Tomb Raider Trilogy HD
di
Chi non muore si rivede, dice un proverbio. La signorina Croft é tutt'altro che scomparsa dai riflettori, con Guardian of Light uscito da poco ed un reboot in arrivo, eppure Eidos ha lo stesso rivangato le sue passate gesta. Ovviamente parliamo di una convenientissima (per noi quanto per loro) compilation di glorie vecchie-ma-non-troppo. La saga generale vanta ormai una decina di episodi, ma questa HD Collection pensa bene di riproporre i tre dell'era Crystal Dynamics. Gli unici, tra l'altro, legati dagli eventi di trama. Per chi non lo sapesse, i Crystal furono i coraggiosi sviluppatori che promisero di far rinascere la serie di Tomb Raider dopo il controverso Angel of Darkness di Core Design. I risultati? Chiunque abbia già provato i tre capitoli in questione porta da anni la risposta nel proprio cuore. Tutti gli altri, invece, farebbero meglio ad ascoltare con attenzione quello che vi stiamo per dire.
Tomb Raider: Legend, in veste di primo esperimento della software house, cade sicuramente in tanti difetti di “gioventù”. É un po' un capitolo di prova per Crystal, che cerca di varare al meglio le potenzialità di PS2 e di soddisfare al contempo i fans rimasti delusi dal predecessore. Ci riesce anche, ma solo in parte. Pur non essendo la svolta epocale che critica e pubblico si aspettavano, Legend riesce a sorprendere e a regalare una ventata d'aria fresca ad una serie ormai stantia. Costretta a rivivere col pensiero i più tragici momenti del suo passato, Lara parte alla volta di un viaggio destinato a rivelare i misteri dietro la scomparsa della madre, dispersa in Nepal dopo uno spaventoso atterraggio di fortuna.
Dalla Bolivia al Perù, dal Giappone al Kazakistan, la leggenda tutta curve viene sballottolata in ogni angolo del globo alla ricerca dei frammenti di una spada leggendaria (indovinate quale), impelagandosi tra miti, boss mafiosi, mercenari assassini sempre tra i piedi ed una vecchia conoscenza dal passato che - data per morta durante una vecchia spedizione - cerca vendetta proprio su Lara. C'é davvero di tutto, ed il susseguirsi di azione frenetica mantiene l'interesse del giocatore sempre acceso. L'avventura é piuttosto varia e, tra ambientazioni sempre differenti, enigmi e numerosi scontri a fuoco (anche a bordo di veicoli), non c'é mai davvero il tempo di annoiarsi. Anche perché, purtroppo, si può arrivare ai titoli di coda anche in sole 4-5 ore. Rapido ed intenso, Legend sembra quasi un gioco monco, una bella storia che va a chiudersi proprio quando sembra stia per iniziare seriamente, lasciando tutto in mano ai capitoli futuri.
Senza contare che, effettivamente, di Tomb Raider gli é rimasto solo il nome. Lara non é mai stata così “attaccabrighe” e sfrontata di fronte al pericolo. Crystal ha puntato ad una spettacolarizzazione che i veri proseliti della Croft di certo non avevano mai chiesto. Vero, si basa principalmente sull'esplorazione di luoghi da tempo perduti, ma i veri punti cardine? La difficoltà é appena percettibile, il sistema di controllo e di arrampicate - preso di peso dai Prince of Persia di allora - semplificato al massimo, mentre il peso negativo delle sparatorie (ancora minate da un fastidiosissimo lock-on automatico) é più forte che mai, anche a causa della loro presenza troppo opprimente, in alcune sezioni. Insomma, un prodotto finalmente aperto, senza alcun legame con il passato e adatto anche ai neofiti. Non che sia un difetto, ma é sempre giusto precisare. Il voto non troppo elevato dipende quindi non tanto dal cambio di rotta, ma da alcuni difetti davvero troppo pesanti anche per un titolo così appassionante. Brevità e sparatorie su tutti.
Voto: 7.5
Tomb Raider: Legend, in veste di primo esperimento della software house, cade sicuramente in tanti difetti di “gioventù”. É un po' un capitolo di prova per Crystal, che cerca di varare al meglio le potenzialità di PS2 e di soddisfare al contempo i fans rimasti delusi dal predecessore. Ci riesce anche, ma solo in parte. Pur non essendo la svolta epocale che critica e pubblico si aspettavano, Legend riesce a sorprendere e a regalare una ventata d'aria fresca ad una serie ormai stantia. Costretta a rivivere col pensiero i più tragici momenti del suo passato, Lara parte alla volta di un viaggio destinato a rivelare i misteri dietro la scomparsa della madre, dispersa in Nepal dopo uno spaventoso atterraggio di fortuna.
Dalla Bolivia al Perù, dal Giappone al Kazakistan, la leggenda tutta curve viene sballottolata in ogni angolo del globo alla ricerca dei frammenti di una spada leggendaria (indovinate quale), impelagandosi tra miti, boss mafiosi, mercenari assassini sempre tra i piedi ed una vecchia conoscenza dal passato che - data per morta durante una vecchia spedizione - cerca vendetta proprio su Lara. C'é davvero di tutto, ed il susseguirsi di azione frenetica mantiene l'interesse del giocatore sempre acceso. L'avventura é piuttosto varia e, tra ambientazioni sempre differenti, enigmi e numerosi scontri a fuoco (anche a bordo di veicoli), non c'é mai davvero il tempo di annoiarsi. Anche perché, purtroppo, si può arrivare ai titoli di coda anche in sole 4-5 ore. Rapido ed intenso, Legend sembra quasi un gioco monco, una bella storia che va a chiudersi proprio quando sembra stia per iniziare seriamente, lasciando tutto in mano ai capitoli futuri.
Senza contare che, effettivamente, di Tomb Raider gli é rimasto solo il nome. Lara non é mai stata così “attaccabrighe” e sfrontata di fronte al pericolo. Crystal ha puntato ad una spettacolarizzazione che i veri proseliti della Croft di certo non avevano mai chiesto. Vero, si basa principalmente sull'esplorazione di luoghi da tempo perduti, ma i veri punti cardine? La difficoltà é appena percettibile, il sistema di controllo e di arrampicate - preso di peso dai Prince of Persia di allora - semplificato al massimo, mentre il peso negativo delle sparatorie (ancora minate da un fastidiosissimo lock-on automatico) é più forte che mai, anche a causa della loro presenza troppo opprimente, in alcune sezioni. Insomma, un prodotto finalmente aperto, senza alcun legame con il passato e adatto anche ai neofiti. Non che sia un difetto, ma é sempre giusto precisare. Il voto non troppo elevato dipende quindi non tanto dal cambio di rotta, ma da alcuni difetti davvero troppo pesanti anche per un titolo così appassionante. Brevità e sparatorie su tutti.
Voto: 7.5