Tony Hawk's Underground 2
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Underground 2 non è costruito sul solo Story Mode (la cui longevità è largamente influenzabile dalle personali abilità nonché dalla difficoltà selezionata) dal momento che offre l'appetibile ritorno della modalità Classica con tanto di nostalgica collezione di oggetti vari, delle lettere SKATE, di quelle COMBO e con l'incessante ricerca del proprio record personale nel tempo limite dato (vi sarà anche il Free Skate Mode, dove girovagare senza nessun incombente cronometro e particolari richieste).
Chi insomma ha provato un po' di delusione nel cambio di rotta operato dal precedente Underground (metamorfosi che concettualmente è stata invero encomiabile) troverà senz'altro piacevole la suddetta possibilità offerta dai Neversoft che, come da tradizione, non si sono tirati indietro nel proporre un versatile Editor con vaste scelte di personalizzazione annesse (creare skater, park, graffiti, obiettivi e trick rende certamente più varia e completa l'esperienza globale).
Uno sguardo al futuro
A livello estetico gli addetti ai lavori si sono ben comportati presentando dei modelli umani tridimensionali orientati verso il "super deformed" ma rassomiglianti in tutto e per tutto alle controparti in carne ed ossa (proporzioni anatomiche eccettuate, come intuibile). Il commento positivo è applicabile tanto visivamente quanto nel sonoro, giacché il parlato anglosassone vanta le voci originali. Gli ambienti interni ed esterni oltre ad avere un level design accurato, hanno ricevuto in generale una buona texturizzazione, mentre le animazioni sono in vasta scala quelle degli episodi antecedenti con qualche limatura effettuata. La proiezione delle ombre è dettata anche dall'alternarsi del dì e della notte, mentre in negativo (qualora entrati in qualche edificio o magazzino) colpisce la scarna quantità, se non l'assenza, di particolari.
L'accompagnamento musicale merita un discorso a sé in quanto l'OST contiene al suo interno una cinquantina di pezzi che svariano di genere in genere partendo da Frank Sinatra, Metallica ed arrivando ai Doors e ad altri gruppi noti e meno noti (se poi lo si vorrà ci sono le colonne sonore personalizzate).
Alla luce di quanto detto sembrerebbe tutto rose e fiori dunque? Non proprio, come anticipato in apertura di recensione due sono le facce della nostra pur brillante medaglia. L'ossatura base del titolo rimane quella già intravista nel passato (recente e remoto) e le aggiunte sì apprezzabili in quanto tali non contribuiscono di fatto a rinverdire la struttura di una serie ormai celeberrima e di rilievo nel mercato videoludico. Potremmo pertanto definire il titolo in analisi come una valida e riuscita summa delle precedenti uscite, senza dubbio fornita di un sempre encomiabile concept, ma altrettanto priva di spunti realmente definibili innovativi.
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Chi insomma ha provato un po' di delusione nel cambio di rotta operato dal precedente Underground (metamorfosi che concettualmente è stata invero encomiabile) troverà senz'altro piacevole la suddetta possibilità offerta dai Neversoft che, come da tradizione, non si sono tirati indietro nel proporre un versatile Editor con vaste scelte di personalizzazione annesse (creare skater, park, graffiti, obiettivi e trick rende certamente più varia e completa l'esperienza globale).
Uno sguardo al futuro
A livello estetico gli addetti ai lavori si sono ben comportati presentando dei modelli umani tridimensionali orientati verso il "super deformed" ma rassomiglianti in tutto e per tutto alle controparti in carne ed ossa (proporzioni anatomiche eccettuate, come intuibile). Il commento positivo è applicabile tanto visivamente quanto nel sonoro, giacché il parlato anglosassone vanta le voci originali. Gli ambienti interni ed esterni oltre ad avere un level design accurato, hanno ricevuto in generale una buona texturizzazione, mentre le animazioni sono in vasta scala quelle degli episodi antecedenti con qualche limatura effettuata. La proiezione delle ombre è dettata anche dall'alternarsi del dì e della notte, mentre in negativo (qualora entrati in qualche edificio o magazzino) colpisce la scarna quantità, se non l'assenza, di particolari.
L'accompagnamento musicale merita un discorso a sé in quanto l'OST contiene al suo interno una cinquantina di pezzi che svariano di genere in genere partendo da Frank Sinatra, Metallica ed arrivando ai Doors e ad altri gruppi noti e meno noti (se poi lo si vorrà ci sono le colonne sonore personalizzate).
Alla luce di quanto detto sembrerebbe tutto rose e fiori dunque? Non proprio, come anticipato in apertura di recensione due sono le facce della nostra pur brillante medaglia. L'ossatura base del titolo rimane quella già intravista nel passato (recente e remoto) e le aggiunte sì apprezzabili in quanto tali non contribuiscono di fatto a rinverdire la struttura di una serie ormai celeberrima e di rilievo nel mercato videoludico. Potremmo pertanto definire il titolo in analisi come una valida e riuscita summa delle precedenti uscite, senza dubbio fornita di un sempre encomiabile concept, ma altrettanto priva di spunti realmente definibili innovativi.