Tokobot Plus: Mysteries of the Karakuri Puzzle
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La storia che sta dietro a questo Tokobot è la solita leggenda che trae ispirazione dalla regina delle terre perdute, quell'Atlantide di cui molto si è scritto ma poco si è potuto leggere su documenti originali. In questo caso la trama racconta di un giovane archeologo, un tal Bolt (che tradotto dall'inglese significa bullone dado, non grande bullo!), che lavorando nel laboratorio di Mr Canewood viene coinvolto in una ricerca in apparenza ordinaria, se non fosse che è proprio in quelle comuni circostanze che vengono riportati alla luce degli strani manufatti, i Tokobot, che assomigliano ai più moderni robot antropomorfi. Si tratta certamente di una scoperta che ha dell'incredibile, che testimonia come nel passato una civiltà residente nella terra di Moritari avesse sviluppato una tecnologia addirittura superiore a quella contemporanea. E il ritrovamento si fa più interessante nel momento in cui quegli stessi robot si rianimano, asservendo colui che li ha fatti riemergere dal sottosuolo come dei fedeli servitori. Come ogni avventura che si rispetti, non poteva certo mancare la figura dei cattivi di turno, in questo caso rappresentata da cacciatori di tesori alla ricerca di manufatti da vendere ai classici mercati clandestini. Toccherà quindi a Bolt combattere contro di essi e, visto che c'è, anche di svelare il mistero dell'avanzatissima tecnologia appena riscoperta. Queste sono le premesse che stanno dietro al vostro catapultamento, nei panni del giovane Bolt, in un sito archeologico accompagnati da 6 minirobot per portare a termine la missione.
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Rebus d'altri tempi
Il gioco è sostanzialmente un platform arricchito di vari puzzle, che strizza l'occhio all'ormai datato Pikmin che ci ha allietato alcuni anni fa. In pratica vestirete i panni del giovane e imbranato archeologo, il quale avrà comunque modo di affrontare rebus e nemici ad armi pari, grazie all'aiuto fornito dai suoi compagni di viaggio: i robottini. Essi, infatti, hanno la particolarità di seguire fedelmente il loro padrone (colui che hanno visto per primo una volta riemersi dal sottosuolo) e sono dotati di straordinaria forza e di capacità particolari nel caso si tengano per mano (con la pressione di R1). È grazie ad essi infatti che potrete combattere con i vari guardiani che tengono lontano dalle rovine saccheggiatori, curiosi e ricercatori, così come potrete affrontare i vari boss di fine livello. Allo stesso modo è grazie ai vostri piccoli aiutanti che potrete districarvi tra le varie piattaforme che formano i vari livelli, permettendovi di passare dall'una all'altra grazie alle loro abilità di gruppo e di azionare i vari meccanismi che costellano le varie aree di gioco. Peccato solo che non possano fare nulla per evitarvi i continui commenti di Ruby!
Il sistema di controllo risulta essere adeguato, in grado di darvi la possibilità di districarvi da qualunque situazione senza dover ricorrere ai funambolismi di falangi tipici dei primi Tomb Raider.
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Compagni logorroici
La struttura di gioco, invece, è sostanzialmente quella del classico platform, caratterizzato da un'area piuttosto lineare da affrontare (fornita da guardiani nemici), al termine della quale sarete coinvolti nel solito scontro con i boss di fine livello, in genere dotati di una AI che, al confronto, una gallina sembra essere uno scienziato: i loro attacchi sono tutto tranne che imprevedibili, così come i loro movimenti, sui quali potrete tranquillamente scommettere somme ingenti o ipoteche. Peccato per la banalità degli scontri, in quanto avrebbe potuto assumere maggior spessore.
Buona invece risulta essere la parte riguardante gli enigmi, sufficientemente vari, anche se non troppo impegnativi. Del resto anche la natura dei dialoghi, la grafica fumettosa e i caratteri dei personaggi suggeriscono come questo titolo sia dedicato a un pubblico giovanile.
Tecnicamente il titolo è incapace di sorprendere: la grafica fa il suo mero dovere ma nulla più, così come il sonoro non vi rimarrà assolutamente impresso nella memoria.
Il difetto più grave, invece, risiede nell'assoluto anonimato che circonda il carattere del protagonista: mentre tutti gli altri personaggi coinvolti nel gioco saranno fin troppo prolissi nei dialoghi (emblematico è il caso di Ruby), Bolt non spiaccicherà una parola durante tutta l'avventura. Un altro difetto è invece la storia, articolata su 10 livelli ma comunque troppo corta, nonostante la rigiocabilità del gioco incentivata dal fatto che talune aree sono affrontabili solo dopo aver sbloccato taluni upgrades.
In conclusione, questo Tokobot è un discreto titolo che mette da parte l'azione e la frenesia tipica dei giochi moderni per far spazio alla meditazione che alcuni semplici rebus possono provocare. Non si tratta certamente di un capolavoro, ma è comunque un gioco capace di intrattenere un pubblico giovanile, ma non solo. Peccato per una lunghezza davvero risicata e la scarso impegno richiesto per affrontare i boss di fine livello.
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Rebus d'altri tempi
Il gioco è sostanzialmente un platform arricchito di vari puzzle, che strizza l'occhio all'ormai datato Pikmin che ci ha allietato alcuni anni fa. In pratica vestirete i panni del giovane e imbranato archeologo, il quale avrà comunque modo di affrontare rebus e nemici ad armi pari, grazie all'aiuto fornito dai suoi compagni di viaggio: i robottini. Essi, infatti, hanno la particolarità di seguire fedelmente il loro padrone (colui che hanno visto per primo una volta riemersi dal sottosuolo) e sono dotati di straordinaria forza e di capacità particolari nel caso si tengano per mano (con la pressione di R1). È grazie ad essi infatti che potrete combattere con i vari guardiani che tengono lontano dalle rovine saccheggiatori, curiosi e ricercatori, così come potrete affrontare i vari boss di fine livello. Allo stesso modo è grazie ai vostri piccoli aiutanti che potrete districarvi tra le varie piattaforme che formano i vari livelli, permettendovi di passare dall'una all'altra grazie alle loro abilità di gruppo e di azionare i vari meccanismi che costellano le varie aree di gioco. Peccato solo che non possano fare nulla per evitarvi i continui commenti di Ruby!
Il sistema di controllo risulta essere adeguato, in grado di darvi la possibilità di districarvi da qualunque situazione senza dover ricorrere ai funambolismi di falangi tipici dei primi Tomb Raider.
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Compagni logorroici
La struttura di gioco, invece, è sostanzialmente quella del classico platform, caratterizzato da un'area piuttosto lineare da affrontare (fornita da guardiani nemici), al termine della quale sarete coinvolti nel solito scontro con i boss di fine livello, in genere dotati di una AI che, al confronto, una gallina sembra essere uno scienziato: i loro attacchi sono tutto tranne che imprevedibili, così come i loro movimenti, sui quali potrete tranquillamente scommettere somme ingenti o ipoteche. Peccato per la banalità degli scontri, in quanto avrebbe potuto assumere maggior spessore.
Buona invece risulta essere la parte riguardante gli enigmi, sufficientemente vari, anche se non troppo impegnativi. Del resto anche la natura dei dialoghi, la grafica fumettosa e i caratteri dei personaggi suggeriscono come questo titolo sia dedicato a un pubblico giovanile.
Tecnicamente il titolo è incapace di sorprendere: la grafica fa il suo mero dovere ma nulla più, così come il sonoro non vi rimarrà assolutamente impresso nella memoria.
Il difetto più grave, invece, risiede nell'assoluto anonimato che circonda il carattere del protagonista: mentre tutti gli altri personaggi coinvolti nel gioco saranno fin troppo prolissi nei dialoghi (emblematico è il caso di Ruby), Bolt non spiaccicherà una parola durante tutta l'avventura. Un altro difetto è invece la storia, articolata su 10 livelli ma comunque troppo corta, nonostante la rigiocabilità del gioco incentivata dal fatto che talune aree sono affrontabili solo dopo aver sbloccato taluni upgrades.
In conclusione, questo Tokobot è un discreto titolo che mette da parte l'azione e la frenesia tipica dei giochi moderni per far spazio alla meditazione che alcuni semplici rebus possono provocare. Non si tratta certamente di un capolavoro, ma è comunque un gioco capace di intrattenere un pubblico giovanile, ma non solo. Peccato per una lunghezza davvero risicata e la scarso impegno richiesto per affrontare i boss di fine livello.