Tomb Raider: Angel Of Darkness
di
Andrea 'NeOAndY' Cani
Sono sicuramente pochi i personaggi nati con un videogioco che sono riusciti ad esportarsi e farsi conoscere anche da chi con il mondo dei videogame non ha nulla a che spartire. Lara Croft, eroina protagonista della serie Tomb Raider, è sicuramente uno dei pochi eletti. Analizzare le motivazione di questo successo al di fuori dai canonici confini (ricordiamo che ne è stato pure realizzato un film con protagonista Angelina Jolie) sarebbe complesso, ma alcuni aspetti hanno sicuramente aiutato l'archeologa a diventare un personaggio tanto conosciuto. In primis si è trattato della prima "vera" donna protagonista di un videogame (almeno prendendo in considerazione i giochi dell'era tridimensionale), e in seconda battuta si tratta di un personaggio che è riuscito a far sognare milioni di fan grazie a ben evidenti doti (ma che avete capito? Si parlava dell'abilità nel maneggiare pistole e nello scoprire i tesori più nascosti).
Ma per dare a Cesare quel che è di Cesare bisogna soprattutto non dimenticare che il primo Tomb Raider è stato e continua ad essere tuttora un signor videogame. Il grande successo che il gioco ebbe, probabilmente insperato dagli stessi programmatori, convinse la casa madre a ripetere l'esperimento, bissando il successo di pubblico ma altresì attirando le prime critiche negative da parte della stampa specializzata. Senza ombra di dubbio Tomb Raider fu un gioco innovativo per molti versi, ma la serializzazione con scadenza annua in concomitanza col periodo natalizio cominciò ad attrarre i dissensi della critica e di una parte del pubblico (il gioco continuò comunque a vendere come il pane), stanco di vedersi rifilare ogni dodici mesi lo stesso minestrone riscaldato. Consapevoli di ciò i ragazzi della Core decisero di dare la svolta che potesse in qualche modo mettere tutti d'accordo. Ma questo cambiamento di direzione non fu un'operazione semplice e l'uscita del titolo, che anche questa volta si pensava dovesse avvenire in concomitanza col periodo natalizio, slittò diverse volte. Ma il gioco è finalmente arrivato ed ora che l'abbiamo tra le mani potremo verificare con i nostri occhi se gli sforzi profusi saranno stati sufficienti per darci un buon prodotto che sia allo stesso tempo in grado di portare una ventata d'aria fresca alla serie.
Tutto ha inizio quando Lara viene convocata a Parigi da una sua vecchia conoscenza, il professor Werner Von Croy. Il motivo della riunione tanto improvvisa quanto inattesa ha come fulcro alcuni strani eventi che stanno scuotendo Parigi negli ultimi tempi. E' evidente sin dai primi momenti che il professore, tipo normalmente compassato e sereno, ha premura di affidare un compito importante a Lara. Ma il colloquio prende presto una piega certamente non delle più amichevoli, vista l'incomprensione che i due ebbero ai tempi dell'Egitto. Il litigio verbale tra Lara e Werner finisce inaspettatamente, dopo una breve colluttazione, con la morte del professore provocata da alcuni spari la provenienza dei quali ci viene tenuta nascosta. Ma, come è ovvio che sia, tutte le prove sono contro Lara che viene presto braccata dalla polizia francese. Il primo compito che dovremo affrontare nel corso del gioco sarà quello di sfuggire alle attenzioni dei poliziotti parigini per poter far luce sugli strani eventi che il professor Von Croy cercava di spiegare prima che la discussione si infiammasse mortalmente.
Tomb Raider: The Angel of Darkness
6
Voto
Redazione
Tomb Raider: The Angel of Darkness
Riallacciandoci alle ultime frasi scritte in sede di recensione, possiamo senz'altro dire che giocare con Tomb Raider TAoD da una sensazione di incompletezza. Gli elementi nuovi che avrebbero potuto ravvivare la serie sono presenti ma è sulla loro realizzazione che si rimane perlomeno perplessi. I dialoghi interattivi permettono in effetti di cambiare leggermente alcune fasi di gioco senza però mai permettere scelte che possano davvero pesare sull'andamento dell'avventura. I miglioramenti delle caratteristiche di Lara sembrano essere un elemento aggiunto all'ultimo momento: non si spiegherebbe altrimenti il senso delle dislocazione dei punti di upgrade, posti quasi sempre a due passi dal luogo nel quale è necessario utilizzare la nuova abilità. Il "nuovo" sistema di controllo con mouse e tastiera viene prestissimo accantonato a favore del vecchio, legnoso ma funzionale controllo digitale. Pesa poi sulla valutazione finale una realizzazione grafica che perlomeno può essere definita altalenante. Potrebbe sembrare una bocciatura completa ma non sarebbe serio visto che il gioco offre, in ogni caso, buoni momenti di divertimento, soprattutto per gli affezionati della serie. Resta l'amaro in bocca pensando a ciò che sarebbe potuto essere ed invece non è stato. Provaci ancora Core.