Tomb Raider: Curse of the Sword

Tomb Raider Curse of the Sword
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SE LARA DEVE ESSERE, CHE SIA SU GAMEBOY!
Come si accennava nel paragrafo precedente, il motore grafico che gestisce il gioco é il medesimo del prequel: ci si trova sempre di fronte a un platform bidimensionale di alta qualità, che non ha nulla a che spartire con la media dei tristi giochi piattaforme per GBC con licenza firmata. All'epoca del primo episodio in molti avevano giustamente scomodato il paragone con Prince of Persia, un titolo storico per PC, di cui si ricorda sempre la grazia e la fluidità di movimento dei pixel del protagonista. Tolti i labbroni siliconati, lo sguardo aggressivo da pin-up e la quarta misura, Lara Croft é riuscita a trovare la sua dimensione aggraziata su Game Boy, dove secondo noi é davvero splendida: agile, scattante, fluida e quasi tenera con quelle piccole braccia protese in avanti che impugnano due pistole microscopiche... Ma é una questione di gusti... c'é chi preferisce ancora Rhona Mitra o Angelina Jolie (chi ha detto "uomini"?). Bisogna comunque dire che, pur dispiegando un buon numero fotogrammi per gli sprite per "Lara la bella", gli sviluppatori sono stati tirchi nel gestire l'animazione e l'intelligenza artificiale dei vari antagonisti, che sono sempre parecchio statici e non molto reattivi
Tomb Raider: Curse of the Sword
Sembra che Lara faccia una mossa di kung-fu: in realtà sta cadendo miseramente a terra

SAI LA NOVITA' CHE C'E'?
Pur fedele all'impianto originario, Tomb Raider: Curse of the Sword introduce anche delle novità nel gameplay, animando il platform con oggetti da raccogliere, necessari per aprire porte e interagire col fondale. Così, passeggiando nel primo livello si incontra un bel cannone che, caricato con le munizioni trovate tre schermi prima, deve essere attivato per uccidere un nemico particolarmente ostico; oppure a un certo punto si trova un "piede di porco", utile per scardinare un oggetto appeso sul soffitto che, una volta fatto cadere, serve va a sfondare utilmente il pavimento. Sono piccole aggiunte che fanno bene alla salute di un gioco che, altrimenti, sarebbe stato un seguito senza infamia e senza lode. E che dire della gara contro il tempo inserita tra il primo e il terzo livello? Anche in questo caso si tratta di un'ulteriore ciliegina sulla torta
Tomb Raider: Curse of the Sword
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Tomb Raider: Curse of the Sword

Il Game Boy Color non è morto, anche se il richiamo del GBA è molto affascinante. Il secondo titolo di Lara su portatile è ben realizzato, e riesce a rinnovare la giocabilità del già buono primo episodio. Se avete amato quest'ultimo, non potete che rinnovare l'appuntamento. Per gli altri confermiamo che Tomb Raider: Curse of the Sword è un platform bidimensionale ben realizzato, dai colori brillanti e vivaci. Si conferma la validità del motore grafico e purtroppo anche la "non intelligenza arificiale" dei nemici, sempre molto statici e prevedibili. Consigliato ai fan sfegatati di Lara e a chi desidera giocare a un buon platform senza troppe complicazioni.

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