This War of Mine: The Little Ones
Abbiamo ormai dato per assodato, nel corso delle recensioni pubblicate sul nostro sito per i titoli usciti su Switch, che la console portatile di casa Nintendo sta aggiungendo tra le sue proposte un buon palinsesto di titoli usciti in precedenza sulle altre piattaforme. Quello che più impressiona della console, insieme al lavoro degli sviluppatori, è il modo in cui riesce perfettamente ad accogliere diverse tipologie di prodotti, adattandoli al contempo alla sua natura portatile, vero pregio che fa invidia alle controparti di settore.
Tra i coloratissimi titoli adatti ai più giovani, spiccano anche prodotti un po' più impegnativi, come il recentissimo porting This War of Mine. Partiamo subito col dirvi che il gioco sviluppato dagli 11 Bit Studios non ci va per la leggera, proponendo al pubblico un contesto difficile non solo a livello di ambientazione, ma anche a livello puramente gestionale.
SOPRAVVIVERE A TUTTI I COSTI
Nei panni di un gruppo di civili abbandonati tra le macerie di una città sotto assedio, il giocatore deve lottare contro le avversità senza esclusione di colpi, con l’unica intenzione di cercare il più a lungo possibile di sopravvivere alle difficoltà, osservando e vivendo la guerra da un punto di vista completamente diverso dal solito.
Non faremo infatti parte di un gruppo elitario di soldati super muscolosi, ma dovremo invece prendere le redini di persone totalmente normali, che fino all’inizio della guerra vivevano la loro vita facendo tutt’altro. I sopravvissuti al disastro si trovano presto stipati dentro un casale abbandonato, posti immediatamente di fronte a situazioni ostiche e moralmente complesse, che passano dal rendere il luogo dove si trovano un rifugio sicuro all’uscire per le strade della città alla ricerca di qualsiasi mezzo di sostentamento.
Che si tratti di cibo, scorte mediche o scarti, ogni oggetto può fare la differenza una volta raggiunto il rifugio, perché potrebbe essere utilizzato più avanti per costruire un deposito d’acqua, dei letti comodi o persino qualche strumento per riscaldare il cibo o difendersi dall’attacco di qualche bandito. Come potete immaginare, l’avventura inizia da qui ma nessuno potrà assicurarvi una sopravvivenza longeva, poiché uscire dal rifugio per cercare i beni primari sopracitati potrebbe tradursi in una morte certa.
A livello di gameplay, per coloro i quali non conoscono il gioco, si parla di un survival in piena regola e anche piuttosto ostico, capace di sfruttare un sistema di classi e statistiche necessario per gestire le attività giornaliere proposte dall’intervallo giorno/notte. Lo scandire del tempo determina anche la tipologia di lavori da portare a termine per sopravvivere: di giorno abbiamo la possibilità di gestire le esigenze del gruppo di sopravvissuti sotto il nostro comando, mentre di notte siamo costretti ad andare in giro per la città assediata, raccogliendo qualsivoglia materiale capace di entrare nel nostro zaino.
Giorno dopo giorno la situazione si complica, visto e considerato che entrano in gioco componenti ruolistiche particolari e stratificate, come l’umore, le malattie, il cambio stagione e molto altro, che nell’insieme finiranno per decretare il game over qualora gestite in modo superficiale. Ogni componente del gruppo ha pregi e difetti caratteriali, unite alla possibilità di accogliere anche degli estranei in casa, che potrebbero fornirci scambi fruttuosi oppure missioni secondarie di salvataggio.
Non esiste quindi un manuale delle giovani marmotte adatto a farvi risolvere ogni problema, motivo per cui vi troverete sicuramente a fare più di una run in compagnia del gioco, affinando ora dopo ora ogni possibile risposta alle situazioni più disparate. Soddisfare le necessità di uno dei sopravvissuti nel gruppo potrebbe facilitargli la vita, rendendo quella del compagno più complicata solo per una questione di tempo a disposizione. È infatti opportuno cercare di lavorare al rifugio con calma, facendo in modo che tutti vengano soddisfatti un minimo piano piano, piuttosto che invece concentrarsi su una persona sola.
Per migliorare la longevità del titolo è presente anche una modalità pensata al fine di personalizzare l’inizio della vostra avventura, in modo da poter scegliere non soltanto i personaggi con cui inizierete il gioco, ma anche altre caratteristiche come il cambio stagione e l’intensità dei conflitti. Purtroppo, un vero e proprio easy mode non esiste, perché il gioco anche alla difficoltà più bassa è capace di metterti alla prova senza lasciarti il tempo materiale di respirare.
PORTING SU SWITCH
La console portatile di casa Nintendo accoglie bonariamente il lavoro di 11Bit Studios, grazie a una conversione diretta del motore grafico utilizzato con l’originale, così da ricreare le ambientazioni tenebrose di questo racconto, disegnate con un tratto leggero disegnato a matita, pronto a farci seguire il racconto senza troppa fatica e senza sforzare troppo l’hardware a disposizione della console.
Sia in modalità dock che portatile il gioco si comporta egregiamente, senza soffrire chiaramente di lag o cali di framerate vista la natura strategica del gioco. Anche se avremmo preferito un leggero calo del prezzo (sui 29.99 sarebbe stato ottimo) il titolo si presenta sul mercato della grande N con tutti i DLC usciti fino a oggi, regalando dunque ai giocatori il pacchetto nella sua interezza.