Tom Clancy's H.A.W.X.
di
Ace Combat chi? Basta farsi un giro con il nuovo simulatore arcade di Ubisoft per rendersi conto che paragonare HAWX al concorrente Namco Bandai é un po' come mettere a confronto una partita di paint ball con uno scontro a fuoco con pallottole autentiche. Tanto per cominciare, l'atmosfera che si respira é ben diversa. Invece di sforzarsi d'immaginare il conflitto tra l'Isolachenoncé e il Paese delle Meraviglie (la tradizione nipponica dei simulatori vuole che vengano scrupolosamente evitati riferimenti a stati e forze armate realmente esistenti), rappresentati rispettivamente dalla Squadriglia dei Falchi Neri e da quella degli Opossum a Pallini (i nomi sono di fantasia, ma dovrei aver resa l'idea), stavolta il giocatore capisce fin dalle prime battute che qui si fa sul serio.
Lo scenario, in un futuro tanto prossimo da apparire del tutto verosimile, é lo stesso che faceva da sfondo agli ultimi due capitoli dell'FPS Ghost Recon e la trama stessa, all'inizio della campagna, s'incrocia un paio di volte con situazioni che i fan della saga dei “fantasmi” ricorderanno. Messico, Medio Oriente, Afghanistan. Il protagonista della storia, il capitano Crenshaw é un ufficiale pilota “prestato” dall'USAF alla squadriglia HAWX di Langley (sta per High Altitude Warfare eXperimental), gestita direttamente dalla CIA per svolgere operazioni speciali in giro per il mondo, con il minimo preavviso.
Subito dopo la missione su Ciudad Juarez (chi ha giocato Ghost Recon sarà contento di dare finalmente un volto al pilota finora anonimo, intervenuto a togliere le castagne dal fuoco, sotto forma di quattro carri T-72 dei ribelli messicani, salvando la giornata del capitano Mitchell e dei suoi compagni!), però, la squadriglia viene inspiegabilmente sciolta. Tra le righe si può perfino leggere, nell'avvenimento, una nota polemica dello sceneggiatore sul timore dei “falchi” americani della smilitarizzazione che potrebbe seguire il recente cambio d'amministrazione alla Casa Bianca. A Crenshaw e ai suoi gregari non resta che passare al settore privato, rappresentato dalla PMC (Private Military Company) Artemis, pronta ad offrirgli un contratto a cinque zeri e la scelta di una moltitudine di apparecchi diversi da pilotare in missione. Il tocco dell'artista si vede anche in un dettaglio come questo, che rende credibile vedere un pilota americano seduto nel cockpit di un Frogfoot o di un Super Fulcrum russi, oppure di un Mirage 2000 francese.
La carriera di mercenario di Crenshaw lo porta a vivere in prima persona una serie di missioni d'ambientamento, prima di ritrovarsi coinvolto in prima persona nel conflitto tra il Brasile e uno stato immaginario ma non troppo, Las Trinidad (da quanto si vede sulla cartina dovrebbe comprendere Bolivia, Venezuela, Guyana e un pezzo d'Amazzonia brasiliana), spinto ad attaccare il vicino da un crescente sentimento antiamericano. L'interesse degli USA nell'area suggerisce un appoggio al Brasile senza un coinvolgimento diretto e per questo vengono reclutati i contractor dell'Artemis. Non mi spingo oltre, nel racconto, per evitare di passare il resto dei miei giorni a guardarmi le spalle, inseguito da qualcuno di voi che vuole farmela pagare per avergli rovinato la sorpresa di una trama ricca di colpi di scena e rovesciamenti di fronte, degna di un techno-thriller hollywoodiano. Dalla penna del buon vecchio Tom Clancy, insuperato scrittore di trame di fantastoria militare, non era lecito aspettarsi nulla di meno, d'altronde. E' comunque rassicurante scoprire che c'é qualcuno, là fuori, ancora convinto che si possa realizzare un buon simulatore di volo arcade senza infilarci per forza dentro castronerie tipo Macchine della Morte di “daitarniana” memoria, aerei sperimentali, robot volanti, mostri Haniwa e chi più ne ha più ne metta.
La panoplia di aerei implementata dal titolo Ubisoft e la dotazione di armamenti con cui equipaggiarli, comunque, non é seconda a nessuno. Tutti gli schieramenti, i costruttori e le nazionalità sono rappresentate in modo equo, così come gli ultimi trent'anni di storia aeronautica. Si va, solo per fare alcuni esempi meno scontati, dal glorioso MiG-21 Fishbed all'EF-111 Raven per la guerra elettronica e dallo sperimentale F-15 Active Eagle (con alette canard orientabili per il volo acrobatico) al “nostro” Eurofighter. C'é di che divertirsi nel configurare il nostro aereo dei sogni, una volta sbloccate le relative opzioni, variando la dotazione a seconda del tipo di missione che ci viene prospettato nel briefing. Il gioco, in ogni caso, insiste nel raccomandarvi una data scelta, che spesso non é la migliore. Dal momento quindi che tocca a voi a dovervi infilare la tuta anti-g e accomodarvi nel cockpit...Sulla questione del gameplay prevediamo già l'insorgere di diatribe più aspre di un dibattito pre-elettorale.
I fan dell'iperrealismo tuoneranno che gli aerei di HAWX, anche quando si pilota in modalità OFF (l'equivalente aeronautico di disabilitare ESP e ABS in automobile, così lo stallo per perdita di portanza é in agguato dietro ogni cabrata), sono troppo facili da guidare e che la realtà nell'abitacolo di un aviogetto passa per cose come la visione rossa (o grigia, a seconda che i g che ci stiamo sparando in una manovra a tutta canna siano positivi o negativi), la deportanza, il wind-share e tante altre belle cose. Chi invece sostiene l'arcade puro alla After Burner, si sentirà offeso per il fatto che gli sviluppatori di Ubisoft abbiano riservato a chi avrà la costanza e il “manico” di impadronirsi alla perfezione della modalità OFF stessa il grosso del divertimento (e anche le maggiori chances di vittoria nel multiplayer). La verità, come il solito, sta nel mezzo, ed é proprio in questa “zona smilitarizzata” destinata all'incontro pacifico di tutti gli appassionati del volo, che si colloca HAWX. Sufficientemente realistico nel modello di pilotaggio da permettevi d'eseguire manovre anche complesse e rischiose, come l'uscita controllata da una vite, una “forbice”, un “immelmann” e perfino, dopo parecchi tentativi, un “cobra di Pugaciov” credibile (che soddisfazione farlo con un Super Fulcrum o con un Flanker!).
Ma abbastanza accessibile e immediato da non costringere chi ha speso una sessantina di euro, in cambio di qualche ora di sano divertimento sul divano di casa sua, ad iscriversi ad un corso di pilotaggio aviogetti o a studiare centinaia di pagine di manuali aeronautici solo per riuscire a staccare le ruote da terra (chi ha dimestichezza di simulatori tradizionali, che non a caso sono spariti dagli scaffali, sa di cosa parlo!). Anzi, il discorso decollo e atterraggio qui é lasciato volutamente fuori della storia. Gli aerei vi vengono consegnati già in quota e, una volta finita la missione, non sarete costretti a rischiare di mandare alle ortiche un'ora di partita solo perché avete sbagliato un allineamento alla pista o ritratto troppo tardi la manetta in “full reverse”. Quei pochi che non riescono proprio a fare a meno di lasciare su una pista strisce di gomma bruciata possono sempre iscrivervi ad un aeroclub, dopotutto. HAWX é un gioco di azione e adrenalina pura, manovre ad alto numero di g, voli tattici a pettinare gli alberi con i piloni subalari, combattimenti aerei in inferiorità numerica e attacchi al suolo in un cielo saturo di contraerea e missili SAM. Niente di meno, niente di più.
In un titolo così, la qualità tecnica é tutto. I tempi di F-15 Eagle dello Spectrum, dove il suono del cannone, unica arma a disposizione, era ricompensato da uno scricchiolio sinistro del triste altoparlante interno, e i nemici, uno alla volta, erano tutti uguali, sono ormai preistoria. Tranquilli, i ragazzi di Ubisoft Romania hanno fatto le cose in grande, scomodando per la mappatura delle ambientazioni addirittura le immagini scattate dal satellite GeoEye1, le stesse adoperate da Google Earth. Se avete la fortuna di poter usufruire di un monitor con capacità HD 1080p, magari dai quaranta pollici in su, vi conviene tenervi la mascella con entrambe le mani, per non rischiare di slogarvela. D'altronde, chi aveva già fatto un voletto con la demo, facendo la barba al Corcovado di Rio con le ali dell'F-15 d'addestramento della Artemis, si era fatto un'idea su cosa aspettarsi.
La definizione grafica dei paesaggi é sbalorditiva, a livelli fotografici. Lo stesso si può dire tranquillamente delle texture dei velivoli e degli effetti (non solo scie, lens flare ed esplosioni; alla Ubi si sono anche ricordati di riprodurre l'effetto visivo della bolla dovuta all'evaporazione del vapore acqueo per sovrapressione, quando il vostro aereo sfonda la barriera di Mach 1). Qualche imperfezione, invece, nella resa di qualche bersaglio al suolo, in particolare delle unità navali che non ci sono sembrate abbastanza definite da superare la prova del “volo radente”. Il male é minore, comunque, dal momento che trascorrete la maggior parte del tempo a distanza di sicurezza, non foss'altro perché hanno la spiacevole abitudine, se nemiche, di scaricarvi addosso l'inferno non appena vi avvicinate. Ottimo anche il sonoro, doppiato e rilocalizzato, epurato di tutte le comunicazioni radio troppo tecniche, che normalmente intercorrono tra i piloti di una squadriglia di combattimento, e mantenute volutamente su toni leggeri e colloquiali di taglio hollywoodiano, anche se con qualche ripetizione di troppo. Gli effetti di armi e motori, invece, meritano una standing ovation e la possibilità di sfogarsi attraverso un impianto surround di buon livello. Superare la barriera del suono non vi avrà mai regalato tanta soddisfazione come in questo caso, garantito.
Il gameplay, orientato su un approccio denso d'azione, con pochissimi tempi morti e adrenalina a torrenti, costringe il giocatore a cimentarsi con le tecniche della guerra aerea moderna fin dalla prima missione. Gli sviluppatori, infatti, hanno scelto di non annoiarvi con un pedante tutorial, gettandovi subito in mezzo al fuoco della battaglia. Dopo tutto si suppone che siate un pilota veterano, no? Non temete, comunque, i meccanismi vengono comunque presentati un po' alla volta a seconda degli obiettivi, e lo stesso accade con i diversi sistemi d'arma. L'unica missione addestrativa interviene dopo qualche tempo, con lo scopo di farvi familiarizzare lontano dallo scontro con le tecniche di controllo avanzate (la modalità OFF di cui sopra, appunto). Interessanti la modalità ERS, sistema di guida che vi indica la migliore traiettoria utilissimo specie quando c'é da impostare un affondo per agganciare un carro armato tra i grattacieli, e la possibilità d'impartire comandi vocali attraverso l'headset bluetooth. Il gamepad della PS3 fa il suo dovere con i comandi, specie se in versione dual-shock, anche se gli preferiamo decisamente il più corposo pad targato Microsoft, più adatto a nostro parere a “dominare” cavalli di razza nervosi come i moderni aviogetti da combattimento.
La campagna, complici i tre livelli di difficoltà e i molti contenuti sbloccabili, che vi faranno venire voglia di rifare qualche missione con aereo e armi diverse, trova il suo naturale proseguimento nel multiplayer, infarcito di trovate brillanti che fissano nuovi standard nel genere, un po' come COD4 aveva fatto in ambito FPS. Il team deathmatch che é alla base del gioco online (ma é anche possibile giocare la campagna principale in cooperativa), infatti, é arricchito dalla possibilità di sbloccare avvenimenti in grado di favorire il proprio team. Immaginate di gratificare gli avversari di un'onda elettromagnetica che metta in crisi rada e sistemi avionici, o d'impedire loro di usare un certo tipo di arma, e capirete di cosa sto parlando. Anche nel gioco online, poi, é possibile guadagnare un punteggio che sbloccherà nuovi aerei, armi e quant'altro, invitandoci a darci da fare per progredire nella classifica generale.
Entusiasta per un fine settimana trascorso con la maschera ad ossigeno sempre indosso, mi sento di dire senza remore che HAWX fissa nuovi standard per il suo genere e rischia davvero di piacere a chiunque non soffra di mal d'aria al solo veder volare un aquilone. Ancora una volta l'accoppiata tra Ubi e Tom Clancy ci regala un prodotto di livello eccezionale che vi terrà aggrappati alla cloche, pardon al gamepad, fino alla fine della campagna. Salvo poi costringervi a notti insonni con il thermos del caffé a fianco, impegnati in estenuanti combattimenti aria-aria con i migliori Top Gun di tutto il mondo. Autorizzazione al decollo confermata. Pista sgombra, vento al traverso venti nodi e cielo sgombro. Ci vediamo lassù, ragazzi. Cieli blu a tutti!
Lo scenario, in un futuro tanto prossimo da apparire del tutto verosimile, é lo stesso che faceva da sfondo agli ultimi due capitoli dell'FPS Ghost Recon e la trama stessa, all'inizio della campagna, s'incrocia un paio di volte con situazioni che i fan della saga dei “fantasmi” ricorderanno. Messico, Medio Oriente, Afghanistan. Il protagonista della storia, il capitano Crenshaw é un ufficiale pilota “prestato” dall'USAF alla squadriglia HAWX di Langley (sta per High Altitude Warfare eXperimental), gestita direttamente dalla CIA per svolgere operazioni speciali in giro per il mondo, con il minimo preavviso.
Subito dopo la missione su Ciudad Juarez (chi ha giocato Ghost Recon sarà contento di dare finalmente un volto al pilota finora anonimo, intervenuto a togliere le castagne dal fuoco, sotto forma di quattro carri T-72 dei ribelli messicani, salvando la giornata del capitano Mitchell e dei suoi compagni!), però, la squadriglia viene inspiegabilmente sciolta. Tra le righe si può perfino leggere, nell'avvenimento, una nota polemica dello sceneggiatore sul timore dei “falchi” americani della smilitarizzazione che potrebbe seguire il recente cambio d'amministrazione alla Casa Bianca. A Crenshaw e ai suoi gregari non resta che passare al settore privato, rappresentato dalla PMC (Private Military Company) Artemis, pronta ad offrirgli un contratto a cinque zeri e la scelta di una moltitudine di apparecchi diversi da pilotare in missione. Il tocco dell'artista si vede anche in un dettaglio come questo, che rende credibile vedere un pilota americano seduto nel cockpit di un Frogfoot o di un Super Fulcrum russi, oppure di un Mirage 2000 francese.
La carriera di mercenario di Crenshaw lo porta a vivere in prima persona una serie di missioni d'ambientamento, prima di ritrovarsi coinvolto in prima persona nel conflitto tra il Brasile e uno stato immaginario ma non troppo, Las Trinidad (da quanto si vede sulla cartina dovrebbe comprendere Bolivia, Venezuela, Guyana e un pezzo d'Amazzonia brasiliana), spinto ad attaccare il vicino da un crescente sentimento antiamericano. L'interesse degli USA nell'area suggerisce un appoggio al Brasile senza un coinvolgimento diretto e per questo vengono reclutati i contractor dell'Artemis. Non mi spingo oltre, nel racconto, per evitare di passare il resto dei miei giorni a guardarmi le spalle, inseguito da qualcuno di voi che vuole farmela pagare per avergli rovinato la sorpresa di una trama ricca di colpi di scena e rovesciamenti di fronte, degna di un techno-thriller hollywoodiano. Dalla penna del buon vecchio Tom Clancy, insuperato scrittore di trame di fantastoria militare, non era lecito aspettarsi nulla di meno, d'altronde. E' comunque rassicurante scoprire che c'é qualcuno, là fuori, ancora convinto che si possa realizzare un buon simulatore di volo arcade senza infilarci per forza dentro castronerie tipo Macchine della Morte di “daitarniana” memoria, aerei sperimentali, robot volanti, mostri Haniwa e chi più ne ha più ne metta.
La panoplia di aerei implementata dal titolo Ubisoft e la dotazione di armamenti con cui equipaggiarli, comunque, non é seconda a nessuno. Tutti gli schieramenti, i costruttori e le nazionalità sono rappresentate in modo equo, così come gli ultimi trent'anni di storia aeronautica. Si va, solo per fare alcuni esempi meno scontati, dal glorioso MiG-21 Fishbed all'EF-111 Raven per la guerra elettronica e dallo sperimentale F-15 Active Eagle (con alette canard orientabili per il volo acrobatico) al “nostro” Eurofighter. C'é di che divertirsi nel configurare il nostro aereo dei sogni, una volta sbloccate le relative opzioni, variando la dotazione a seconda del tipo di missione che ci viene prospettato nel briefing. Il gioco, in ogni caso, insiste nel raccomandarvi una data scelta, che spesso non é la migliore. Dal momento quindi che tocca a voi a dovervi infilare la tuta anti-g e accomodarvi nel cockpit...Sulla questione del gameplay prevediamo già l'insorgere di diatribe più aspre di un dibattito pre-elettorale.
I fan dell'iperrealismo tuoneranno che gli aerei di HAWX, anche quando si pilota in modalità OFF (l'equivalente aeronautico di disabilitare ESP e ABS in automobile, così lo stallo per perdita di portanza é in agguato dietro ogni cabrata), sono troppo facili da guidare e che la realtà nell'abitacolo di un aviogetto passa per cose come la visione rossa (o grigia, a seconda che i g che ci stiamo sparando in una manovra a tutta canna siano positivi o negativi), la deportanza, il wind-share e tante altre belle cose. Chi invece sostiene l'arcade puro alla After Burner, si sentirà offeso per il fatto che gli sviluppatori di Ubisoft abbiano riservato a chi avrà la costanza e il “manico” di impadronirsi alla perfezione della modalità OFF stessa il grosso del divertimento (e anche le maggiori chances di vittoria nel multiplayer). La verità, come il solito, sta nel mezzo, ed é proprio in questa “zona smilitarizzata” destinata all'incontro pacifico di tutti gli appassionati del volo, che si colloca HAWX. Sufficientemente realistico nel modello di pilotaggio da permettevi d'eseguire manovre anche complesse e rischiose, come l'uscita controllata da una vite, una “forbice”, un “immelmann” e perfino, dopo parecchi tentativi, un “cobra di Pugaciov” credibile (che soddisfazione farlo con un Super Fulcrum o con un Flanker!).
Ma abbastanza accessibile e immediato da non costringere chi ha speso una sessantina di euro, in cambio di qualche ora di sano divertimento sul divano di casa sua, ad iscriversi ad un corso di pilotaggio aviogetti o a studiare centinaia di pagine di manuali aeronautici solo per riuscire a staccare le ruote da terra (chi ha dimestichezza di simulatori tradizionali, che non a caso sono spariti dagli scaffali, sa di cosa parlo!). Anzi, il discorso decollo e atterraggio qui é lasciato volutamente fuori della storia. Gli aerei vi vengono consegnati già in quota e, una volta finita la missione, non sarete costretti a rischiare di mandare alle ortiche un'ora di partita solo perché avete sbagliato un allineamento alla pista o ritratto troppo tardi la manetta in “full reverse”. Quei pochi che non riescono proprio a fare a meno di lasciare su una pista strisce di gomma bruciata possono sempre iscrivervi ad un aeroclub, dopotutto. HAWX é un gioco di azione e adrenalina pura, manovre ad alto numero di g, voli tattici a pettinare gli alberi con i piloni subalari, combattimenti aerei in inferiorità numerica e attacchi al suolo in un cielo saturo di contraerea e missili SAM. Niente di meno, niente di più.
In un titolo così, la qualità tecnica é tutto. I tempi di F-15 Eagle dello Spectrum, dove il suono del cannone, unica arma a disposizione, era ricompensato da uno scricchiolio sinistro del triste altoparlante interno, e i nemici, uno alla volta, erano tutti uguali, sono ormai preistoria. Tranquilli, i ragazzi di Ubisoft Romania hanno fatto le cose in grande, scomodando per la mappatura delle ambientazioni addirittura le immagini scattate dal satellite GeoEye1, le stesse adoperate da Google Earth. Se avete la fortuna di poter usufruire di un monitor con capacità HD 1080p, magari dai quaranta pollici in su, vi conviene tenervi la mascella con entrambe le mani, per non rischiare di slogarvela. D'altronde, chi aveva già fatto un voletto con la demo, facendo la barba al Corcovado di Rio con le ali dell'F-15 d'addestramento della Artemis, si era fatto un'idea su cosa aspettarsi.
La definizione grafica dei paesaggi é sbalorditiva, a livelli fotografici. Lo stesso si può dire tranquillamente delle texture dei velivoli e degli effetti (non solo scie, lens flare ed esplosioni; alla Ubi si sono anche ricordati di riprodurre l'effetto visivo della bolla dovuta all'evaporazione del vapore acqueo per sovrapressione, quando il vostro aereo sfonda la barriera di Mach 1). Qualche imperfezione, invece, nella resa di qualche bersaglio al suolo, in particolare delle unità navali che non ci sono sembrate abbastanza definite da superare la prova del “volo radente”. Il male é minore, comunque, dal momento che trascorrete la maggior parte del tempo a distanza di sicurezza, non foss'altro perché hanno la spiacevole abitudine, se nemiche, di scaricarvi addosso l'inferno non appena vi avvicinate. Ottimo anche il sonoro, doppiato e rilocalizzato, epurato di tutte le comunicazioni radio troppo tecniche, che normalmente intercorrono tra i piloti di una squadriglia di combattimento, e mantenute volutamente su toni leggeri e colloquiali di taglio hollywoodiano, anche se con qualche ripetizione di troppo. Gli effetti di armi e motori, invece, meritano una standing ovation e la possibilità di sfogarsi attraverso un impianto surround di buon livello. Superare la barriera del suono non vi avrà mai regalato tanta soddisfazione come in questo caso, garantito.
Il gameplay, orientato su un approccio denso d'azione, con pochissimi tempi morti e adrenalina a torrenti, costringe il giocatore a cimentarsi con le tecniche della guerra aerea moderna fin dalla prima missione. Gli sviluppatori, infatti, hanno scelto di non annoiarvi con un pedante tutorial, gettandovi subito in mezzo al fuoco della battaglia. Dopo tutto si suppone che siate un pilota veterano, no? Non temete, comunque, i meccanismi vengono comunque presentati un po' alla volta a seconda degli obiettivi, e lo stesso accade con i diversi sistemi d'arma. L'unica missione addestrativa interviene dopo qualche tempo, con lo scopo di farvi familiarizzare lontano dallo scontro con le tecniche di controllo avanzate (la modalità OFF di cui sopra, appunto). Interessanti la modalità ERS, sistema di guida che vi indica la migliore traiettoria utilissimo specie quando c'é da impostare un affondo per agganciare un carro armato tra i grattacieli, e la possibilità d'impartire comandi vocali attraverso l'headset bluetooth. Il gamepad della PS3 fa il suo dovere con i comandi, specie se in versione dual-shock, anche se gli preferiamo decisamente il più corposo pad targato Microsoft, più adatto a nostro parere a “dominare” cavalli di razza nervosi come i moderni aviogetti da combattimento.
La campagna, complici i tre livelli di difficoltà e i molti contenuti sbloccabili, che vi faranno venire voglia di rifare qualche missione con aereo e armi diverse, trova il suo naturale proseguimento nel multiplayer, infarcito di trovate brillanti che fissano nuovi standard nel genere, un po' come COD4 aveva fatto in ambito FPS. Il team deathmatch che é alla base del gioco online (ma é anche possibile giocare la campagna principale in cooperativa), infatti, é arricchito dalla possibilità di sbloccare avvenimenti in grado di favorire il proprio team. Immaginate di gratificare gli avversari di un'onda elettromagnetica che metta in crisi rada e sistemi avionici, o d'impedire loro di usare un certo tipo di arma, e capirete di cosa sto parlando. Anche nel gioco online, poi, é possibile guadagnare un punteggio che sbloccherà nuovi aerei, armi e quant'altro, invitandoci a darci da fare per progredire nella classifica generale.
Entusiasta per un fine settimana trascorso con la maschera ad ossigeno sempre indosso, mi sento di dire senza remore che HAWX fissa nuovi standard per il suo genere e rischia davvero di piacere a chiunque non soffra di mal d'aria al solo veder volare un aquilone. Ancora una volta l'accoppiata tra Ubi e Tom Clancy ci regala un prodotto di livello eccezionale che vi terrà aggrappati alla cloche, pardon al gamepad, fino alla fine della campagna. Salvo poi costringervi a notti insonni con il thermos del caffé a fianco, impegnati in estenuanti combattimenti aria-aria con i migliori Top Gun di tutto il mondo. Autorizzazione al decollo confermata. Pista sgombra, vento al traverso venti nodi e cielo sgombro. Ci vediamo lassù, ragazzi. Cieli blu a tutti!