storia.
Narrare attraverso le parole é cosa da tutti. Ma cosa accade quando si cerca di raccontare qualcosa tramite degli impulsi visivi? Ovviamente ci stiamo riferendo agli sfondi e ai disegni in generale, veri protagonisti dell'intera produzione. Ironico come a volte si metta da parte la trama per potersi tuffare in tutta tranquillità in questi fantastici scorci naturali e non. Ambientazioni da cartolina si susseguono senza pause, attraenti non solo per la sublime direzione artistica ma anche e soprattutto per la cura certosina con cui sono state concepite. Eppure, difficile dirlo, provengono dalla stessa matita di coloro che hanno lavorato a Edna & Harvey. Perdersi nella rigogliosa Foresta d'Autunno ha un fascino unico; un fascino che non va a perdersi neanche con il graduale abbandono delle location luminose. Che si esplorino immense distese di verde oppure lugubri cittadelle gotiche, l'impressione di ritrovarsi in un mondo pensato appositamente per stupire sarà più forte che mai. Parlavamo di cartoline, prima. E, proprio come delle cartoline, gli sfondi di Whispered World portano con sé pregi e difetti del caso. I disegnatori, infatti, non sempre riescono a mascherare la natura “piatta” degli ambienti 2D, sì belli, ma a tratti anche troppo statici e “vuoti”. Fortunatamente, il sonoro ambientale riesce ad aumentare il coinvolgimento, con musiche sempre rilassanti ed un doppiaggio (in inglese) sopra le righe.
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The Whispered World
8
Voto
Redazione
The Whispered World
Erano molti i dubbi che ci affliggevano, in fase di anteprima. Siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal fatto che buona parte di essi sono praticamente scomparsi, gioco completo alla mano. La trama, inizialmente semplice e senza troppe pretese, prende una svolta inaspettata fin dalle prime battute, mentre la linea di difficoltà sollazzerà il cervello di tutti gli appassionati, grazie ad enigmi mai scontati e - in alcuni casi - anche piuttosto logici. Non parliamo di alcuna innovazione, mettiamolo in chiaro, ma di un “semplice” adventure che fa bene il suo lavoro. Molto classico nella proposta, non fa altro che regalare quello che già ci aspettavamo (anzi, speravamo), senza mai aver paura di sorprendere con qualche chicca inaspettata. Se si é amanti del genere, un acquisto praticamente obbligato. Anche solo per rifarsi gli occhi di fronte ai migliori disegni mai apparsi in un gioco, perché no?