Tomb Raider Chronicles
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Dal retro della confezione di Tomb Raider Chronicles : La leggenda di Lara Croft: "Di Lara Croft si sono perse le tracce in Egitto...", come "perse le tracce"? Ci risiamo... Chiunque si fosse ufficialmente sentito autorizzato a gioire dopo la "tragica" (ma quando mai) fine della formosa archeologa videogiocosa nello scorso episodio di Tomb Raider, smetta pure di saltare e ritorni, letteralmente, coi piedi per terra. Lara non è morta, ma ha solo fatto perdere (volente o nolente) le sue tracce in quel d'Egitto. Scusa assai banale, ma perlomeno efficace e funzionale ai progetti della Core Design e della Eidos, che pubblicano Tomb Raider Chronicles con la mente già proiettata su Tomb Raider Next Generation, ma questo è un altro discorso
LE COSE CHE DICONO DI TE
Come premesso nell'introduzione alla recensione, il contesto in cui si sviluppano e prendono vita le avventure di Lara in questo quinto capitolo è piuttosto atipico. Dopo la presunta morte dell'eroina al silicone, oltre che al silicio, tre tra i suoi più stretti conoscenti si ritirano nella villa di campagna dei Croft e, al tiepido calore di un caminetto e di fronte a un bicchiere sempre pieno, raccontano quattro distinti momenti della pericolosa vita della signorina Croft
Non si tratta, quindi, di una vicenda che ha un suo inizio, uno sviluppo e un termine, quanto più di quattro episodi completamente autonomi e indipendenti tra di loro. A conti fatti una soluzione simile ha permesso alla Core Design di offrire da una parte una sorta di approfondimento di quanto avvenuto precedentemente nella saga (alcuni personaggi presenti in Chronicles sono infatti ripescati tra i volti conosciuti dei primi capitoli) e, allo stesso tempo, non ha implicato lo sforzo tipico della produzione di una nuova avventura dotata di un certo spessore e coerenza
Il gioco appare, come al solito, non troppo distante dai suoi ormai quattro episodi precedenti. Quanto è riuscito alla Nintendo in circa 13 anni di vita di Mario (cinque episodi tra il 1985 e il 1995, circa), è stato fatto dagli studi inglesi della Core nella bellezza di soli cinque anni... e le differenze si vedono, o meglio, non si vedono. L'idea che sta alla base di Tomb Raider Chronicles: La Leggenda di Lara Croft, è quella che ha animato e sostenuto, con alterno successo, le prime quattro edizioni del gioco. Si tratta a tutti gli effetti di un'avventura che strizza prepotentemente l'occhio ai giochi di piattaforme più esigenti e precisini, su tutti l'ormai ultra-citato Prince of Persia. I rapporti tra Lara e le strutture intorno a lei, compresi i personaggi secondari e i nemici, si rivelano piuttosto blandi ed estremamente limitati: si raccoglie qualche oggetto, si rovista in qualche armadio o cassetto, si uccidono i (pochi) felloni che ci separano dal termine del livello e ci si gode il filmato o la cut-scene presente nel dato momento
LE COSE CHE DICONO DI TE
Come premesso nell'introduzione alla recensione, il contesto in cui si sviluppano e prendono vita le avventure di Lara in questo quinto capitolo è piuttosto atipico. Dopo la presunta morte dell'eroina al silicone, oltre che al silicio, tre tra i suoi più stretti conoscenti si ritirano nella villa di campagna dei Croft e, al tiepido calore di un caminetto e di fronte a un bicchiere sempre pieno, raccontano quattro distinti momenti della pericolosa vita della signorina Croft
Non si tratta, quindi, di una vicenda che ha un suo inizio, uno sviluppo e un termine, quanto più di quattro episodi completamente autonomi e indipendenti tra di loro. A conti fatti una soluzione simile ha permesso alla Core Design di offrire da una parte una sorta di approfondimento di quanto avvenuto precedentemente nella saga (alcuni personaggi presenti in Chronicles sono infatti ripescati tra i volti conosciuti dei primi capitoli) e, allo stesso tempo, non ha implicato lo sforzo tipico della produzione di una nuova avventura dotata di un certo spessore e coerenza
Il gioco appare, come al solito, non troppo distante dai suoi ormai quattro episodi precedenti. Quanto è riuscito alla Nintendo in circa 13 anni di vita di Mario (cinque episodi tra il 1985 e il 1995, circa), è stato fatto dagli studi inglesi della Core nella bellezza di soli cinque anni... e le differenze si vedono, o meglio, non si vedono. L'idea che sta alla base di Tomb Raider Chronicles: La Leggenda di Lara Croft, è quella che ha animato e sostenuto, con alterno successo, le prime quattro edizioni del gioco. Si tratta a tutti gli effetti di un'avventura che strizza prepotentemente l'occhio ai giochi di piattaforme più esigenti e precisini, su tutti l'ormai ultra-citato Prince of Persia. I rapporti tra Lara e le strutture intorno a lei, compresi i personaggi secondari e i nemici, si rivelano piuttosto blandi ed estremamente limitati: si raccoglie qualche oggetto, si rovista in qualche armadio o cassetto, si uccidono i (pochi) felloni che ci separano dal termine del livello e ci si gode il filmato o la cut-scene presente nel dato momento