The Witcher 2: Assassins of King
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Il setting complesso e dall'impostazione decisamente "adulta" porta in dote una moltitudine di tematiche, sfumature e dettagli che insieme vanno a comporre un mosaico coeso e dotato di una potenza narrativa da lasciare attoniti. Uno dei migliori punti di forza di The Witcher 2 infatti sta nel riuscire senza passaggi a vuoto, a tenere saldo il filo della narrazione e non far scemare di una virgola l'interesse del giocatore, aggiungendo quando serve nuovi tasselli per la comprensione generale, o al contrario, lasciandoci sul più bello con più domande che risposte, incoraggiandoci ad andare sempre più a fondo per scoprire il perché di ciò che sta accadendo attorno a noi.
Merito infine, di un'interpretazione magistrale dell'aspetto "morale". Sono tanti i giochi di ruolo dove essere eroi senza macchia piuttosto che criminali sanguinari é una questione banale e lineare, che può essere portata avanti anche spegnendo comodamente la coscienza (prendete l'ultimo Dragon Age, dove ogni opzione di dialogo ha la sua iconcina esplicativa, giusto per non mettervi mettervi in difficoltà!); The Witcher semplicemente rifiuta in partenza la netta dicotomia bene/male, lasciandoci in un mondo dove luce e ombra convivono in ogni dove, dando vita a un'infinità di gradazioni di grigio, quasi mai inquadrabili semplicisticamente. Le decisioni che frequentemente dovremo prendere sono tra le più scomode mai viste in un videogioco, ci richiederanno di soppesare attentamente molteplici elementi, quando proprio non lasciano altro elemento di giudizio che non sia semplicemente il nostro istinto.
Dovrete presto abituarvi a pagare le vostre scelte con conseguenze inattese, e possiamo scommettere che in più di un'occasione sarete a domandarvi se davvero avete fatto la scelta giusta. E' proprio così che dovrebbe essere un gioco di ruolo degno di questo nome: nemmeno potrete bearvi del lusso di potervi permettere giudizi netti e senza margini di dubbio, vi troverete a scovare aspetti oscuri anche nei migliori "amici" e non sarà raro individuare tratti di umanità anche in quella che si presenta come la peggiore delle carogne. E' proprio l'umanità la chiave del trionfo di CD Projekt, nell'essere riuscita a tratteggiare personaggi credibili dal primo all'ultimo, senza buttare nella mischia paladini immacolati né suercattivi degni di un film di James Bond.
Per fare un esempio, prendiamo la contrapposizione che più avrà peso nell'economia del plot: gli Scoia'tel, guerriglieri a difesa dei non-umani, sono dei combattenti per la libertà, a difesa di minoranze oppresse e discriminate, oppure semplici terroristi? E al contrario, i corpi speciali dell'esercito di Temeria che li combattono sono soldati ligi al dovere e devoti al mantenimento della pace e unità del regno, o un manipolo di fanatici che gioca il ruolo di braccio armato della tirannia? Non illudetevi di trovare una risposta, ma solamente indizi che possono portare tanto a una conclusione quanto all'opposta, qualora dovrete prendere una posizione, sta tutto a voi.
Naturalmente, perché questo meccanismo funzioni, é necessario che tutta la cornice sia altrettanto verosimile, e possiamo dire con piacere che anche qui l'obiettivo sia stato brillantemente conseguito: non c'é luogo che non sia stato ricostruito in modo credibile, e nessun insediamento che non appaia "vivo" a sufficienza da immergerci completamente, senza dover scacciare fastidiose impressioni di artificiosità.
Peraltro, vale la pena di spendere qualche parola sulla longevità di The Witcher 2: al completamento del gioco può essere raggiunto in meno di 30 ore, un quantitativo che potrebbe sembrare sotto gli standard (e che é sicuramente inferiore a quanto offriva il prequel), ma va considerato come la non-linearità figlia della mole di snodi e decisioni "pesanti" su cui dovremo esprimerci, porta a un valore eccellente di replay-value. Per dire, cominciare una nuova partita e scegliendo un cammino opposto a quello affrontato in precedenza, ci troveremmo a giocare praticamente una campagna tutta nuova. Un incentivo alla rigiocabilità sicuramente degno di nota e meritevole di lode.
Che dire, per finire, del comparto tecnico? Se l'audio soddisfa a pieno, tra score epici e un doppiaggio sopraffino (limitato però alla lingua inglese), la grafica é invece divisa tra luci e ombre (i pieno Witcher-style, potremmo sottolineare!): il RED Engine é capace di offrire bellezze a non finire e una resa dei dettagli da capogiro, specie ai massimi settaggi; ma allo stesso tempo il motore denota una pesantezza pachidermica, capace di falciare senza pietà il framerate di sistemi capaci di gestire con disinvoltura anche titoli più graficamente raffinati. Su un dual core E8400 supportato da 4 GB di Ram e una datata ma ancora gagliarda Radeon 3870 (una configurazione ben al di sopra dei requisiti minimi), non ci siamo potuti spingere oltre i dettagli medi senza che la fluidità del gioco venisse messa a durissima prova. Va comunque detto che, nel momento in cui stiamo scrivendo quest'articolo, é già disponibile la prima patch, che, pure senza arrivare a risultati veramente ottimali, riesce a migliorare sensibilmente le performance del nostro PC, oltre che a correggere diversi bug.
Questo ci porta a un'altra doverosa strigliata nei confronti dei programmatori di CD Projekt, che tra sgradevoli clipping, bachi miscellanei e diversi crash rincontrati nel corso della prova, hanno mostrato un lavoro tutt'altro che privo di margini di miglioramento. Neppure le impostazioni dei controlli si sono salvate da tale sfilza di magnagne, impossibilitando l'utilizzo delle freccette direzionali, con buona pace dei giocatori mancini, che non hanno avuto alternativa alcuna all'impiego del meno comodo gamepad. Un altro problema risolto dalla già citata patch, ma da parte di un'esclusiva PC, cose del genere non vorremmo più vederle.
Ma la morale non cambia, The Witcher 2 ha le spalle abbastanza larghe da poter lasciar passare difetti, imprecisioni ed elementi discutibili senza che il bilancio finale non sia meno che lusinghiero.
Fan degli RPG più cristallini? Amanti della buona narrativa disposti a lasciarsi trascinare completamente? Semplicemente, appassionati di ottimi videogames? Fatevi sotto, scoprirete che Geralt é un osso duro, durissimo. E che sarete più che contenti di alzare bandiera bianca e arrendervi al fascino del Lupo Bianco.
Merito infine, di un'interpretazione magistrale dell'aspetto "morale". Sono tanti i giochi di ruolo dove essere eroi senza macchia piuttosto che criminali sanguinari é una questione banale e lineare, che può essere portata avanti anche spegnendo comodamente la coscienza (prendete l'ultimo Dragon Age, dove ogni opzione di dialogo ha la sua iconcina esplicativa, giusto per non mettervi mettervi in difficoltà!); The Witcher semplicemente rifiuta in partenza la netta dicotomia bene/male, lasciandoci in un mondo dove luce e ombra convivono in ogni dove, dando vita a un'infinità di gradazioni di grigio, quasi mai inquadrabili semplicisticamente. Le decisioni che frequentemente dovremo prendere sono tra le più scomode mai viste in un videogioco, ci richiederanno di soppesare attentamente molteplici elementi, quando proprio non lasciano altro elemento di giudizio che non sia semplicemente il nostro istinto.
Dovrete presto abituarvi a pagare le vostre scelte con conseguenze inattese, e possiamo scommettere che in più di un'occasione sarete a domandarvi se davvero avete fatto la scelta giusta. E' proprio così che dovrebbe essere un gioco di ruolo degno di questo nome: nemmeno potrete bearvi del lusso di potervi permettere giudizi netti e senza margini di dubbio, vi troverete a scovare aspetti oscuri anche nei migliori "amici" e non sarà raro individuare tratti di umanità anche in quella che si presenta come la peggiore delle carogne. E' proprio l'umanità la chiave del trionfo di CD Projekt, nell'essere riuscita a tratteggiare personaggi credibili dal primo all'ultimo, senza buttare nella mischia paladini immacolati né suercattivi degni di un film di James Bond.
Per fare un esempio, prendiamo la contrapposizione che più avrà peso nell'economia del plot: gli Scoia'tel, guerriglieri a difesa dei non-umani, sono dei combattenti per la libertà, a difesa di minoranze oppresse e discriminate, oppure semplici terroristi? E al contrario, i corpi speciali dell'esercito di Temeria che li combattono sono soldati ligi al dovere e devoti al mantenimento della pace e unità del regno, o un manipolo di fanatici che gioca il ruolo di braccio armato della tirannia? Non illudetevi di trovare una risposta, ma solamente indizi che possono portare tanto a una conclusione quanto all'opposta, qualora dovrete prendere una posizione, sta tutto a voi.
Naturalmente, perché questo meccanismo funzioni, é necessario che tutta la cornice sia altrettanto verosimile, e possiamo dire con piacere che anche qui l'obiettivo sia stato brillantemente conseguito: non c'é luogo che non sia stato ricostruito in modo credibile, e nessun insediamento che non appaia "vivo" a sufficienza da immergerci completamente, senza dover scacciare fastidiose impressioni di artificiosità.
Peraltro, vale la pena di spendere qualche parola sulla longevità di The Witcher 2: al completamento del gioco può essere raggiunto in meno di 30 ore, un quantitativo che potrebbe sembrare sotto gli standard (e che é sicuramente inferiore a quanto offriva il prequel), ma va considerato come la non-linearità figlia della mole di snodi e decisioni "pesanti" su cui dovremo esprimerci, porta a un valore eccellente di replay-value. Per dire, cominciare una nuova partita e scegliendo un cammino opposto a quello affrontato in precedenza, ci troveremmo a giocare praticamente una campagna tutta nuova. Un incentivo alla rigiocabilità sicuramente degno di nota e meritevole di lode.
Che dire, per finire, del comparto tecnico? Se l'audio soddisfa a pieno, tra score epici e un doppiaggio sopraffino (limitato però alla lingua inglese), la grafica é invece divisa tra luci e ombre (i pieno Witcher-style, potremmo sottolineare!): il RED Engine é capace di offrire bellezze a non finire e una resa dei dettagli da capogiro, specie ai massimi settaggi; ma allo stesso tempo il motore denota una pesantezza pachidermica, capace di falciare senza pietà il framerate di sistemi capaci di gestire con disinvoltura anche titoli più graficamente raffinati. Su un dual core E8400 supportato da 4 GB di Ram e una datata ma ancora gagliarda Radeon 3870 (una configurazione ben al di sopra dei requisiti minimi), non ci siamo potuti spingere oltre i dettagli medi senza che la fluidità del gioco venisse messa a durissima prova. Va comunque detto che, nel momento in cui stiamo scrivendo quest'articolo, é già disponibile la prima patch, che, pure senza arrivare a risultati veramente ottimali, riesce a migliorare sensibilmente le performance del nostro PC, oltre che a correggere diversi bug.
Questo ci porta a un'altra doverosa strigliata nei confronti dei programmatori di CD Projekt, che tra sgradevoli clipping, bachi miscellanei e diversi crash rincontrati nel corso della prova, hanno mostrato un lavoro tutt'altro che privo di margini di miglioramento. Neppure le impostazioni dei controlli si sono salvate da tale sfilza di magnagne, impossibilitando l'utilizzo delle freccette direzionali, con buona pace dei giocatori mancini, che non hanno avuto alternativa alcuna all'impiego del meno comodo gamepad. Un altro problema risolto dalla già citata patch, ma da parte di un'esclusiva PC, cose del genere non vorremmo più vederle.
Ma la morale non cambia, The Witcher 2 ha le spalle abbastanza larghe da poter lasciar passare difetti, imprecisioni ed elementi discutibili senza che il bilancio finale non sia meno che lusinghiero.
Fan degli RPG più cristallini? Amanti della buona narrativa disposti a lasciarsi trascinare completamente? Semplicemente, appassionati di ottimi videogames? Fatevi sotto, scoprirete che Geralt é un osso duro, durissimo. E che sarete più che contenti di alzare bandiera bianca e arrendervi al fascino del Lupo Bianco.