Tomb Raider Definitive Edition
di
Luca Gambino
Il mercato videoludico, si sa, é un'immensa porta girevole. Non fai a tempo a lasciare al ricordo l'ultima uscita della signorina Croft sulla old gen che subito te la ritrovi perfettamente tirata a lucido sulla generazione appena affacciatasi sul mercato. Del resto non c'é niente di meglio di un titolo di richiamo come Tomb Raider per attirare anche l'utenza “non giocante” che vede nella famosa archeologa una piacevole parentesi avventurosa in un mare di spara-spara e picchia-picchia che sono più pane quotidiano della famelica onda “nerdica” che vive di pane e videogioco.
L'operazione estetica si può, tutto sommato, ritenere compiuta, dal momento che Tomb Raider Definitive Edition ci restituisce una Lara Croft a cui non sono stati risparmiati poligoni per renderla “next gen” a tutti gli effetti. Addirittura, così leggiamo dai comunicati stampa, i capelli della nota archeologa sono passati attraverso la tecnologia Tress FX (sviluppata da AMD) per rendere maggiormente veritieri i movimenti si ogni singola ciocca della nostra eroina. Peccato che nelle sequenze iniziali i capelli di Lara, legata a testa in giù, rimanessero perfettamente al loro posto, in barba alle leggi della fisica. Due le cose. Uno: La Tecnologia deve essere messa ancora a punto. Due: Miss Croft usa una lacca che é forse responsabile del buco nell'ozono.
A parte questa leggere défaillance bisogna ammettere che il restyle grafico dell'ultimo Tomb Raider, coglie davvero nel segno, restituendo un ambiente di gioco dettagliato nelle texture e nelle forme poligonali, ottimamente illuminato e con un grado di realismo accresciuto grazie agli ottimi effetti particellari che aiutano non poco a ricreare verosimilmente l'ambiente di gioco ostile dell'immensa isola situata all'interno del Triangolo del Diavolo che gli sceneggiatori hanno scelto come sfondo delle peripezie di una giovanissima Lara Croft. Come sicuramente saprete (e se non lo sapete vi invitiamo ad andare a recuperare l'ottima recensione del nostro Roberto Vicario), l'edizione 2013 di Tomb Raider é, di fatto, un reboot della saga che ci pone ai comandi di una giovanissima versione di quella che sarebbe poi diventata l'indiscussa icona del mondo dei videogames, capace non solo di creare un vero e proprio filone videoludico, ma anche di “bucare” lo schermo televisivo per diventare un vero e proprio fenomeno mediatico.
Tralasciando la banalità dei dettagli tecnici (vi basterà guardare le foto a corredo per capire l'ottimo lavoro svolto dai grafici Crystal Dynamics), rimane da sciogliere il nodo sulla giocabilità del titolo anche se é legata sostanzialmente a quanto già visto l'anno scorso e non ha subito sostanziali cambiamenti, fatta eccezione per la possibilità di poter usare alcune features legate al pad della PS4 (il touchpad utilizzabile per lo più nei menù di gioco) o i comandi vocalli “alla” Kinect, che permettono di cambiare velocemente armi e munizioni o di mostrare la mappa di gioco.
[video]http://youtu.be/qTxPEcZh-88[/video]
Niente di trascendentale, quindi, anche se ovviamente il titolo che ci ritroviamo tra le mani gode nel suo complesso di quel lavoro di miglioramento estetico che lo porta ad essere più immersivo e visivamente realistico. Peccato che i programmatori non abbiamo sprecato una sola riga di codice per migliorare le cose che realmente avevano bisogno di essere messe a posto in Tomb Raider, come per esempio la sostanziale facilità del gioco, che difficilmente mettere davvero a dura prova le abilità di un giocatore al di sopra della media.
I puzzle ambientali, un classico per la saga, sono di semplice risoluzione, così come gli scontri a fuoco che si risolvono quasi da soli, grazie ad una intelligenza artificiale che avrebbe sicuramente meritato una profonda messa a punto. Crystal Dynamics ha invece puntato a cambiare il pacchetto del medesimo regalo già fatto e questo ci porta dritti alla domanda cruciale: vale la pena spendere 60 e rotti euro per un gioco che si trova praticamente identico per old gen a 20? La risposta é: assolutamente no. Il nostro consiglio, per quanto il voto finale di questa recensione rispecchia quello del titolo originale, é quello di procedere all'acquisto se proprio non potete avere accesso al vecchio.
Se siete invece tra quelli che hanno già giocato il Tomb Raider potete farne tranquillamente a meno, recuperandolo in un secondo momento, al fisiologico cambio di prezzo. Ovviamente se siete fan sfegatati di tutto ciò che riguardar Tomb Raider non potrete fare a meno di fare vostra questa versione next gen. E proprio per rimanere in termini di next gen, vi possiamo dire che la versione da noi testata, ovvero quella PS4, gira effettivamente a 60 frame al secondo, anche se in alcuni frangenti piuttosto “carichi” abbiamo assistito a qualche leggero cedimento che comunque non inficia sulla giocabilità complessiva.
Ultimo argomento da toccare é quello relativo al multiplayer, aggiornato con tutti i DLC usciti e che pur non rappresentando lo stato dell'arte (Uncharted é di un'altra categoria, giusto per fare un esempio), riesce ad essere un buon passatempo in attesa di qualcosa di più serio e meglio realizzato.
L'operazione estetica si può, tutto sommato, ritenere compiuta, dal momento che Tomb Raider Definitive Edition ci restituisce una Lara Croft a cui non sono stati risparmiati poligoni per renderla “next gen” a tutti gli effetti. Addirittura, così leggiamo dai comunicati stampa, i capelli della nota archeologa sono passati attraverso la tecnologia Tress FX (sviluppata da AMD) per rendere maggiormente veritieri i movimenti si ogni singola ciocca della nostra eroina. Peccato che nelle sequenze iniziali i capelli di Lara, legata a testa in giù, rimanessero perfettamente al loro posto, in barba alle leggi della fisica. Due le cose. Uno: La Tecnologia deve essere messa ancora a punto. Due: Miss Croft usa una lacca che é forse responsabile del buco nell'ozono.
A parte questa leggere défaillance bisogna ammettere che il restyle grafico dell'ultimo Tomb Raider, coglie davvero nel segno, restituendo un ambiente di gioco dettagliato nelle texture e nelle forme poligonali, ottimamente illuminato e con un grado di realismo accresciuto grazie agli ottimi effetti particellari che aiutano non poco a ricreare verosimilmente l'ambiente di gioco ostile dell'immensa isola situata all'interno del Triangolo del Diavolo che gli sceneggiatori hanno scelto come sfondo delle peripezie di una giovanissima Lara Croft. Come sicuramente saprete (e se non lo sapete vi invitiamo ad andare a recuperare l'ottima recensione del nostro Roberto Vicario), l'edizione 2013 di Tomb Raider é, di fatto, un reboot della saga che ci pone ai comandi di una giovanissima versione di quella che sarebbe poi diventata l'indiscussa icona del mondo dei videogames, capace non solo di creare un vero e proprio filone videoludico, ma anche di “bucare” lo schermo televisivo per diventare un vero e proprio fenomeno mediatico.
Tralasciando la banalità dei dettagli tecnici (vi basterà guardare le foto a corredo per capire l'ottimo lavoro svolto dai grafici Crystal Dynamics), rimane da sciogliere il nodo sulla giocabilità del titolo anche se é legata sostanzialmente a quanto già visto l'anno scorso e non ha subito sostanziali cambiamenti, fatta eccezione per la possibilità di poter usare alcune features legate al pad della PS4 (il touchpad utilizzabile per lo più nei menù di gioco) o i comandi vocalli “alla” Kinect, che permettono di cambiare velocemente armi e munizioni o di mostrare la mappa di gioco.
[video]http://youtu.be/qTxPEcZh-88[/video]
Niente di trascendentale, quindi, anche se ovviamente il titolo che ci ritroviamo tra le mani gode nel suo complesso di quel lavoro di miglioramento estetico che lo porta ad essere più immersivo e visivamente realistico. Peccato che i programmatori non abbiamo sprecato una sola riga di codice per migliorare le cose che realmente avevano bisogno di essere messe a posto in Tomb Raider, come per esempio la sostanziale facilità del gioco, che difficilmente mettere davvero a dura prova le abilità di un giocatore al di sopra della media.
I puzzle ambientali, un classico per la saga, sono di semplice risoluzione, così come gli scontri a fuoco che si risolvono quasi da soli, grazie ad una intelligenza artificiale che avrebbe sicuramente meritato una profonda messa a punto. Crystal Dynamics ha invece puntato a cambiare il pacchetto del medesimo regalo già fatto e questo ci porta dritti alla domanda cruciale: vale la pena spendere 60 e rotti euro per un gioco che si trova praticamente identico per old gen a 20? La risposta é: assolutamente no. Il nostro consiglio, per quanto il voto finale di questa recensione rispecchia quello del titolo originale, é quello di procedere all'acquisto se proprio non potete avere accesso al vecchio.
Se siete invece tra quelli che hanno già giocato il Tomb Raider potete farne tranquillamente a meno, recuperandolo in un secondo momento, al fisiologico cambio di prezzo. Ovviamente se siete fan sfegatati di tutto ciò che riguardar Tomb Raider non potrete fare a meno di fare vostra questa versione next gen. E proprio per rimanere in termini di next gen, vi possiamo dire che la versione da noi testata, ovvero quella PS4, gira effettivamente a 60 frame al secondo, anche se in alcuni frangenti piuttosto “carichi” abbiamo assistito a qualche leggero cedimento che comunque non inficia sulla giocabilità complessiva.
Ultimo argomento da toccare é quello relativo al multiplayer, aggiornato con tutti i DLC usciti e che pur non rappresentando lo stato dell'arte (Uncharted é di un'altra categoria, giusto per fare un esempio), riesce ad essere un buon passatempo in attesa di qualcosa di più serio e meglio realizzato.
Tomb Raider Definitive Edition
8
Voto
Redazione
Tomb Raider Definitive Edition
Riprendiamo in breve quanto detto in sede di recensione. Se ancora non avete mai giocato con l'ultimo Tomb Raider e avete la necessità “fisica” di mettere qualcosa nella pancia della vostra console next gen, allora potete procedere con l'acquisto perché seppure non perfetto, Tomb Raider riesce ad essere un titolo piacevole, capace di intrattenervi per un buon numero di ore tra salti, puzzle, combattimenti e millemila oggetti da scoprire e recuperare. Se siete ancora in possesso di una console old gen, giocatevi il vecchio, venduto più o meno ad un terzo del prezzo (La definitive Edition esce a 60€). Ovviamente se avete già giocato Tomb Raider, procedete oltre, qui non c'é niente di interessante per voi.