Tiger Woods 2004

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru

Il golf secondo EA torna in multipiattaforma dopo i grandi risultati dell'edizione 2003, non solo con l'intenzione di bissare, ma con l'ambizione di entrare di diritto nell'olimpo dei capolavori. Testimonial d'eccezione è ancora una volta l'icona del golf nel mondo, il più famoso, bravo e pagato campione che abbia mai pestato i green di tutto il globo: Tiger Woods. Panegirici a parte, il campione ha da non molto sostenuto la stagione meno proficua della sua carriera, non riuscendo a vincere nemmeno uno dei tornei del circolo pga. Ma il re del put e più giovane campione del mondo di tutti i tempi saprà sicuramente risollevarsi per ritornare ai massimi livelli. E in attesa di nuovi trionfi Tiger Woods torna nella sua trasposizione videoludica più in forma che mai, con nuove modalità e nuovi personaggi.

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In questa recensione comparata valuteremo il gioco sottolineando le migliorie rispetto all'edizione precedente - e metteremo in luce le differenze che sussistono tra la versione PS2 e quella X-Box. Cominciamo quindi con un breve accenno alla parte grafica per poi addentrarci nel gameplay.

Il ritorno del numero uno.
Il gioco presenta un comparto tecnico migliorato rispetto a quello del predecessore sia per quanto riguarda i modelli poligonali dei personaggi, sia per quanto riguarda i fondali. Certo, i personaggi non differiscono molto rispetto a quelli trovati nel precedente capitolo della serie golfistica, ma si nota da subito l'incremento di poligoni, seppur non in maniera spropositata, mentre le texture paiono molto simili e, in generale, non hanno subito particolari miglioramenti ne' per quanto riguarda la palette, ne' per la loro definizione. I personaggi, poi, continuano a mantenere tutta una serie di animazioni supplementari che accompagnano lo swing, le esultanze, ma anche le manifestazioni di rabbia e disapprovazione e le fasi di preparazione al tiro. Animazioni fluide, che però in alcuni sporadici casi, sono soggetti a rallentamenti di entità comunque irrilevante, andando ad incrementare quelle ammiarte in TW2003, anche se non tutte sono degne di lode, come quella in cui il personaggio, dopo aver colpito la pallina ne assiste la traiettoria piegando il collo in maniera del tutto innaturale.

Ma se come detto, i personaggi non godono di sostanziali migliorie, discorso diverso va fatto per quanto riguarda i fondali. Questi ultimi sono stati affinati in maniera sensibile, sia per quanto riguarda i percorsi, i campi e le buche già presenti nel precedente episodio e qui riproposte in una veste rinnovata, sia per quanto riguarda le nuove locazioni, caratterizzate da una enorme ricchezza di bellezze architettoniche e naturali che li rendono visivamente accattivanti. Percorsi incastonati nelle aride distese australiane o dentro la verdissima e lussureggiante foresta sudamericana, ricchi di colore, di una spropositata quantità di elementi di fondale, sotto cieli dalle più differenti tonalità. In questi luoghi si notano le numerose migliorie che hanno accompagnato la naturale evoluzione della serie, come l'effetto pioggia, decisamente ottimizzato, i ciuffi d'erba alta al di fuori del percorso, o anche i bellissimi laghetti di limpida acqua cristallina. Qua e la è poi possibile scorgere la fauna che popola le varie ambientazioni, come i gabbiani nelle zone costiere, gli scoiattoli nelle prossimità dei boschi, o addirittura i canguri nelle aride regioni australiane. Certo è ancora presente il pubblico reso a mo' di foglio di giornale, ma non è che un insignificante neo in una perla di comparto grafico.

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