Tomb Raider: Angel Of Darkness

di Andrea 'NeOAndY' Cani

Muovere i primi passi all'interno di Parigi lascia presto l'amaro in bocca, soprattutto a chi si aspettava una realizzazione grafica che potesse dar sfoggio di una città viva e brulicante di persone. Che senso ha porre uno sfondo del genere come ambientazione (ricordiamo che il biglietto da visita ti Tomb Raider sono state da sempre le tombe da esplorare) se poi le locazioni che ci troviamo di fronte rappresentano a tutti gli effetti una tomba mascherata da città? Camminare per i vicoli cittadini senza incontrare anima viva, se non i pochi personaggi con i quali dovremo interagire, da una sensazione di sconforto, soprattutto pensando alle meraviglie che un motore grafico moderno può offrire (chi ha detto GTAIII?). Non bastasse, l'ambientazione cittadina è veramente ridotta e per di più è necessario sorbirsi diversi caricamenti nel passare da un miniquartiere all'altro. Per fortuna andando avanti nel gioco le locazioni diventeranno più consone alla tipologia che la serie ci ha da sempre offerto. In generale la realizzazione grafica è un continuo di alti e bassi.
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Da una parte abbiamo una ottima realizzazione del personaggio principale, e dall'altra c'è la realizzazione ampiamente insufficiente dei personaggi secondari: i collegamenti tra i poligoni che li compongono sono spesso evidenti per tacere di alcuni bug grafici che fortunatamente sono stati risolti con l'uscita della prima patch ufficiale. Anche per le texture può essere fatto lo stesso identico discorso: ad alcune veramente ottime se ne affiancano altre che sembrano essere uscite dal primo capitolo della serie.
Andando a concludere, la sensazione che permane durante le sessioni di gioco col nuovo Tomb Raider è di incompletezza. Probabilmente i continui ritardi non sono stati sufficienti per poter implementare tutto ciò che i programmatori avevano in mente.
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