The Witcher 3: Wild Hunt

di Simone Rampazzi
Tra annunci altisonanti e continui rimandi, spesso anche a ridosso delle ipotetiche date d'uscita, abbiamo The Witcher 3 tra le nostre mani. Un'altalena di emozioni che hanno accompagnato lo sviluppo di questo attesissimo titolo, tratto dalla saga omonima di Andrzej Sapkowski, che si conferma come uno dei titoli più attesi di tutto il 2015.

Una storia incredibile in continuo movimento



Il mondo é dilaniato dalla guerra e l'apparizione nei cieli dell'aurora boreale porta con sé un terribile presagio, riguardante l'avvento di un esercito sanguinario soprannominato la Caccia Selvaggia, composto da spregevoli fantasmi pronti a divorare le anime dei caduti per rinfoltire le proprie fila di dannati.

Costoro sono anche alla ricerca di una bambina, ora divenuta una giovane adolescente, che custodisce al suo interno il possente Sangue Ancestrale, una fonte di inconsueto talento magico che garantisce, al suo possessore, la dote di modificare lo spazio ed il tempo a suo piacimento.

Cirilla Fiona Elen Riannon non é solo la la preda della Caccia Selvaggia, ma é anche la figlia adottiva di Geralt di Rivia ed il loro destino, insieme a quello di moltissime altre persone, sarà determinato da una serie di scelte importanti di cui voi, videogiocatori, vi farete carico durante il corso dell'avventura.



La trama, che non vi sveliamo oltre per non danneggiare la vostra esperienza di gioco, é praticamente la chiave di volta su cui il gioco sviluppa ottimamente il suo arco di trionfo, composto da elementi ruolistici ben curati in ogni particolare, nonché di una serie di quest e side-quest realizzate a puntino per approfondire ed ampliare la vostra permanenza, nel gioco, per un quantitativo di ore smisurato. Certo, é possibile fare una run sbrigando le faccende “principali” senza curarsi di tutta una fitta sotto-trama di storie collaterali, ma anche in questo modo si riesce serenamente a toccare picchi superiori alle venti ore di gioco.

Ma il collante che riesce a tenere insieme queste molteplici storie é il “mondo aperto” che le contiene, visto che appare ai nostri occhi completamente privo di caricamenti nonché ipoteticamente infinito visto che, anche cercando di esplorarlo a fondo, non ci si può fare a meno di perdersi in paludi tormentate da strane presenze maligne, in distese pianeggianti sorvegliate da pericolose viverne od in città pullulanti di vita come Nevigrad, la quale nasconde al suo interno un substrato brulicante di informazioni e avventure che ci ha fatto testualmente strabuzzare gli occhi gridando all'ennesimo miracolo.

I ragazzi di CD Projekt RED hanno compreso le potenzialità molteplici di una sceneggiatura coinvolgente e finemente realizzata, passando poi alle dinamiche plurime dell'Open World e le hanno applicate confezionando un prodotto praticamente inattaccabile e longevo oltre ogni misura, senza poi tener conto che le nostre scelte influenzano il mondo intorno a noi, determinando delle risoluzioni inaspettate anche a lungo termine che vi faranno, più di una volta, domandare se avrete fatto la scelta giusta oppure no. Ogni raggio parte dal suo centro senza percorrere una linea retta, ma bensì curva e torna indietro più forte di un boomerang senza che il giocatore se lo aspetti.



Cavallo vincente non si cambia



Il cambio del sistema di gioco é stato sicuramente il più importante cambiamento avvenuto nel passaggio tra il primo e il secondo capitolo del gioco. Oggi ci troviamo di fronte ad una evoluzione delle meccaniche sviluppate in Assassins of Kings, considerato che possiamo contare sui soliti fendenti leggeri e potenti delle nostre due spade, nonché sull'utilizzo dei Segni come supporto alle nostre strategie di battaglia.

In effetti parliamo proprio di questo, ovvero di strategie. Il Witcher é per eccellenza un cacciatore che non si espone a testa bassa durante uno scontro, ma cerca di pianificare per tempo tutta una serie di espedienti e tattiche che dipingono qualsiasi scenario sfavorevole a cui il guerriero deve porre riparo. Come se ogni dettame del buon Sun Tzu fosse stato elaborato ed applicato a dovere, Geralt potrà contare su una serie di schede approfondite, non più ad albero come nel precedente capitolo, dove si potranno visualizzare ed assegnare dei perk, nello specifico denominate: Combattimento, Segni, Alchimia ed Abilità.
Il Witcher é un cacciatore che pianifica e non si tuffa a testa bassa negli scontri


Ognuna di queste specifiche sezioni potrà essere accompagnata da un Mutagene, che vedrà il proprio effetto di appartenenza ampliato, e persino associato, alle skill dello stesso colore. Per farvi un esempio pratico, il mutagene blu si accompagna allo skill-tree dei Segni, dunque se lo applicherete insieme alle medesime abilità potrete veder aumentare l'intensità delle vostre magie di una determinata percentuale, che va salendo a seconda dei punti che spenderete ad ogni avanzamento livello.

Passando alle fasi più frenetiche e dinamiche degli scontri, sarà indispensabile affinare il proprio timing di approccio agli eventuali avversari che incontreremo, sottolineando per inciso che nella maggior parte dei casi parteciperemo a scontri concitati con più di un nemico per volta. Abbiamo notato, in questo particolare frangente, che il passaggio durante il “targeting” dell'obbiettivo é molto legnoso, motivo che ci ha fatto conservare un approccio più audace e meno conservativo. Ovviamente vi consigliamo di mescolare le carte in tavola più spesso che potete, alternando attacchi fisici con l'utilizzo di alcune bombe create ad hoc per l'occasione, allegato ad un buon utilizzo degli segni che sarà possibile visionare nel bestiario, dove vi verrà indicata nello specifico la descrizione e la debolezza del mostro che andrete ad affrontare, solo se prima ne avrete letto qualche informazione in un compendio specializzato o ne avrete ammazzato un'esponente della specie.

E' stata introdotta anche una nuova abilità per il nostro Witcher, che si traduce in un vero e proprio sesto senso, il quale consiste nell'evidenziare in rosso un'area di interesse al fine di mettere in risalto possibili piste da seguire durante una caccia al mostro, oppure per completare delle indagini investigative.



Ogni senso vuole la sua parte



Tolto il tatto, il gusto e l'olfatto, che purtroppo non é ancora possibile soddisfare nell'industria videoludica moderna, non possiamo esimerci dal spendere quattro parole per il lavoro svolto sul comparto grafico e sonoro del titolo, considerando che la resa finale supera ogni aspettativa che ci eravamo imposti precedentemente. Visivamente il gioco sfrutta benissimo il REDengine 3, mostrandoci un lavoro tremendamente preciso sulla realizzazione di tutta l'ambientazione di gioco, che presenta delle texture molto definite coadiuvate da ottimi effetti PhysX per il motore fisico degli oggetti all'interno dell'offerta.

Provando il gioco su console next-gen di casa PlayStation, abbiamo assistito ad un buona ottimizzazione del prodotto, che risulta convincente e all'avanguardia in ogni sua sfaccettatura. Peccato non essere riusciti a provare il gioco sul nostro amato calcolatore, più che altro per cercare di compiere uno stress test così da capire fin dove il gioco riesce a spingersi con un buon hardware a supporto. Ci teniamo, per dovere di cronaca, a riferire che la nostra prova ha risentito di parecchi bug e glitch, ma speriamo che questi piccoli espedienti siano legati al fatto che i nostri test avvenivano con una copia preview su console di debug.



Ed alla fine dei conti..



Il nuovo The Witcher 3: Wild Hunt promette di regalarvi intense emozioni sotto tutti i punti di vista, considerato il fatto che avrete la possibilità di passare lunghissime ore in compagnia del noto Geralt di Rivia, senza il minimo tedio o rammarico, grazie allo sviluppo di un open world immenso unito ad una serie di meccaniche basilari, ma allo stesso tempo complesse ed intriganti.


E' giunto il momento di tornare ad essere dei Witcher.

L'Open World realizzato da CD Projekt RED é immenso