Thief

di Valerio De Vittorio
Può avere senso recuperare una serie di nicchia che ha vissuto il proprio momento di massimo splendore a cavallo tra fine anni '90 ed il 2000? Dopo che Looking Glass praticamente inventò un genere nel 1998 lanciando sul mercato Thief e poco dopo il relativo seguito, un terzo capitolo deluse i fan condannando la saga al dimenticatoio. Nel 2009 Square Enix annuncio Thief 4, non un vero nuovo capitolo ma un reboot, per rilanciare quest'amata serie nell'epoca moderna. Lo sviluppo é stato piuttosto travagliato e forse anche l'uscita di un certo Dishonored nel mezzo deve aver creato qualche scompenso in fase di progettazione. Comunque, alla fine, Eidos Montreal ce l'ha fatta e Thief é arrivato nei negozi. Noi abbiamo approfittato dell'accesso anticipato al gioco grazie ad un codice PC completo e, giunti ai titoli di coda, siamo qui a raccontarvi com'é andata.

Ladri rivoluzionari
Sebbene si ispiri all'opera originale, questo nuovo Thief ci racconta una storia un po' diversa. Non entreremo troppo nello specifico, sia per non rovinarvi la trama ma anche perché il focus del gioco non é incentrato sulla narrazione. Il protagonista é Garret, un ladro professionista, che si muove per le strade della Città, un agglomerato di case che come nella saga originale non ha un nome preciso. L'ambientazione potrebbe richiamare ad un'epoca vittoriana, vista attraverso un filtro vagamente Steampunk e con un pizzico di esoterismo. Insomma, gli ingredienti, se conoscete la saga, vi dovrebbero essere abbastanza familiari. La Città é governata da uno spietato Barone e durante la storia vedremo insorgere una rivolta, un po' come avvenuto nell'ultimo Bioshock Infinite. Non andiamo oltre, ma come accennavamo prima, la narrazione non é il punto forte di questo Thief. Se infatti l'atmosfera é anche abbastanza azzeccata, gli eventi che ci vengono descritti nell'arco della campagna principale non convincono appieno. Un po' la sceneggiatura stenta ad attirare l'attenzione, un po' i colpi di scena, se non prevedibili, sono quanto meno banali e un po' manca una successione convincente negli episodi. Insomma, assistiamo più ad una sequenza di avvenimenti utilizzati come scusa per sbatterci da un lato all'altro della Città, mentre sullo sfondo si consumano avvicendamenti politici e strani fenomeni paranormali.




Esperienza stealth pura
Messa da parte una poco convincente componente narrativa, ci si può dedicare al gameplay puro, elemento fortunatamente più riuscito sebbene non senza qualche ombra di troppo. Thief contribuì ad inventare il genere stealth, e questo reboot si ritrova col non facile compito di mescolare meccaniche tradizionali con elementi moderni al fine di abbracciare un pubblico il più variegato possibile. La strada intrapresa é sulla carta vincente, ovvero lasciare al giocatore la libertà di personalizzare l'esperienza. Infatti si fa notare da subito la scelta del livello di difficoltà, che normalmente offre tre o più opzioni, ma in questo nuovo Thief troviamo una ulteriore scelta. Infatti in un menu apposito ci si può sbizzarrire nell'attivare o meno delle spunte al fine di disattivare aiuti o, al contrario, abilitare alcuni modificatori, al fine di rendere più realistica la partita. Non solo, dal menu opzioni avremo completa padronanza dell'interfaccia, che possiamo ridurre ai minimi termini, al fine di complicarci la vita e creare così l'esperienza stealth definitiva.

Queste, almeno, le intenzioni, che però purtroppo si scontrano con una concezione del gameplay che poco asseconda le ambizioni di Eidos Montreal. Il gioco é strutturato come una sequenza di obiettivi da portare a termine, principalmente oggetti da rubare. Per raggiungere lo scopo, Garrett deve attraversare una serie di sezioni che é possibile affrontare seguendo un approccio tra i molteplici a disposizione. Spesso vi saranno delle guardie da evitare o far fuori silenziosamente. Noi ci potremo nascondere nell'ombra e. grazie alla Gemma della Luce, possiamo sempre renderci conto quanto siamo visibili agli occhi nemici. Proprio come nell'originale, abbiamo a disposizione un arco che risulta utile più come strumento strategico che d'offesa. Grazie alle frecce d'acqua, ad esempio, é possibile spegnere una torcia, e creare così una zona d'ombra in più. La freccia spuntata, invece, può attivare un'interruttore o creare un suono lontano da noi e distrarre così le guardie. L'ambiente offre diversi spunti da sfruttare, come vie alternative da percorrere per evitare degli ostacoli. E poi ci sono segreti e tesori preziosi da scovare. Insomma, Thief nonostante rimanga un'esperienza piuttosto lineare, offre diversi spunti per deviare dal tragitto principale. Un espediente che riesce solo in parte a celare uno dei limiti principali del gioco.

Quando l'allievo supera il maestro

Il paragone con Dishonored purtroppo prima o poi va fatto, e c'é da dire che Thief non ne esce in modo brillante. Sebbene il titolo Arkane Studios possa esistere proprio grazie alle intuizioni di Looking Glass del lontano 1998, il reboot di Eidos Montreal non riesce a competere con l'allievo. La libertà concessa dal concorrente é nettamente superiore e non solo in termini di azioni che é possibile compiere, ma più semplicemente nelle sensazioni restituite da un mondo realmente interattivo. Al contrario in Thief abbiamo mappe sì articolate, ma costrittive e pesantemente guidate. Fortunatamente avanzando nel gioco, la situazione migliora, ma si tratta più che altro di un aumento della strade percorribili, i limiti di fondo restano. Così dal proprio inventario possiamo attingere a strumenti come le già citate frecce per spegnere una torcia, oppure estrarre una punta infuocata ed incendiare una pozza di petrolio ed attirare le guardie. O alternativamente scovare un passaggio segreto bloccato da una grata che con lo strumento adatto può essere rimossa. O ancora lanciare una corda ed arrampicarci, ma solo se troviamo un punto sensibile al quale agganciarla.



Nonostante infatti questi elementi ed un Hub centrale liberamente esplorabile dal quale possiamo accedere ai vari livelli della trama, il titolo Eidos Montreal costringe l'utente all'interno di regole ferree, con un'interattività limitata agli elementi sensibili. Possiamo ad esempio sparare una freccia con la corda per raggiungere un punto della mappa, ma questa si attacca solo ai pochissimi punti sensibili. Poco importa se vediamo sporgenze apparentemente adeguate, se il gioco non lo prevede queste non possono essere utilizzate. C'é una cassa sulla quale normalmente possiamo arrampicarci, ma se gli sviluppatori non hanno deciso di permettercelo, di lì non si potrà passare. In poche parole, possibilità di scelta ce ne sono, ma ben presto il trucco salta all'occhio e sarà difficile non notarlo. Se ci lasciamo imbrigliare nelle a volte troppo strette maglie del gameplay, comunque, Thief intrattiene ed offre anche un buon livello di sfida.L'intelligenza artificiale delle guardie é piuttosto standard per il genere. Queste seguono pattern predefiniti anche se non sempre così espliciti, e hanno diversi gradi di attenzione attivati a seconda delle vostre azioni. In generale la loro programmazione ci ha soddisfatti anche se non mancano incongruenze tipiche del genere.

Unreal Engine in modalità ladro
Il motore grafico di Thief é l'Unreal Engine che nonostante il cambio generazionale riesce ancora a dire la sua. Infatti, la versione PC si é rivelata quella più brillante in termini estetici e nonostante non possa mascherare le origini da vecchia generazione, si fa perdonare con effetti azzeccati e personaggi ben modellati. L'illuminazione, importantissima per un titolo del genere, é decisamente ben fatta. Così come gradevoli sono elementi quali il fumo e l'acqua. In generale nonostante la veneranda età dell'engine, diversi accorgimenti permettono alla componente grafica di Thief di risultare gradevole, oltreché leggera per configurazioni hardware non particolarmente prestanti. Buono anche il sonoro, con musiche che fanno il proprio dovere ed un doppiaggio in italiano discretamente realizzato.Per quanto riguarda la longevità, il titolo offre una decina di ore di campagna, giocata a livello di difficoltà medio e senza perdere tempo con missioni secondarie (da scovare esplorando la Città) o cercando i vari segreti. Ma sarebbe uno spreco perdersi questi elementi, capaci di dare valore aggiunto e profondità all'esperienza di gioco.