Thunderhawk: Operation Phoenix
di
ALLACCIARE LE CINTURE
La quantità di pratica necessaria per acquisire familiarità coi comandi del Thunderhawk é piuttosto alta: inizialmente infatti il sistema di controllo del gioco si schianta addosso al giocatore con una certa pesantezza e le prime partite di prova si concluderanno probabilmente con terribili fiaschi. Ciò é dovuto alla spiccata ricerca di un metodo di comando che mettesse il giocatore nelle condizioni adatte per sfruttare tutte le peculiarità di un mezzo agile e versatile come il Thunderhawk: Core Design ha dunque fatto alcune scelte che tendono maggiormente verso un approccio simulativo, tralasciando di fatto un'impostazione maggiormente arcade. Innanzitutto, entrambi gli stick analogici sono impiegati per il controllo del mezzo: la levetta sinistra regola l'inclinazione del mezzo (e di conseguenza i suoi spostamenti in avanti o a ritroso) e permette rapidi spostamenti laterali (importantissimi per schivare gli attacchi nemici), mentre quella destra é delegata al controllo dell'altitudine dell'elicottero e alla rotazione dello stesso. Qualche ora di prova negli appositi scenari di allenamento servirà sicuramente per fare buona conoscenza con questo atipico set di controlli, sebbene solamente col loro utilizzo in mezzo all'azione vera e propria sarà possibile acquisire la sicurezza necessaria per proseguire senza troppi problemi nel gioco. Al contrario, il sistema di gestione e utilizzo degli armamenti (con relativo "lock" dei bersagli) é veloce, pratico, e molto efficace. Ottimo, sebbene elementare, é anche il metodo di comunicazione con gli altri compagni di squadra, sebbene la loro bassa intelligenza artificiale li renda spesso e volentieri delle semplici esche per il nemico
Per seguire l'azione di gioco é possibile utilizzare tre diverse inquadrature, fra le quali spicca quella in prima persona, con tanto di cabina virtuale ben realizzata. Inoltre, il gioco mette a disposizione ulteriori visuali aggiuntive che si attivano a seconda delle varie circostanze, come la telecamera relativa al missile (grazie alla quale é anche possibile indirizzare i razzi verso un bersaglio, prendendone direttamente il controllo) e una pratica visuale sottostante, essenziale per lo sgancio delle bombe. Anche l'hud della cabina é reso molto bene, comprensivo di tutte le informazioni necessarie per il volo e dotato anche di un pratico mini-monitor che indica il tipo di bersaglio attualmente "lockato". L'importanza della strumentazione é basilare, in Operation Phoenix, dal momento che la bassa visibilità di molte missioni costringerà il giocatore ad affidarsi totalmente ai dati degli indicatori: sotto quest'ottica il raggio medio-corto coperto dal radar del gioco sembra spesso insufficiente
La quantità di pratica necessaria per acquisire familiarità coi comandi del Thunderhawk é piuttosto alta: inizialmente infatti il sistema di controllo del gioco si schianta addosso al giocatore con una certa pesantezza e le prime partite di prova si concluderanno probabilmente con terribili fiaschi. Ciò é dovuto alla spiccata ricerca di un metodo di comando che mettesse il giocatore nelle condizioni adatte per sfruttare tutte le peculiarità di un mezzo agile e versatile come il Thunderhawk: Core Design ha dunque fatto alcune scelte che tendono maggiormente verso un approccio simulativo, tralasciando di fatto un'impostazione maggiormente arcade. Innanzitutto, entrambi gli stick analogici sono impiegati per il controllo del mezzo: la levetta sinistra regola l'inclinazione del mezzo (e di conseguenza i suoi spostamenti in avanti o a ritroso) e permette rapidi spostamenti laterali (importantissimi per schivare gli attacchi nemici), mentre quella destra é delegata al controllo dell'altitudine dell'elicottero e alla rotazione dello stesso. Qualche ora di prova negli appositi scenari di allenamento servirà sicuramente per fare buona conoscenza con questo atipico set di controlli, sebbene solamente col loro utilizzo in mezzo all'azione vera e propria sarà possibile acquisire la sicurezza necessaria per proseguire senza troppi problemi nel gioco. Al contrario, il sistema di gestione e utilizzo degli armamenti (con relativo "lock" dei bersagli) é veloce, pratico, e molto efficace. Ottimo, sebbene elementare, é anche il metodo di comunicazione con gli altri compagni di squadra, sebbene la loro bassa intelligenza artificiale li renda spesso e volentieri delle semplici esche per il nemico
Per seguire l'azione di gioco é possibile utilizzare tre diverse inquadrature, fra le quali spicca quella in prima persona, con tanto di cabina virtuale ben realizzata. Inoltre, il gioco mette a disposizione ulteriori visuali aggiuntive che si attivano a seconda delle varie circostanze, come la telecamera relativa al missile (grazie alla quale é anche possibile indirizzare i razzi verso un bersaglio, prendendone direttamente il controllo) e una pratica visuale sottostante, essenziale per lo sgancio delle bombe. Anche l'hud della cabina é reso molto bene, comprensivo di tutte le informazioni necessarie per il volo e dotato anche di un pratico mini-monitor che indica il tipo di bersaglio attualmente "lockato". L'importanza della strumentazione é basilare, in Operation Phoenix, dal momento che la bassa visibilità di molte missioni costringerà il giocatore ad affidarsi totalmente ai dati degli indicatori: sotto quest'ottica il raggio medio-corto coperto dal radar del gioco sembra spesso insufficiente