Tomb Raider The Last Revelation
di
Redazione Gamesurf
In realtà il gioco ha inizio con una sezione introduttiva di due livelli che ci farà conoscere una Lara ancora sedicenne e una figura che ricorrerà per tutto il resto del gioco, tale Von Croy. E' in questa fase che si potranno apprendere tutte le azioni tipiche di Lara, sia quelle che hanno caratterizzato gli episodi precedenti, sia quelle introdotte ex novo. Si tratta tuttavia di un tutorial alquanto noioso per chi ha ormai confidenza con i controlli di Tomb Raider, causa alcune fasi eccessivamente lente; tuttavia é da apprezzare il lavoro narrativo che cerca di immergerci da subito in un contesto elaborato e, possibilmente, coinvolgente
Prescindendo dalle presunte novità sostanziali introdotte per l'occasione, é bene chiarire che la struttura di gioco é rimasta la stessa. Siamo di fronte ad un adventure in terza persona basato sull'esplorazione e sulla risoluzione di elementari enigmi, il tutto condito con occasionali scontri a fuoco con ostili creature umane ed animali. Le modifiche, semmai, riguardano la qualità dei tre punti su indicati, messi insieme in maniera comunque classica; l'esplorazione rimane il punto chiave, e si sviluppa in ambienti omogenei che non stonano mai tra loro e che donano un senso di unità decisamente affascinante. Non a caso la scelta di ambientare tutto lo svolgersi del gioco in un'unica locazione mira proprio ad amplificare la componente "atmosfera", e l'Egitto pare essere l'ambiente più indicato. I livelli poi sono meno dispersivi rispetto a quanto visto nel terzo episodio e risultano decisamente più "condensati", senza però arrivare alla relativa facilità che ha caratterizzato Tomb Raider 2, il più semplice dei quattro in termini di esplorazione
Gli enigmi, dal canto loro, consistono sempre nell'attivazione di leve o pulsanti, ma mostrano, di tanto in tanto, spunti appena più interessanti. E non ci si riferisce alla possibilità di combinare gli oggetti tra loro, novità puramente formale e limitata all'osso, ma ad alcuni obiettivi che faranno capolino nella canonica esplorazione e che preverranno il sorgere di una noia impeditiva. In una particolare circostanza, ad esempio, si dovranno recuperare due vasi e portarli in una determinata zona per ottenere di poter accedere ad un passaggio altrimenti inutilizzabile. Gli inseguimenti con mezzi quali jeep o sed-car poi aumentano per un poco il tono di un gioco strutturalmente pacato, senza esagerare nella quantità, presentandosi nelle giuste dosi per apparire gradevole
Prescindendo dalle presunte novità sostanziali introdotte per l'occasione, é bene chiarire che la struttura di gioco é rimasta la stessa. Siamo di fronte ad un adventure in terza persona basato sull'esplorazione e sulla risoluzione di elementari enigmi, il tutto condito con occasionali scontri a fuoco con ostili creature umane ed animali. Le modifiche, semmai, riguardano la qualità dei tre punti su indicati, messi insieme in maniera comunque classica; l'esplorazione rimane il punto chiave, e si sviluppa in ambienti omogenei che non stonano mai tra loro e che donano un senso di unità decisamente affascinante. Non a caso la scelta di ambientare tutto lo svolgersi del gioco in un'unica locazione mira proprio ad amplificare la componente "atmosfera", e l'Egitto pare essere l'ambiente più indicato. I livelli poi sono meno dispersivi rispetto a quanto visto nel terzo episodio e risultano decisamente più "condensati", senza però arrivare alla relativa facilità che ha caratterizzato Tomb Raider 2, il più semplice dei quattro in termini di esplorazione
Gli enigmi, dal canto loro, consistono sempre nell'attivazione di leve o pulsanti, ma mostrano, di tanto in tanto, spunti appena più interessanti. E non ci si riferisce alla possibilità di combinare gli oggetti tra loro, novità puramente formale e limitata all'osso, ma ad alcuni obiettivi che faranno capolino nella canonica esplorazione e che preverranno il sorgere di una noia impeditiva. In una particolare circostanza, ad esempio, si dovranno recuperare due vasi e portarli in una determinata zona per ottenere di poter accedere ad un passaggio altrimenti inutilizzabile. Gli inseguimenti con mezzi quali jeep o sed-car poi aumentano per un poco il tono di un gioco strutturalmente pacato, senza esagerare nella quantità, presentandosi nelle giuste dosi per apparire gradevole
Tomb Raider: The Last Revelation
Tomb Raider: The Last Revelation
The Last Revelation è, prima ancora di un'avventura, un Tomb Raider, il che, nel bene e nel male, è una garanzia. In più è un Tomb Raider ben realizzato: trama scorrevole e appassionante, enigmi canonici ma tutto sommato piacevoli, grafica inflazionata ma regolare. Allo stesso tempo però l'ultima fatica (?) Eidos mostra tutti i limiti di una struttura di gioco che per anni si è dimostrata vincente, ma che va stretta ai canoni attuali. Certo è che vedere girare un gioco del genere su DC è tutto fuorché gratificante; se amate le avventure il consiglio è comunque di rivolgersi altrove, le alternative non mancano: Soul Reaver e il prossimo The Nomad Soul mostrano una qualità certamente superiore. Se invece siete convinti che solo Lara Croft possa donarvi emozioni forti, procedete pure all'acquisto, nella consapevolezza però che la tecnologia odierna può offrire ben altro.