Tony Hawk's Underground

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru

Dopo essersi giocata tutte le frecce in suo possesso e aver sfruttato il brand Tony Hawk fino ai limiti estremi, l'Activision ha finalmente capito che qualche drastico cambiamento può giovare al prodotto, magari ringiovanendolo in modo da poterlo riproporre a una più vasta fascia di utenti. Quanto visto nell'ultimo capitolo, ovvero il poter parlare con vari personaggi, era una sorta di antipasto per quello potremo fare in questa puntata. Parlare con la gente? Riduttivo. I programmatori della Neversoft hanno ben pensato di creare vastissimi ambienti dove scorrazzare (più estesi che in THPS4), poter parlare e interagire con i passanti, o ancora entrare in edifici o guidare dei mezzi, scendere dallo skate e camminare. Il tutto senza snaturare il prodotto in maniera drastica e tenendo ben salda e soprattutto ben realizzata la componente sportiva, visto che pur sempre di un gioco di skateboarding si tratta.


Andiamo con calma. Lo Story Mode segue l'ormai classico clichè del "nessuno che tenta di diventare qualcuno", partendo dalla propria cittadina di periferia per poi andare a sfidare i più grandi e scalare la vetta dell'Olimpo degli amanti della tavola. E non parlo di quella imbandita. Una volta creato il nostro skater a nostra immagine e somiglianza, grazie anche a un editor molto soddisfacente e ben curato, saremo pronti a prendere in mano la tavola e scorrazzare a piedi per la città. Si, avete letto bene, perché proprio quella di "girare" con la tavola in mano piuttosto che sotto i piedi è la più grande novità di questo ennesimo episodio, che gli conferisce alcune venature platform ma soprattutto dona un valore aggiunto al discorso concernente i tricks. Tornando alla trama, questa si rivela giusto un piccolo pretesto per farci visionare le varie locazioni, spostarci da una parte all'altra e godere dei nuovi scenari creati dai programmatori.

La procedura ormai la conosciamo un po' tutti: si fa un giretto, si vedono quali sono i personaggi contrassegnati con cui potremo interagire, ci si avvicina e si cerca di superare la prova da loro proposta, quindi si va dal prossimo e così via. Niente drastici cambiamenti quindi. Dal punto di vista teorico il gameplay si arricchisce di tante piccole chicche, da quello pratico migliora giusto l'esperienza sportiva, visto che il contorno non è dei più saporiti. Infatti il tema dominante delle acrobazie e quello delle attività secondarie non sono trattati allo stesso modo, e trick e acrobazie funamboliche sono le strutture sulle quali prende corpo il gameplay di Tony Hawk Underground, come tradizione oramai quasi secolare vuole. Il resto è da poco. Gli elementi di contorno e le novità atte a contaminare il titolo per renderlo maggiormente vario (sezioni di guida e platform), sono state sviluppate in maniera poco profonda, quasi a voler a tutti i costi arricchire una vetrina, che per quanto già ricca e piena di attrattive presenti anche nei precedenti capitoli, aveva bisogno di una bella spolverata e di un tocco di cera. Il problema è che questa tradizione si tramanda oramai da troppi anni, ed effettivamente novità consistenti non ne sono state apportate, ma giusto qualche perfezionamento alla disciplina con 4 rotelle e una tavola. Un male? No. D'altronde non si può rivoluzionare totalmente e magari snaturare una serie che tanto successo ha ottenuto negli anni. E' vero che i programmatori non si sforzano tanto a mettere in rilievo la loro vena creativa, nemmeno lontanamente, ma è anche vero che i piccoli perfezionamenti proposti hanno giovato molto a questo titolo, tanto da renderlo più equilibrato e profondo, adatto sia al giocatore occasionale che all'hardcore gamer.