Thunderbirds
di
Thunderbirds è stato uno dei telefilm cult degni anni '60. Questa serie fantascientifica aveva di caratteristico l'introduzione di una tecnica d'animazione denominata "supermarionation"; che permetteva a dei personaggi simil marionette, di muoversi e agire "quasi" come attori veri. Di recente Thunderbirds è ritornato, dopo una lunghissima assenza, sul piccolo schermo anche in Italia (su Italia1 in terza serata), e questa nostalgia della saga è culminata nell'omonimo film trasmesso qualche tempo fa nelle sale cinematografiche nostrane. Ed è proprio dalla pellicola che trae ispirazione l'omonimo videogioco sviluppato dagli esperti Saffire.
Quando i normali eserciti e le armi convenzionali non sono in grado di fermare i piani di distruzione di un pazzo criminale come Hood, è tempo che intervengano i Thunderbirds, un team internazionale di sicurezza, formato da tre baldi giovani: Alan Tracy ed i suoi due amici, Fermat e Tin Tin.
40 anni e sentirli tutti
Il gioco si articola in due diversi stili di gameplay: un'avventura in terza persona con visuale isometrica ed uno sparatutto vecchio stile.
La fase avventurosa, ci accompagnerà in nove diverse missioni, dove avremo modo di controllare i tra già citati protagonisti. La meccanica ricorda per certi versi quella di un classico come "The lost Vikings" (riproposto recentemente proprio sul Gba) e saremo chiamati a far cooperare i tre amici per poter completare i semplici obbiettivi che ci verranno richiesti. Ogni personaggio ha le sue caratteristiche peculiari: Alan è quello più agile, ed è in grado di saltare e di spostare le casse, Fermat invece può hackare i computer e rotolare attraverso i condotti di ventilazione, mentre Tin Tin (la ragazza del gruppo) è dotata di un potere paranormale, la telecinesi, con il quale può interagire a distanza con vari oggetti.
Per superare ogni area dovremo sfruttare le diverse abilità di ognuno, controllandoli tutti e tre contemporaneamente, o utilizzandone uno per volta. I vari enigmi proposti sono però davvero elementari, si limitano, infatti, a spostare una determinata leva, schiacciare il pulsante che apre la porta, recuperare un determinato oggetto (generalmente sempre in bella mostra).
Questo è in sostanza tutto quello che c'è da fare in queste sezioni del gioco, caratterizzate insomma da un ritmo veramente blando e da un livello di sfida davvero molto basso.
Nel versante "sparatutto" la sinfonia non cambia poi di molto: dovremo sparare su e già per lo schermo a bordo del nostro "Thunderbird", cercando di evitare spiacevoli collisioni, e recuperando vari items. Anche in questo caso il livello d'interazione sarà molto limitato, il ritmo è leggermente più alto ma la ripetitività la farà presto da padrone.
Non si salva purtroppo nemmeno la realizzazione tecnica, le ambientazioni sono povere, i personaggi poco dettagliati e dotati di pochissime animazioni e si verificano alcuni problemi di collisione. Il sonoro lo stesso presenta musiche poco ispirate e suoni piuttosto ripetitivi a livello di produzioni 8-bit.
Dispiace veramente affossare un titolo, perché sappiamo che dietro ogni gioco c'è sempre del lavoro e quindi dei sacrifici da parte gli sviluppatori, ma Thunderbirds fa acqua veramente da tutte le parti. Saffire, e soprattutto Vivendi ci hanno abituato a ben altri giochi in questi anni e crediamo e speriamo che questo sia solamente uno spiacevole incidente di percorso.
Quando i normali eserciti e le armi convenzionali non sono in grado di fermare i piani di distruzione di un pazzo criminale come Hood, è tempo che intervengano i Thunderbirds, un team internazionale di sicurezza, formato da tre baldi giovani: Alan Tracy ed i suoi due amici, Fermat e Tin Tin.
40 anni e sentirli tutti
Il gioco si articola in due diversi stili di gameplay: un'avventura in terza persona con visuale isometrica ed uno sparatutto vecchio stile.
La fase avventurosa, ci accompagnerà in nove diverse missioni, dove avremo modo di controllare i tra già citati protagonisti. La meccanica ricorda per certi versi quella di un classico come "The lost Vikings" (riproposto recentemente proprio sul Gba) e saremo chiamati a far cooperare i tre amici per poter completare i semplici obbiettivi che ci verranno richiesti. Ogni personaggio ha le sue caratteristiche peculiari: Alan è quello più agile, ed è in grado di saltare e di spostare le casse, Fermat invece può hackare i computer e rotolare attraverso i condotti di ventilazione, mentre Tin Tin (la ragazza del gruppo) è dotata di un potere paranormale, la telecinesi, con il quale può interagire a distanza con vari oggetti.
Per superare ogni area dovremo sfruttare le diverse abilità di ognuno, controllandoli tutti e tre contemporaneamente, o utilizzandone uno per volta. I vari enigmi proposti sono però davvero elementari, si limitano, infatti, a spostare una determinata leva, schiacciare il pulsante che apre la porta, recuperare un determinato oggetto (generalmente sempre in bella mostra).
Questo è in sostanza tutto quello che c'è da fare in queste sezioni del gioco, caratterizzate insomma da un ritmo veramente blando e da un livello di sfida davvero molto basso.
Nel versante "sparatutto" la sinfonia non cambia poi di molto: dovremo sparare su e già per lo schermo a bordo del nostro "Thunderbird", cercando di evitare spiacevoli collisioni, e recuperando vari items. Anche in questo caso il livello d'interazione sarà molto limitato, il ritmo è leggermente più alto ma la ripetitività la farà presto da padrone.
Non si salva purtroppo nemmeno la realizzazione tecnica, le ambientazioni sono povere, i personaggi poco dettagliati e dotati di pochissime animazioni e si verificano alcuni problemi di collisione. Il sonoro lo stesso presenta musiche poco ispirate e suoni piuttosto ripetitivi a livello di produzioni 8-bit.
Dispiace veramente affossare un titolo, perché sappiamo che dietro ogni gioco c'è sempre del lavoro e quindi dei sacrifici da parte gli sviluppatori, ma Thunderbirds fa acqua veramente da tutte le parti. Saffire, e soprattutto Vivendi ci hanno abituato a ben altri giochi in questi anni e crediamo e speriamo che questo sia solamente uno spiacevole incidente di percorso.