The Witcher 2: Assassins of King
di
Un nuovo eroe per i GDR su console
Geralt di Rivia ha finalmente compiuto il grande salto. No, non stiamo parlando di una delle sue innumerevoli imprese, ma ci stiamo riferendo al passaggio che ha portato il witcher nato dalla penna di Andrzej Sapkowski (maestro del fantasy “made in Poland”) a solcare gli orizzonti di Xbox 360 dopo aver deliziato il pubblico PC con i primi due episodi della sua saga. Ancora una volta tutto é nelle mani dei CD Projekt, team polacco che deve le sue fortune e la sua fama proprio al nostro Geralt divenuto, ormai, un punto cardine nelle ludoteche degli appassionati di giochi di ruolo. Ovviamente l'arrivo su Xbox 360 é stato salutato da voci ambivalenti, tra chi salutava con fervore un simile capolavoro e tra chi temeva per una conversione non all'altezza. Ora che, dopo mesi d'attesa, abbiamo il gioco tra le nostre mani, é arrivato il momento di capire se il Lupo Bianco avrà vinto l'ennesima battaglia.
Per chi fosse a digiuno riguardo a questa saga ricordiamo che Geralt di Rivia é un witcher, appunto, cioé un uomo che ha deciso di sottoporsi ad un terribile addestramento e ad alcune mutazioni per diventare un cacciatore di mostri, lavoro assai redditizio, ma visto di traverso sia dalla gente comune che dai governanti. Tutti saranno pronti a chiedere l'aiuto di un witcher quando il proprio villaggio sarà attaccato da un feroce mostro, ma nessuno vorrebbe avere uno di questi valorosi guerrieri alla propria tavola, tale é l'aura di mistero e superstizione che li circonda. Geralt, infatti, non solo deve affrontare terribili combattimenti, ma deve anche misurarsi con gli sguardi torvi della gente, dettati da un mix di curiosità e paura. Sia chiaro, il nostro protagonista non sembra avere poi troppi problemi a gestire certe reazioni (sapete, si narra persino che i withcer possano provare sentimenti!), ma l'aria pesante che porta con sé é decisamente palpabile.
Il gioco parte da una impostazione action-GDR dove il personaggio principale viene visto in terza persona con la telecamera posizionata alle sue spalle, permettendoci così di gestire al meglio le sue peripezie tra combattimenti, esplorazioni e decine di altre situazioni. Ovviamente non abbiamo nessuna intenzione di rovinarvi possibili sorprese riguardo alla trama, vi basti sapere che Geralt si troverà nella complicata situazione di dover risolvere due enormi problemi: la perdita della propria memoria e un fatto di sangue che lo costringerà a fare di tutto per riabilitare il proprio nome... come se già non bastasse la fama di catalizzatori di guai dei witcher! Inutile dire che il viaggio da intraprendere ci condurrà in un mondo tanto affascinante quanto pericoloso, dove dovremo fare del nostro meglio per riuscire a sopravvivere e a capire quali saranno i personaggi realmente amichevoli o chi sarà pronto alla prima occasione a pugnalarci alle spalle.
Fantasy senza favole
Impossibile poi non fare una digressione sullo stile messo in campo dal team di sviluppo per quanto riguarda la narrazione e la caratterizzazione di tutto l'universo ricreato. Il fantasy di The Witcher 2 é quantomai crudo e poco avvezzo a favole varie. Dimenticatevi il principe azzurro e calatevi in un mondo dove il figlio del re più buono é quello meno corrotto, ma non certo lindo e pulito. La popolazione é imbruttita dalle continue guerre, intervallate da momenti di pace che, più che altro, sono fatti di tensioni e minacce di nuovi conflitti. La linea di separazione tra vita e morte é talmente labile da risultare quasi invisibile, tra impiccagioni viste come uno spettacolo, mostri a piede libero e il capriccio dei potenti. Sembra quasi di essere tornati al Medioevo e, anzi, é chiara l'ispirazione di Sapkowski. Geralt, come tutti coloro con cui si rapporta, é magnificamente dipinto in ogni sua sfumatura, mostrando una personalità formatasi in un mondo dove gli unici momenti in cui ci si può abbandonare al piacere paiono essere le bevute in taverna o le fugaci viste ai letti delle prostitute.
La società vive inoltre l'attualissimo problema del razzismo, con gli umani, classe dominante, ben poco disposti a fidarsi di nani, elfi e altre razze. Non che i non-umani siano più disponibili al dialogo. Appaiono, infatti, diffidenti e aggressivi in seguito a decenni di vessazioni e ghettizzazione. Tutto é reso alla perfezione, con i giocatori che non potranno fare altro che lasciarsi rapire da questa ambientazione crudele, si, ma terribilmente affascinante. Non solo trama e caratterizzazione, però, perché anche il gameplay riesce nell'intento di soddisfare anche l'utente più esigente. Archiviate le meccaniche punta e clicca, i combattimenti si basano su una tipologia action fatta di combo e simili che é palesemente nata per essere gestita tramite gamepad. I tasti a nostra disposizione non mostrano alcun problema nel farci utilizzare armi, schivate, magie e quant'altro, regalandoci un buon senso d'immedesimazione nel nostro Geralt.
Merita menzione tutto quello che dovremo tenere a mente per evitare di cadere sotto i colpi dei nemici. Per prima cosa sarà necessario ricordare che uno witcher che si rispetti deve portare sempre con sé una spada d'acciaio e una d'argento per combattere, rispettivamente, contro umani e mostri. Inoltre il nostro campionario di magie non sarà certo quello di un potente stregone, ma ci permetterà di utilizzare i Segni, cioé degli incantesimi di potenza minore adattissimi, però, a salvarci la pelle tra attacchi di fuoco, barriere, onde d'urto e altre amenità.
Geralt di Rivia ha finalmente compiuto il grande salto. No, non stiamo parlando di una delle sue innumerevoli imprese, ma ci stiamo riferendo al passaggio che ha portato il witcher nato dalla penna di Andrzej Sapkowski (maestro del fantasy “made in Poland”) a solcare gli orizzonti di Xbox 360 dopo aver deliziato il pubblico PC con i primi due episodi della sua saga. Ancora una volta tutto é nelle mani dei CD Projekt, team polacco che deve le sue fortune e la sua fama proprio al nostro Geralt divenuto, ormai, un punto cardine nelle ludoteche degli appassionati di giochi di ruolo. Ovviamente l'arrivo su Xbox 360 é stato salutato da voci ambivalenti, tra chi salutava con fervore un simile capolavoro e tra chi temeva per una conversione non all'altezza. Ora che, dopo mesi d'attesa, abbiamo il gioco tra le nostre mani, é arrivato il momento di capire se il Lupo Bianco avrà vinto l'ennesima battaglia.
Per chi fosse a digiuno riguardo a questa saga ricordiamo che Geralt di Rivia é un witcher, appunto, cioé un uomo che ha deciso di sottoporsi ad un terribile addestramento e ad alcune mutazioni per diventare un cacciatore di mostri, lavoro assai redditizio, ma visto di traverso sia dalla gente comune che dai governanti. Tutti saranno pronti a chiedere l'aiuto di un witcher quando il proprio villaggio sarà attaccato da un feroce mostro, ma nessuno vorrebbe avere uno di questi valorosi guerrieri alla propria tavola, tale é l'aura di mistero e superstizione che li circonda. Geralt, infatti, non solo deve affrontare terribili combattimenti, ma deve anche misurarsi con gli sguardi torvi della gente, dettati da un mix di curiosità e paura. Sia chiaro, il nostro protagonista non sembra avere poi troppi problemi a gestire certe reazioni (sapete, si narra persino che i withcer possano provare sentimenti!), ma l'aria pesante che porta con sé é decisamente palpabile.
Il gioco parte da una impostazione action-GDR dove il personaggio principale viene visto in terza persona con la telecamera posizionata alle sue spalle, permettendoci così di gestire al meglio le sue peripezie tra combattimenti, esplorazioni e decine di altre situazioni. Ovviamente non abbiamo nessuna intenzione di rovinarvi possibili sorprese riguardo alla trama, vi basti sapere che Geralt si troverà nella complicata situazione di dover risolvere due enormi problemi: la perdita della propria memoria e un fatto di sangue che lo costringerà a fare di tutto per riabilitare il proprio nome... come se già non bastasse la fama di catalizzatori di guai dei witcher! Inutile dire che il viaggio da intraprendere ci condurrà in un mondo tanto affascinante quanto pericoloso, dove dovremo fare del nostro meglio per riuscire a sopravvivere e a capire quali saranno i personaggi realmente amichevoli o chi sarà pronto alla prima occasione a pugnalarci alle spalle.
Fantasy senza favole
Impossibile poi non fare una digressione sullo stile messo in campo dal team di sviluppo per quanto riguarda la narrazione e la caratterizzazione di tutto l'universo ricreato. Il fantasy di The Witcher 2 é quantomai crudo e poco avvezzo a favole varie. Dimenticatevi il principe azzurro e calatevi in un mondo dove il figlio del re più buono é quello meno corrotto, ma non certo lindo e pulito. La popolazione é imbruttita dalle continue guerre, intervallate da momenti di pace che, più che altro, sono fatti di tensioni e minacce di nuovi conflitti. La linea di separazione tra vita e morte é talmente labile da risultare quasi invisibile, tra impiccagioni viste come uno spettacolo, mostri a piede libero e il capriccio dei potenti. Sembra quasi di essere tornati al Medioevo e, anzi, é chiara l'ispirazione di Sapkowski. Geralt, come tutti coloro con cui si rapporta, é magnificamente dipinto in ogni sua sfumatura, mostrando una personalità formatasi in un mondo dove gli unici momenti in cui ci si può abbandonare al piacere paiono essere le bevute in taverna o le fugaci viste ai letti delle prostitute.
La società vive inoltre l'attualissimo problema del razzismo, con gli umani, classe dominante, ben poco disposti a fidarsi di nani, elfi e altre razze. Non che i non-umani siano più disponibili al dialogo. Appaiono, infatti, diffidenti e aggressivi in seguito a decenni di vessazioni e ghettizzazione. Tutto é reso alla perfezione, con i giocatori che non potranno fare altro che lasciarsi rapire da questa ambientazione crudele, si, ma terribilmente affascinante. Non solo trama e caratterizzazione, però, perché anche il gameplay riesce nell'intento di soddisfare anche l'utente più esigente. Archiviate le meccaniche punta e clicca, i combattimenti si basano su una tipologia action fatta di combo e simili che é palesemente nata per essere gestita tramite gamepad. I tasti a nostra disposizione non mostrano alcun problema nel farci utilizzare armi, schivate, magie e quant'altro, regalandoci un buon senso d'immedesimazione nel nostro Geralt.
Merita menzione tutto quello che dovremo tenere a mente per evitare di cadere sotto i colpi dei nemici. Per prima cosa sarà necessario ricordare che uno witcher che si rispetti deve portare sempre con sé una spada d'acciaio e una d'argento per combattere, rispettivamente, contro umani e mostri. Inoltre il nostro campionario di magie non sarà certo quello di un potente stregone, ma ci permetterà di utilizzare i Segni, cioé degli incantesimi di potenza minore adattissimi, però, a salvarci la pelle tra attacchi di fuoco, barriere, onde d'urto e altre amenità.