Tomb Raider Chronicles

di Redazione Gamesurf
Se dunque non si può pensare a Tomb Raider Chronicles come a una rivoluzione del gioco che ha saputo ritagliarsi così tanto successo fino a oggi, non si può neanche dire che il titolo Core riesca (o perlomeno ambisca) a ricalcare le orme dei più riusciti e sperimentali tra gli action-adventure. Notizia che, tutto sommato, farà la felicità degli amanti di Tomb Raider
A SIMPLE PLAN
Nei panni di Lara Croft al giocatore viene chiesto di esplorare una serie di spazi e ambienti diversificati a seconda del racconto, nonché di risolvere qualche semplice puzzle o di riuscire a scovare l'ubicazione della chiave fatta apposta per aprire la porta che può condurre a un nuovo sviluppo del livello. I quattro racconti portano Lara Croft prima nelle strade di un'incredibile Roma (incredibile nel senso che è sarebbe curioso sapere dove e come i game designer di TRC hanno conosciuto una simile capitale d'Italia), tra i freddi flutti di un mare del Nord con relativo sottomarino tedesco, nel bel mezzo di un'isola misteriosa e decisamente inospitale e, infine, su al tredicesimo piano di un palazzo hi-tech "vagamente" ispirato a Matrix e compagnia bella

La realizzazione tecnica e concettuale dei diversi livelli (tredici in tutto, non propriamente un record per quel che riguarda la saga di Lara) può dirsi riuscita solo in alcuni momenti: se appare piuttosto banalotta e noiosa la fase "romana" del gioco, ci si diverte invece di più nei livelli ambientati prima nel sottomarino tedesco e poi sull'isola del mistero. Più piatta l'avventura à la Matrix, anche e soprattutto dal punto di vista della struttura dei livelli
Le novità di questo quinto capitolo sono, come avrete intuito, piuttosto limitate: la possibilità per Lara di esibirsi quale vera stella circense mancata camminando su di una corda tesa, piuttosto che emulare il buon Yuri in pochi e selezionati momenti di "parallele", infine l'utilizzo di alcuni oggettini simpaticosi quali il lancia-rampino. In un paio di situazioni i programmatori hanno anche ben pensato di infarcire leggermente la ricetta di gioco con un paio di elementi che potessero richiamare alla mente i titolo sneak'em up che tanto successo hanno e stanno ottenendo dall'arrivo di Metal Gear Solid (e Thief, Commandos e compagnia bella) in poi. Purtroppo i pochi e rari momenti in cui si è costretti a non utilizzare armi, piuttosto che a far saggio uso del cloroformio e di un fazzoletto, risultano incastonati in maniera innaturale rispetto al normale evolversi del gioco e appaiono quasi quali contentini per il reparto marketing (che potrà strombazzare in pompa magna, sulla confezione di gioco, la presenza di tali situazioni)