Tony Hawk's Underground 2
di
Antonio 'Treasure Hunter' Norfo
Quando Tony Hawk incontrò i videogiochi
L'incontro fra lo skater professionista che battezza la serie ed i Neversoft che la sviluppano rappresenta probabilmente uno dei più felici e scambievoli traguardi raggiunti da celebrità esterne al mondo dei videogiochi e lo stesso universo interattivo. Quando nel 1999 approdava sul mercato il primo episodio, e la freschezza del titolo e la sensazione di padroneggiare così immediatamente una tecnica nella realtà inabbordabile ai più, rappresentarono la chiave prima del successo. Da allora di tempo ne è passato e siamo giunti al sesto capitolo di un filone che gradualmente ha offerto una sempre più vasta personalizzazione, una più verosimile cura alle performance su tavola ed un fattore divertimento sempre costante.
Underground 2, ultimo arrivato, come si comporterà nei confronti del passato? Sentirà forse il peso della sempre più inevitabilmente assottigliata originalità o sarà un passo in avanti verso il perfezionamento del suo genere?
Forse alla duplice domanda la risposta è singola.
Quando i "Jackasses" incontrano Tony Hawk
In una cittadina americana, un giorno ignoto ed in un quartiere ignoto, un anonimo giovane skater si destreggia con l'inseparabile tavola davanti al suo pubblico quotidiano. Ad un tratto un furgoncino con degli uomini mascherati al suo interno decide di fare una brusca irruzione nello show, dopodiché, attorno agli occhi dello sfortunato, null'altro che tenebre e timore. Tempo di riprendere piena facoltà dei sensi e quel ragazzo si ritrova in un garage non troppo illuminato dove altri frastornati esseri umani sembrano avere ricevuto la stessa, scortese sorte. Poi, luce, scherzi e goliardia: Tony Hawk e Bam Margera, tolte le maschere, assoldano tutti i presenti al fine di partecipare al "World Destruction Tour".
Nulla di più semplice da spiegare: a bordo di skate le due squadre capitanate dai signori testé citati viaggeranno per le città del globo e compiranno azioni fra le più irriverenti e pericolose, degne ovviamente dei nomi da stunt-men che circolano nel gioco: Wee-Man, lo stesso Bam, il padre Phil e svariate altre presenze sono infatti tutte comparse della trasmissione televisiva a stelle e strisce "Jackass" (letteralmente significante "asino").
Chi conosce anche un minimo la serie in questione (e le trasmissioni affini o parallele apparse su Mtv) sa dunque che condimento narrativo aspettarsi, chi invece ne è completamente alieno non tarderà certo a ricavarne il minimo comune multiplo.
Underground: Atto secondo
I primi passi propriamente ludici saranno quelli mossi nel più classico Tutorial che svolge egregiamente il suo ruolo più tipico: ambientare il giocatore al poliedrico sistema di controllo. Ciò che è richiesto nella sezione d'allenamento è logicamente quanto tornerà utile durante le missioni vere e proprie: anzitutto navigare all'interno dei menu, poi vedere e scegliere gli obiettivi raggiungibili (scagliando magari qualche frutto maturo a terzi), seguire le direttive del caposquadra Tony e dei futuri compagni di viaggio e, cosa più importante, padroneggiare le nuove abilità concesse da questo secondo capitolo di Underground. Su tutte emergono il Focus, che se azionato consente una più facile esecuzione di tricks vari grazie al conseguente rallentamento in slow motion ed il Freak Out, una sorta di vendetta sulla tavola effettuabile ad ogni caduta mediante rapida pressione del tasto Y (più si riempie la barra specifica, più punti si otterranno).
Né mancherà l'intera miscellanea di azioni ed evoluzioni su tavola che da sempre caratterizza la stellare giocabilità dei titoli vantanti il nome di Tony Hawk, basati dal primo all'ultimo su appropriate combinazioni di tasti, sulla maestria ed il tempismo nella pressione e nella gestione dell'analogico, con tanto di bilancio su rotelle, grind ed ollie e chi più ne ha, più ne metta. Appreso l'apprendibile ed usciti dal "Training" si procederà immediatamente per la prima tappa del tour: Boston City. I vari eventi qui allocati si sbloccheranno basilarmente attraverso i dialoghi e l'esplorazione; è parlando infatti con i personaggi non giocanti e girovagando per le aree di gioco che si darà inizio alle, per così dire, sottomissioni le quali, una volta completate, forniranno i punti necessari per sbloccare le successive locazioni. Ambientati in varie città del mondo (Boston, Barcellona, Berlino e via di questo passo) i livelli permettono di scegliere a piacimento tra i "Goals" proposti. Da segnalare all'interno dello Story Mode alcune trovate interessanti, come ad esempio l'uso di alcuni veicoli improbabili (specifici dei luoghi) e la possibilità di firmare sui muri con la propria tag. I panni da Jet Set Radio, intendiamoci, Tony Hawk li indossa per poi svestirsene rapidamente giacché solo quando richiesto dal Goal di turno e non troppo frequentemente sarà possibile utilizzare le politicamente scorrette bombolette spray.
L'incontro fra lo skater professionista che battezza la serie ed i Neversoft che la sviluppano rappresenta probabilmente uno dei più felici e scambievoli traguardi raggiunti da celebrità esterne al mondo dei videogiochi e lo stesso universo interattivo. Quando nel 1999 approdava sul mercato il primo episodio, e la freschezza del titolo e la sensazione di padroneggiare così immediatamente una tecnica nella realtà inabbordabile ai più, rappresentarono la chiave prima del successo. Da allora di tempo ne è passato e siamo giunti al sesto capitolo di un filone che gradualmente ha offerto una sempre più vasta personalizzazione, una più verosimile cura alle performance su tavola ed un fattore divertimento sempre costante.
Underground 2, ultimo arrivato, come si comporterà nei confronti del passato? Sentirà forse il peso della sempre più inevitabilmente assottigliata originalità o sarà un passo in avanti verso il perfezionamento del suo genere?
Forse alla duplice domanda la risposta è singola.
Quando i "Jackasses" incontrano Tony Hawk
In una cittadina americana, un giorno ignoto ed in un quartiere ignoto, un anonimo giovane skater si destreggia con l'inseparabile tavola davanti al suo pubblico quotidiano. Ad un tratto un furgoncino con degli uomini mascherati al suo interno decide di fare una brusca irruzione nello show, dopodiché, attorno agli occhi dello sfortunato, null'altro che tenebre e timore. Tempo di riprendere piena facoltà dei sensi e quel ragazzo si ritrova in un garage non troppo illuminato dove altri frastornati esseri umani sembrano avere ricevuto la stessa, scortese sorte. Poi, luce, scherzi e goliardia: Tony Hawk e Bam Margera, tolte le maschere, assoldano tutti i presenti al fine di partecipare al "World Destruction Tour".
Nulla di più semplice da spiegare: a bordo di skate le due squadre capitanate dai signori testé citati viaggeranno per le città del globo e compiranno azioni fra le più irriverenti e pericolose, degne ovviamente dei nomi da stunt-men che circolano nel gioco: Wee-Man, lo stesso Bam, il padre Phil e svariate altre presenze sono infatti tutte comparse della trasmissione televisiva a stelle e strisce "Jackass" (letteralmente significante "asino").
Chi conosce anche un minimo la serie in questione (e le trasmissioni affini o parallele apparse su Mtv) sa dunque che condimento narrativo aspettarsi, chi invece ne è completamente alieno non tarderà certo a ricavarne il minimo comune multiplo.
Underground: Atto secondo
I primi passi propriamente ludici saranno quelli mossi nel più classico Tutorial che svolge egregiamente il suo ruolo più tipico: ambientare il giocatore al poliedrico sistema di controllo. Ciò che è richiesto nella sezione d'allenamento è logicamente quanto tornerà utile durante le missioni vere e proprie: anzitutto navigare all'interno dei menu, poi vedere e scegliere gli obiettivi raggiungibili (scagliando magari qualche frutto maturo a terzi), seguire le direttive del caposquadra Tony e dei futuri compagni di viaggio e, cosa più importante, padroneggiare le nuove abilità concesse da questo secondo capitolo di Underground. Su tutte emergono il Focus, che se azionato consente una più facile esecuzione di tricks vari grazie al conseguente rallentamento in slow motion ed il Freak Out, una sorta di vendetta sulla tavola effettuabile ad ogni caduta mediante rapida pressione del tasto Y (più si riempie la barra specifica, più punti si otterranno).
Né mancherà l'intera miscellanea di azioni ed evoluzioni su tavola che da sempre caratterizza la stellare giocabilità dei titoli vantanti il nome di Tony Hawk, basati dal primo all'ultimo su appropriate combinazioni di tasti, sulla maestria ed il tempismo nella pressione e nella gestione dell'analogico, con tanto di bilancio su rotelle, grind ed ollie e chi più ne ha, più ne metta. Appreso l'apprendibile ed usciti dal "Training" si procederà immediatamente per la prima tappa del tour: Boston City. I vari eventi qui allocati si sbloccheranno basilarmente attraverso i dialoghi e l'esplorazione; è parlando infatti con i personaggi non giocanti e girovagando per le aree di gioco che si darà inizio alle, per così dire, sottomissioni le quali, una volta completate, forniranno i punti necessari per sbloccare le successive locazioni. Ambientati in varie città del mondo (Boston, Barcellona, Berlino e via di questo passo) i livelli permettono di scegliere a piacimento tra i "Goals" proposti. Da segnalare all'interno dello Story Mode alcune trovate interessanti, come ad esempio l'uso di alcuni veicoli improbabili (specifici dei luoghi) e la possibilità di firmare sui muri con la propria tag. I panni da Jet Set Radio, intendiamoci, Tony Hawk li indossa per poi svestirsene rapidamente giacché solo quando richiesto dal Goal di turno e non troppo frequentemente sarà possibile utilizzare le politicamente scorrette bombolette spray.
Tony Hawk's Underground 2
8
Voto
Redazione
Tony Hawk's Underground 2
L'incontro fra lo skater professionista che battezza la serie ed i Neversoft che la sviluppano rappresenta probabilmente uno dei più felici traguardi raggiunti da celebrità esterne al mondo dei videogiochi e lo stesso universo interattivo. Quando nel 1999 approdava sul mercato il primo episodio, e la freschezza del titolo e la sensazione di padroneggiare così immediatamente una tecnica nella realtà inabbordabile ai più, rappresentarono la chiave prima del successo. Da allora di tempo ne è passato e siamo giunti al sesto capitolo di un filone che gradualmente ha offerto una sempre più vasta personalizzazione, una più verosimile cura alle performance su tavola ed un fattore divertimento sempre costante. Ed Underground 2, ultimo arrivato, come si comporterà nei confronti del passato? Sente forse il peso della sempre più inevitabilmente assottigliata originalità o èà un passo in avanti verso il perfezionamento del suo genere?
Come una pur brillante medaglia ha due facce, così Tony Hawk's Underground 2 sa sì essere un gradino evolutivo, magari distante dalle scalinate compiute interamente da alcuni precedenti episodi, ma pur sempre esente da innovazioni sostanziali.
Come una pur brillante medaglia ha due facce, così Tony Hawk's Underground 2 sa sì essere un gradino evolutivo, magari distante dalle scalinate compiute interamente da alcuni precedenti episodi, ma pur sempre esente da innovazioni sostanziali.