Tony Hawk's Pro Skater 3

di Redazione Gamesurf
Ultima, ma non per importanza, é poi l'introduzione, attraverso i tasti dorsali del pad, della possibilità di gestire la posizione dei piedi sulla nostra tavola: piuttosto marginale ai fini del gioco ma che, comunque, contribuisce a diversificare notevolmente il numero ed il tipo di acrobazie impiegate, andando a infoltire la già lunga lista di trick a disposizione che, ricordiamo, all'avvio del gioco non é corredata dalle combo più spericolate e nascoste, e che sarà compito del giocatore portare alla luce

Menzione particolare va anche allo "skateshop", che poi costituisce anche la schermata di selezione principale dell'intero titolo. Fra le vetrine di questo negozio alternativo, oltre che a scegliere fra una moltitudine di decorazioni e tatoo per i nostri skate e gestire attivamente i progressi delle abilità di ogni atleta impiegato, é anche possibile modificare ogni skater esistente dove addirittura crearne uno dal nulla. In quest'ultimo caso i parametri con cui interagire sono molteplici, dai semplici dati anagrafici e di peso, sino ad arrivare alla completa scelta del suo guardaroba, dei suoi tratti somatici e del tipo di accessori (braccialetti, zaini...) adottati, per concludere con una discreta gamma di sfregi, ferite e tatuaggi da applicare su braccia e gambe: indubbiamente l'editor più completo sino ad ora incontrato in questo tipo di produzioni
E SE MI GRAFFIO IL FACCINO?
Per il lato meramente tecnico, Tony Hawk's Pro Skater 3 si afferma come uno dei picchi massimi registrati sino a questo punto sulla console nera marchiata Sony. La mole di poligoni presente a schermo, e che va a comporre l'intreccio di rampe e ringhiere, viene mosso con apparente disinvoltura senza rallentamenti o esitazioni. Assente ogni tipo di flickering, presente ma parzialmente contenuto il pestilenziale aliasing, ottima varietà di texture ed ambientazioni. Il tutto é reso ancor più apprezzabile da modelli poligonali per gli atleti ben proporzionati e convincenti, ottime animazioni nei movimenti e qualche chicca, forse un po' sadica, come le strisce e le pozze di sangue che rimangono visibili al suolo dopo ogni rovinosa caduta