Too Human
di
Narra l'Edda di Snorri che il dio cieco Hod, raggirato dal malvagio Loki, uccise inavvertitamente il figlio prediletto di Odino, il solare Baldur. Per questo fatto, Loki venne imprigionato e condannato a subire in eterno lo sgocciolio della bile di un serpente; ma quando verrà il Ragnarok, la battaglia finale, saranno proprio Baldur e Loki, tornati dalle rispettive prigioni di morte, a condurre le forze del bene e del male l'una contro l'altra. Trasponendo il tutto in fantascientifico, in un mondo in cui gli dei Aesir sono potenti ed immortali grazie alla cybertecnologia, otteniamo l'ambientazione alla base di Too Human.
La vicenda avrà inizio con la liberazione di Baldur, il protagonista della storia, e si dipanerà in quattro capitoli successivi, ma in realtà questo é solo l'inizio: Too Human é infatti dichiaratamente il primo episodio di una trilogia Made in Silicon Knights. Il concept di gioco é quello di un Action-RPG in cui Baldur dovrà attraversare vasti ambienti ipertecnologici abbattendo lungo il suo cammino quantità industriali di nemici robotici e non, accumulando nel contempo esperienza e potere, oltre a elementi di equipaggiamento sempre più potenti.
All'inizio della vicenda saremo chiamati a selezionare una “classe” tra le cinque disponibili: ciascuna di esse avrà le sue limitazioni nell'uso dell'equipaggiamento, caratteristiche di base differenti ed un peculiare albero di sviluppo delle abilità. Il sistema di controllo si basa principalmente sull'uso dello stick analogico sinistro per il movimento, del destro per gli attacchi in mischia e dei grilletti laterali per le armi a distanza (siano esse due pistole distinte o due modalità di fuoco per i fucili), coadiuvati dagli altri tasti per i salti, le schivate e l'attivazione di alcune abilità speciali.
Tecnicamente il gioco presenta alcuni elementi veramente ben realizzati, primo fra tutti la cura nei modelli 3D e nelle textures: basta dare una veloce occhiata agli screenshot per accorgersi che vi é un immane uso di poligoni e un'approfondita cura dei dettagli, ed anche i vasti ambienti su cui l'azione si snoda non sono da meno, anche se per la maggior parte immutabili. Le cose cominciano a peggiorare quando si analizzano le animazioni: corse, camminate e mosse da battaglia, probabilmente eccellenti in un simulatore “inerte”, risultano spesso poco legate all'ambiente circostante, ed ecco che Baldur deve “saltare” anche dislivelli di pochi centimetri e le scalinate vengono trattate alla stregua di piani inclinati. Il cyberspazio, realizzato come un bosco nordico, é indubbiamente affascinante, ma nelle fasi più vaste di esplorazione tende a diventare decisamente molto omogeneo e dispersivo.
Ma il vero punto debole di TH é la gestione delle telecamere: non avendo a disposizione l'analogico destro, utilizzato come già detto per le mosse da corpo a corpo, gli sviluppatori hanno optato per un sistema di inquadratura automatico, al massimo settabile su diverse scale da “primo piano” a “lontano” fino a “isometrica”, che però lascia parecchio a desiderare. L'inquadratura ruota troppo spesso senza apparente motivo, magari per evitare qualche elemento grafico del soffitto, andando addirittura talvolta ad infilarsi sotto al pavimento (raccapricciante), e comunque alterando le traiettorie quel tanto che basta perché il movimento o le combo subiscano violenti scossoni, o peggio ancora coprendo i nemici al nostro sguardo.
Niente da eccepire invece per il reparto audio: la colonna sonora é estremamente maestosa e molto ben realizzata, ed é accompagnata da effetti sonori e suoni d'ambiente molto validi. Il doppiaggio é disponibile in svariate lingue tra cui (udite udite) l'Italiano, ed é anch'esso realizzato ad ottimi livelli. Giusto la gestione del livello di volume ci ha lasciati un po' interdetti, in quanto questo tende a crescere eccessivamente quando la situazione si fa molto caotica.
La vicenda avrà inizio con la liberazione di Baldur, il protagonista della storia, e si dipanerà in quattro capitoli successivi, ma in realtà questo é solo l'inizio: Too Human é infatti dichiaratamente il primo episodio di una trilogia Made in Silicon Knights. Il concept di gioco é quello di un Action-RPG in cui Baldur dovrà attraversare vasti ambienti ipertecnologici abbattendo lungo il suo cammino quantità industriali di nemici robotici e non, accumulando nel contempo esperienza e potere, oltre a elementi di equipaggiamento sempre più potenti.
All'inizio della vicenda saremo chiamati a selezionare una “classe” tra le cinque disponibili: ciascuna di esse avrà le sue limitazioni nell'uso dell'equipaggiamento, caratteristiche di base differenti ed un peculiare albero di sviluppo delle abilità. Il sistema di controllo si basa principalmente sull'uso dello stick analogico sinistro per il movimento, del destro per gli attacchi in mischia e dei grilletti laterali per le armi a distanza (siano esse due pistole distinte o due modalità di fuoco per i fucili), coadiuvati dagli altri tasti per i salti, le schivate e l'attivazione di alcune abilità speciali.
Tecnicamente il gioco presenta alcuni elementi veramente ben realizzati, primo fra tutti la cura nei modelli 3D e nelle textures: basta dare una veloce occhiata agli screenshot per accorgersi che vi é un immane uso di poligoni e un'approfondita cura dei dettagli, ed anche i vasti ambienti su cui l'azione si snoda non sono da meno, anche se per la maggior parte immutabili. Le cose cominciano a peggiorare quando si analizzano le animazioni: corse, camminate e mosse da battaglia, probabilmente eccellenti in un simulatore “inerte”, risultano spesso poco legate all'ambiente circostante, ed ecco che Baldur deve “saltare” anche dislivelli di pochi centimetri e le scalinate vengono trattate alla stregua di piani inclinati. Il cyberspazio, realizzato come un bosco nordico, é indubbiamente affascinante, ma nelle fasi più vaste di esplorazione tende a diventare decisamente molto omogeneo e dispersivo.
Ma il vero punto debole di TH é la gestione delle telecamere: non avendo a disposizione l'analogico destro, utilizzato come già detto per le mosse da corpo a corpo, gli sviluppatori hanno optato per un sistema di inquadratura automatico, al massimo settabile su diverse scale da “primo piano” a “lontano” fino a “isometrica”, che però lascia parecchio a desiderare. L'inquadratura ruota troppo spesso senza apparente motivo, magari per evitare qualche elemento grafico del soffitto, andando addirittura talvolta ad infilarsi sotto al pavimento (raccapricciante), e comunque alterando le traiettorie quel tanto che basta perché il movimento o le combo subiscano violenti scossoni, o peggio ancora coprendo i nemici al nostro sguardo.
Niente da eccepire invece per il reparto audio: la colonna sonora é estremamente maestosa e molto ben realizzata, ed é accompagnata da effetti sonori e suoni d'ambiente molto validi. Il doppiaggio é disponibile in svariate lingue tra cui (udite udite) l'Italiano, ed é anch'esso realizzato ad ottimi livelli. Giusto la gestione del livello di volume ci ha lasciati un po' interdetti, in quanto questo tende a crescere eccessivamente quando la situazione si fa molto caotica.