Tomb Raider Trilogy HD

di Davide Ottagono
Tomb Raider: Underworld chiude la trilogia e la storia dell'Avalon. Lara, che dopo lo sconto con Amanda ha cercato risposte da un professore universitario, riparte dall'oceano. L'inizio di Underworld é estasiante come poco altro. Tuffarsi nell'oceano per poi nuotare, nuotare e nuotare verso il basso per centinaia di metri é un incubo ad occhi aperti. Si passa più di mezz'ora a capire cosa fare, dove dirigersi, usando i pochi punti di riferimento del fondale marino per non perdersi nei bui meandri allagati pieni di fauna assassina. É un qualcosa di completamente diverso da Legend ed Anniversary. Meno guidato, visivamente confusionario, povero di indizi. Underworld punta ad essere più “Tomb Raider” dei precedenti, e ci riesce alla grande. Fasi platform meno scontate, design dei livelli immenso ed enigmi cervellotici saranno la regola in questo gioco che, più che alla spettacolarità, punta a mozzare il fiato con una direzione artistica seconda forse solo ad Uncharted.

Gli irriducibili fans di Tomb Raider, dopo anni interi, hanno finalmente pane per i loro denti. Senza nulla togliere ai due prequel diretti, che comunque abbiamo elogiato a dovere (con tutti i pro e contro del caso), Underworld é indubbiamente il più “gioco” della trilogia. Non essendo immediato per tutti, però, Crystal ha pensato di inserire un sistema opzionale di aiuti, accessibile direttamente dal menù. Nell'apposita sezione, infatti, potremo richiedere sia soluzioni parziali che complete di ogni rompicapo. Questa scappatoia (che, per quanto opinabile, non é mai obbligatoria) apre questo titolo oggettivamente più complesso alla stragrande maggioranza del pubblico, senza chiuderlo troppo agli appassionati di vecchia data.

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Purtroppo, non parliamo certo di un prodotto perfetto. La trama, ad esempio, é raccontata piuttosto male. Se aggiungiamo che un capitolo finale di una trilogia deve per forza di cose chiudere col botto, allora il problema diventa maggiore. Non che la storia sia brutta, ma é narrata piuttosto lacunosamente, prendendo nuove strade che - più che chiarire - non fanno altro che confondere ulteriormente. Starà al giocatore leggere tutti i diari dal menù per integrare le informazioni necessarie per raccapezzarci qualcosa in più, ma resta sempre un metodo piuttosto fiacco di risolvere le cose, in ambito di sceneggiatura.

Il lato tecnico é il secondo neo. Graficamente é quasi sempre soddisfacente, ma il sapore generale é quello di un titolo tirato fuori in tutta fretta. Si incapperà spesso in bug di ogni genere (alcuni anche gravi), in compenetrazioni poligonali, in animazioni sconnesse e difetti visivi casuali di ogni genere, oltre che a telecamere (per la prima volta) realmente fastidiose. É un po' quello che accadde a suo tempo con Legend. Probabilmente é sempre a causa della poca esperienza di Crystal con i nuovi hardware e del poco tempo che si prende per risolvere i problemi. Problemi che, con qualche mesetto di rifinitura in più, sarebbero sicuramente scomparsi.

Underworld resta un piccola perla, affetto magari da mille difetti secondari, ma che ha un grande cuore. Il cuore di un vero Tomb Raider. É un'emozione che si é persa nell'ultimo decennio, una grande avventura da vivere (e a cui sopravvivere).

Voto: 8