The Witcher 2: Assassins of King

di Andrea Bruni
Sappiamo che avremo a che fare con un nuovo tipo di nemico? Un giro dal libraio di fiducia e potremo trovare materiale su cui farci una cultura su punti di forza, debolezze e strategie ideali per affrontare queste creature., e sfogliando le svariate ricette alchemiche su cui potremo mettere le mani, troveremo sicuramente il composto che fa al caso nostro; trangugiare in grado di darci i bonus giusti, ottimizzare l'efficacia delle nostre armi con l'unguento creato ad hoc, e avere pronta all'uso una buona fornitura di trappole e ordigni, al momento di passare all'azione, saprà rendere pieno merito alla nostra lungimiranza e professionalità.

Essere aperti verso la ricerca di nuove conoscenze e disposti a investirci qualche monetina inoltre porta benefici anche al di là degli esiti delle varie scazzottate: alla valida -e invariata- gestione dell'alchimia, si affianca un ottimo comparto dedicato al crafting, grazie al quale -previo il possesso di tutti gli schemi necessari- potremo arrivare a forgiare uno spadone letale o una corazza più robusta a partire dalle materie prime più grezze, reperibili ed economiche, permettendoci magari di rivendere l'opera finita per un prezzo adeguato.



Questo per dare una panoramica generale sul puro gameplay di The Witcher 2, un quadro formato da scelte inaspettate, controverse e potenzialmente causa di svariati bruciori di stomaco all'interno dell'utenza che tanto ha amato il primo episodio. Ma anche ai più intransigenti, raccomandiamo un briciolo di pazienza, prima di rassegnarsi ad aver perso una volta per tutte uno degli ultimi baluardi del loro genere preferito.

Questo perché The Witcher 2 non tradisce in quella che doveva essere la prerogativa primaria: essere un gioco di ruolo maestoso, capace di zittire vigorosamente qulunque scetticismo sulle scelte di design, di tenere testa allo sconfinato carisma del predecessore e di poter lasciare un segno profondo anche alle categorie di pubblico più schizzinose e assuefatte ai mostri sacri con cui hanno condiviso ore e ore a colpi di mouse.




Merito di CD Projekt e della sincera passione che la casa di Varsavia lascia trsparire in ogni singolo frame della propria opera, un continuo e genuino atto d'amore per personaggi e ambientazione, per questo genere e per il videogioco in generale; che gli sviluppatori sono ancora una volta riusciti a incanalare con talento e far arrivare integro e limpido direttamente al giocatore. In mezzo a un panorama che spesso vede alla ribalta titoli con grandi valori produttivi ma poca anima, questo gioco può rivelarsi una boccata di buonissimo ossigeno.

Merito di una sceneggiatura eccellente, che rende giustizia alla qualità dei romanzi da cui é tratto. Come spesso stiamo constatando dalla crescente scuola ruolistica europea, The Witcher punta a colpire con la solidità del plot piuttosto che grazie al dispiego abbondante di colpi di scena ed "effetti speciali" vari, centrando l'obiettivo con assoluta maestria. Non che le nuove vicende di Geralt siano prive di spettacolari trovate ad effetto (tutt'altro), ma a fare breccia e risucchiare senza via d'uscita il giocatore in un'esperienza indimenticabile é proprio una trama costruita senza incertezze, ricca di sfumature e schiaccantemente vincente nei toni, che ci mettono nel bel mezzo di un crescendo drammatico che non può lasciare in alcuna maniera indifferenti.

Non é un caso che le ambientazioni di questo secondo capitolo prendano un deciso stacco dalle città prosperose e i borghi rurali dotati perlomeno di una facciata di normalità in cui ci siamo mossi per gran parte dell'esordio videoludico di Geralt; stavolta é il turno di accampamenti militari, campi di battaglia, rovine e insediamenti sull'orlo di conclitti sia esterni che intestini. La guerra é una funesta presenza che -direttamente o meno- influenzerà ogni luogo, persona o avvenimento con cui avremo a che fare su svariati livelli, dalla paura del soldato semplice costretto ad affidarsi ciecamente alla superstizione, fino alla superbia del nobile di turno, capace di scatenare un conflitto fratricida per poco più di un capriccio personale.