Tomb Raider Anniversary
di
Lara Croft? Questo nome non mi è nuovo...
Ci sono videogiochi di ogni tipo. Alcuni cadono inesorabilmente nel dimenticatoio, altri lasciano buoni ricordi o cavalcano abilmente l'onda del successo grazie a buone qualità. Vi sono poi i veri e propri capolavori, che si ergono a dettare parametri e fare da pietra di paragone. Esiste un'altra categoria, composta da pochi "eletti", giochi che non solo riscuotono successo, ma entrano a far parte dell'immaginario collettivo diventando, con i loro protagonisti, vere e proprie icone della cultura moderna. Quando nel lontano 1996 arrivò nelle case di milioni di giocatori il primo Tomb Raider, molti colsero subito la qualità del prodotto, ma chissà quanti' avrebbero scommesso sulle plurime fortune della bella e atletica Lara. Dopo dieci anni tondi tondi (per la precisione il 15 Novembre) tutti conoscono nome e aspetto della famosa archeologa, grazie a una lunga serie di games, fumetti, gadget di ogni tipo e, naturalmente, due film interpretati da Angelina Jolie. Sexy, sportiva, colta e determinata, ecco dunque il mito di Lara Croft, che ormai è paragonabile per fama a ben pochi altri mostri sacri virtuali. Eidos, per festeggiare la ricorrenza, ha deciso di produrre Tomb Raider Anniversary, facendo sviluppare al team Crystal Dynamics la primissima avventura della saga, con le tecnologie e l'esperienza maturata ad oggi. Il risultato, che già si è fatto apprezzare su PlayStation 2, PSP e pc, arriva ora su Xbox 360, per misurarsi finalmente con la vera e propria nuova generazione. Non stiamo parlando di un semplice remake, ma di una vera e propria rivisitazione. Gli sviluppatori hanno reintepretato livelli e situazioni ormai storiche, per ingrandirli, variarli, cambiarli o semplicemente farli risplendere sotto la luce di un nuovo motore grafico, derivato dal precedente episodio "Tomb Raider: Legend".
C'era una volta...
Tutto iniziò con un'offerta di lavoro. Jacqueline Natla, ricca donna d'affari, decise di ingaggiare Miss Croft, famosa archeologa "d'assalto", per trovare i pezzi dello Scion, un reperto misterioso che sembrava giungere dalla mitica città d'Atlantide. Tutto davvero troppo allettante per la nostra eroina, da anni alla ricerca d'informazioni sullo Scion, per proseguire le ricerche di suo padre. Le informazioni in possesso di Natla e le qualità di Lara sembrano incastrarsi come un puzzle, dando così inizio ad una ricerca infarcita d'azione e colpi di scena. Se in principio il titolo rielaborò il modo di approcciarsi ai giochi di piattaforme, oggi il tutto risulta arricchito, raffinato ma non stravolto nel suo appeal. Dovremo saltare su rocce, penzolare tra burroni mortali, evitare trappole, saltare con il giusto tempismo, abbattere nemici e, principalmente, svelare enigmi. La nostra protagonista si troverà sempre nella condizione di dover aprire porte, azionare leve o sbloccare macchinari più o meno datati per proseguire la sua ricerca del pregiato reperto. Logicamente le popolazioni antiche proteggevano al meglio i loro tesori, costringendoci così a girovagare per le location nel tentativo di trovare il giusto meccanismo da far scattare, solitamente rintracciabile dopo diverse acrobazie tra salti e rincorse. Tombe e città perdute non sono poi disabitate come potrebbero sembrare: un buon campionario d'avversari cercherà di sbarrarci la strada, anche se dopo aver preso le misure alle diverse tipologie di nemici, difficilmente rischieremo realmente, anche per l'inserimento di alcuni eventi "quick-time" che, con le giuste combinazioni di pulsanti, permetteranno sia di dare il colpo di grazia agli antagonisti, sia di tirarci fuori da qualche brutta situazione. Il vero pericolo mortale è rappresentato dall'architettura che ci circonda: Lara dovrà trovare il giusto salto e le giuste distanze per non finire in qualche burrone e crepaccio con diverse ossa rotte e la scritta "Game Over" in sovrimpressione. Le meccaniche di gioco vivono dunque in simbiosi con le complesse costruzioni e composizioni sviluppate, esaltando sia la creatività del design ma parimenti risultando estenuanti nei passaggi più complicati che inevitabilmente diventano un alternarsi di tentativi e morti premature, il tutto intervallato da caricamenti che spezzano l'azione.
Che c'è di nuovo in tavola?
Dopo il tanto criticato Tomb Raider: The Angel of Darkness, Eidos ha deciso di passare il proficuo brand dalle mani dei Core Design a quelle di Crystal Dynamics, che hanno lavorato con il chiaro intento di riportare su schermo i fasti del passato, senza però cadere nell'allettante tentazione di limitarsi a inserire poche novità. Oltre ai già citati quick-time, è possibile notare qualche cambiamento nelle capacità di Lara, che sembra saltare e trattenere il respiro meno che in precedenza. Anche i salvataggi hanno cambiato filosofia: se su Playstation si era legati ad alcuni cristalli per salvare, adesso sarà possibile farlo manualmente in qualsiasi momento, mantenendo la situazione dei punti di controllo che sbloccheremo automaticamente andando avanti nel gioco, soluzione discretamente comoda grazie alla gran quantità dei suddetti punti.
Se la trama resta praticamente invariata, la forma dei livelli ha subito un pesante lavoro di rielaborazione. A volte saranno solo un paio di cunicoli ad essere stati spostati, ma molto spesso noteremo una totale evoluzione, scelta che renderà il gioco appassionate e con spunti piacevoli anche per chi conosce a memoria il titolo ispiratore. Sempre mantenendoci sul campo dei paragoni, abbiamo notato la possibilità di terminare l'avventura in un tempo inferiore dell'originale ma, a sopperire, ci vengono in soccorso decine di segreti da svelare che, con un buon mix di difficoltà, sapranno tenere incollati al pad anche i giocatori più esperti. Segnaliamo anche la presenza della "Residenza Croft", casa di Lara che permetterà di prendere la mano con i controlli e il gameplay. Anche qui sono disseminati alcuni elementi sbloccabili, esattamente come accadeva nella versione antecedente, sempre tenendo conto della generale rilettura, che non manca nemmeno in questo luogo.
Logicamente, il punto focale su cui l'occhio tende a posarsi, è la tecnica messa in mostra grazie elle nuove console. Mettiamo in chiaro che stiamo parlando del motore grafico di Tomb Raider: Legend riveduto e corretto, per di più nato per PlayStation 2 e portato su Xbox 360 grazie a un lavoro di aggiunta poligoni e aumento della risoluzione. Certo Xbox 360 ci ha abituati ad altri spettacoli, ma la resa è piacevole, forte di una buona stabilità con poche incertezze e una buona resa degli ambienti (anche se la visuale non sembra potersi spingere troppo lontano). Molte tracce nella colonna sonora, mai invasiva e sempre ben cadenzata per sottolineare i vari momenti di gioco, senza dimenticare il doppiaggio più che pregevole, tutto in italiano. Sono da rilevare invece alcuni difetti legati principalmente alla telecamera non sempre comoda (fattore estremamente fastidioso nei momenti in cui la precisione dei salti è vitale) e ad alcuni bug sparsi, nella maggior parte riscontrabili nelle collisioni della bella archeologa e alcune piattaforme. Sommando il tutto, Crystal Dynamics non lascia cadere l'occasione e, nonostante alcune pecche visibili, sfodera una prestazione degna della fama che Lara ormai gode dentro e oltre il puro videogame.
Ci sono videogiochi di ogni tipo. Alcuni cadono inesorabilmente nel dimenticatoio, altri lasciano buoni ricordi o cavalcano abilmente l'onda del successo grazie a buone qualità. Vi sono poi i veri e propri capolavori, che si ergono a dettare parametri e fare da pietra di paragone. Esiste un'altra categoria, composta da pochi "eletti", giochi che non solo riscuotono successo, ma entrano a far parte dell'immaginario collettivo diventando, con i loro protagonisti, vere e proprie icone della cultura moderna. Quando nel lontano 1996 arrivò nelle case di milioni di giocatori il primo Tomb Raider, molti colsero subito la qualità del prodotto, ma chissà quanti' avrebbero scommesso sulle plurime fortune della bella e atletica Lara. Dopo dieci anni tondi tondi (per la precisione il 15 Novembre) tutti conoscono nome e aspetto della famosa archeologa, grazie a una lunga serie di games, fumetti, gadget di ogni tipo e, naturalmente, due film interpretati da Angelina Jolie. Sexy, sportiva, colta e determinata, ecco dunque il mito di Lara Croft, che ormai è paragonabile per fama a ben pochi altri mostri sacri virtuali. Eidos, per festeggiare la ricorrenza, ha deciso di produrre Tomb Raider Anniversary, facendo sviluppare al team Crystal Dynamics la primissima avventura della saga, con le tecnologie e l'esperienza maturata ad oggi. Il risultato, che già si è fatto apprezzare su PlayStation 2, PSP e pc, arriva ora su Xbox 360, per misurarsi finalmente con la vera e propria nuova generazione. Non stiamo parlando di un semplice remake, ma di una vera e propria rivisitazione. Gli sviluppatori hanno reintepretato livelli e situazioni ormai storiche, per ingrandirli, variarli, cambiarli o semplicemente farli risplendere sotto la luce di un nuovo motore grafico, derivato dal precedente episodio "Tomb Raider: Legend".
C'era una volta...
Tutto iniziò con un'offerta di lavoro. Jacqueline Natla, ricca donna d'affari, decise di ingaggiare Miss Croft, famosa archeologa "d'assalto", per trovare i pezzi dello Scion, un reperto misterioso che sembrava giungere dalla mitica città d'Atlantide. Tutto davvero troppo allettante per la nostra eroina, da anni alla ricerca d'informazioni sullo Scion, per proseguire le ricerche di suo padre. Le informazioni in possesso di Natla e le qualità di Lara sembrano incastrarsi come un puzzle, dando così inizio ad una ricerca infarcita d'azione e colpi di scena. Se in principio il titolo rielaborò il modo di approcciarsi ai giochi di piattaforme, oggi il tutto risulta arricchito, raffinato ma non stravolto nel suo appeal. Dovremo saltare su rocce, penzolare tra burroni mortali, evitare trappole, saltare con il giusto tempismo, abbattere nemici e, principalmente, svelare enigmi. La nostra protagonista si troverà sempre nella condizione di dover aprire porte, azionare leve o sbloccare macchinari più o meno datati per proseguire la sua ricerca del pregiato reperto. Logicamente le popolazioni antiche proteggevano al meglio i loro tesori, costringendoci così a girovagare per le location nel tentativo di trovare il giusto meccanismo da far scattare, solitamente rintracciabile dopo diverse acrobazie tra salti e rincorse. Tombe e città perdute non sono poi disabitate come potrebbero sembrare: un buon campionario d'avversari cercherà di sbarrarci la strada, anche se dopo aver preso le misure alle diverse tipologie di nemici, difficilmente rischieremo realmente, anche per l'inserimento di alcuni eventi "quick-time" che, con le giuste combinazioni di pulsanti, permetteranno sia di dare il colpo di grazia agli antagonisti, sia di tirarci fuori da qualche brutta situazione. Il vero pericolo mortale è rappresentato dall'architettura che ci circonda: Lara dovrà trovare il giusto salto e le giuste distanze per non finire in qualche burrone e crepaccio con diverse ossa rotte e la scritta "Game Over" in sovrimpressione. Le meccaniche di gioco vivono dunque in simbiosi con le complesse costruzioni e composizioni sviluppate, esaltando sia la creatività del design ma parimenti risultando estenuanti nei passaggi più complicati che inevitabilmente diventano un alternarsi di tentativi e morti premature, il tutto intervallato da caricamenti che spezzano l'azione.
Che c'è di nuovo in tavola?
Dopo il tanto criticato Tomb Raider: The Angel of Darkness, Eidos ha deciso di passare il proficuo brand dalle mani dei Core Design a quelle di Crystal Dynamics, che hanno lavorato con il chiaro intento di riportare su schermo i fasti del passato, senza però cadere nell'allettante tentazione di limitarsi a inserire poche novità. Oltre ai già citati quick-time, è possibile notare qualche cambiamento nelle capacità di Lara, che sembra saltare e trattenere il respiro meno che in precedenza. Anche i salvataggi hanno cambiato filosofia: se su Playstation si era legati ad alcuni cristalli per salvare, adesso sarà possibile farlo manualmente in qualsiasi momento, mantenendo la situazione dei punti di controllo che sbloccheremo automaticamente andando avanti nel gioco, soluzione discretamente comoda grazie alla gran quantità dei suddetti punti.
Se la trama resta praticamente invariata, la forma dei livelli ha subito un pesante lavoro di rielaborazione. A volte saranno solo un paio di cunicoli ad essere stati spostati, ma molto spesso noteremo una totale evoluzione, scelta che renderà il gioco appassionate e con spunti piacevoli anche per chi conosce a memoria il titolo ispiratore. Sempre mantenendoci sul campo dei paragoni, abbiamo notato la possibilità di terminare l'avventura in un tempo inferiore dell'originale ma, a sopperire, ci vengono in soccorso decine di segreti da svelare che, con un buon mix di difficoltà, sapranno tenere incollati al pad anche i giocatori più esperti. Segnaliamo anche la presenza della "Residenza Croft", casa di Lara che permetterà di prendere la mano con i controlli e il gameplay. Anche qui sono disseminati alcuni elementi sbloccabili, esattamente come accadeva nella versione antecedente, sempre tenendo conto della generale rilettura, che non manca nemmeno in questo luogo.
Logicamente, il punto focale su cui l'occhio tende a posarsi, è la tecnica messa in mostra grazie elle nuove console. Mettiamo in chiaro che stiamo parlando del motore grafico di Tomb Raider: Legend riveduto e corretto, per di più nato per PlayStation 2 e portato su Xbox 360 grazie a un lavoro di aggiunta poligoni e aumento della risoluzione. Certo Xbox 360 ci ha abituati ad altri spettacoli, ma la resa è piacevole, forte di una buona stabilità con poche incertezze e una buona resa degli ambienti (anche se la visuale non sembra potersi spingere troppo lontano). Molte tracce nella colonna sonora, mai invasiva e sempre ben cadenzata per sottolineare i vari momenti di gioco, senza dimenticare il doppiaggio più che pregevole, tutto in italiano. Sono da rilevare invece alcuni difetti legati principalmente alla telecamera non sempre comoda (fattore estremamente fastidioso nei momenti in cui la precisione dei salti è vitale) e ad alcuni bug sparsi, nella maggior parte riscontrabili nelle collisioni della bella archeologa e alcune piattaforme. Sommando il tutto, Crystal Dynamics non lascia cadere l'occasione e, nonostante alcune pecche visibili, sfodera una prestazione degna della fama che Lara ormai gode dentro e oltre il puro videogame.