Tornado Outbreak

di Tommaso Alisonno
Praticamente sconosciuta a noi terrestri é l'esistenza di una squadra speciale intergalattica di guerrieri-vortice: i Windwarriors, il cui compito principale é quello di creare e preservare la vita nei pianeti disabitati, anche se non disdegnano di effettuare altre missioni qualora l'urgenza richiedesse l'intervento dei loro poteri. É il caso che si verifica quando i perfidi folletti di fuoco rubano all'eroe interdimensionale Omegaton le sue gemme del potere, precipitandolo impotente nella nostra galassia e andandosi a nascondere sulla terra. Capitanati dal giovane e promettente Zephir, i Windwarriors giungono pertanto sul nostro pianeta intenzionati a mandare letteralmente all'aria i folli piani dei folletti di fuoco.

Tornado Outbreak é un gioco che sin dalle prime fasi dimostra la sua ispirazione più evidente, vale a dire Katamari: Zephir (e i suoi amici) assumono sulla terra l'aspetto di piccole trombe d'aria dotate del potere di travolgere e raccogliere gli oggetti su cui si avventeranno, diventando mano a mano più grandi e potendo così assorbire oggetti di dimensioni maggiori. Lo scopo delle varie missioni consiste nel catturare il sufficiente numero di folletti di fuoco (ovviamente nascosti sotto le strutture da scoperchiare) entro il limite di tempo, in modo da ottenere informazioni sull'ubicazione della gemma di Omegaton e procederne al recupero.



Il sistema di controllo é veramente elementale, tanto che nelle primissime missioni (tutorial) dovrete esclusivamente direzionare il movimento del vortice senza bisogno di premere alcun tasto. Il tutorial si conclude in effetti quando ci viene insegnato a catturare i folletti di fuoco: la loro collocazione sarà evidenziata da un alone infuocato alla base delle strutture che li nascondono, visibile solo quando sarete abbastanza grossi da poterle scoperchiare, e di base é sufficiente travolgerli per aggiungerli al counter. Se però utilizzerete l'apposito tasto “cattura”, al costo di un rallentamento del vortice, potrete afferrare i folletti ed “accumularli”: rilasciando il tasto (c'é un limite di tempo) i folletti catturati saranno assorbiti in una botta sola, e a seconda della combo così effettuata otterrete un bonus al tempo residuo - semplicemente vitale agli alti livelli.

In seguito Zephir otterrà anche due mosse speciali, ossia il salto “schiacciasassi” e lo scatto. La prima consiste, ovviamente, in un salto al cui atterraggio si può sbriciolare in un solo colpo una struttura che altrimenti richiederebbe la perdita di diversi preziosi secondi (o una taglia maggiore) per essere abbattuta; inoltre, tramite il salto é possibile “svegliare” i golem di pietra nascosti nei livelli, la cui liberazione costituisce uno degli obiettivi secondari del gioco. Lo scatto altro non é che un'accelerazione del vortice, reso però inoffensivo: utile per percorrere lunghe distanze senza niente da distruggere, oppure per liberare le ninfe dell'acqua, altro obiettivo secondario.

Infine, quando avrete finalmente localizzato l'ubicazione della gemma di Omegaton (non ci vorrà molto: in effetti é sempre la costruzione più imponente posta al centro dell'area), dovrete creare una tempesta per permettere ai Windwarriors di planare verso le difese e poi attaccarle direttamente. Questo atto é in tutto e per tutto un sotto-gioco di slalom in cui dovrete infilare delle porte su un percorso chiuso volando sempre più velocemente e facendo attenzione ad attivare la cattura al presentarsi di ulteriori folletti del fuoco. La corsa d'attacco é una sorta di slalom nelle zone d'ombra (la luce diretta é letale per i Windwarriors!) in cui dovrete, a seconda del livello, sfruttare proprietà particolari della cattura, del salto o dello scatto. Infine, l'attacco ad una delle difese é un gioco di tempismo in cui dovrete attaccare le varie sezioni prima che si richiudano.



La realizzazione grafica, pur non facendo affatto gridare al miracolo, é comunque più che onorevole: gli ambienti sono piuttosto vasti, abbastanza vari, differenti tra loro e ad alti livelli strutturati in maniera tutt'altro che occasionale. Anzi: dovrete ripetere alcune missioni due o tre volte anche solamente per impratichirvi con l'ambiente e imparare i percorsi migliori da compiere, soprattutto all'inizio. I modelli delle strutture sono realizzati con uno stile interessante, estremamente cartonoso, e ben texturizzati. Purtroppo la telecamera che vi segue non sempre ha inquadrature vincenti, soprattutto quando al progressivo crescere del vortice essa viene progressivamente abbassata. Soprattutto é fastidioso che, una volta ottenuto il quantitativo necessario di folletti di fuoco, non ci sia nessun indicatore che ci indirizzi all'uscita: troppe missioni sono fallite a causa del tempo perso inutilmente alla ricerca.

La colonna sonora conta un assortimento di musiche molto simpatiche, una per ciascuna ambientazione, che vanno dalla sagra del pollo, alle basi militari, ai casinò della west coast, fino alle ambientazioni medioevaleggianti europee. La musica tende a svanire man mano che il vortice cresce di dimensione, sostituita progressivamente dal “catastrofico” tema portante del gioco. Buoni gli effetti sonori, ma tiratina d'orecchie per i doppiaggi durante i filmati: non tanto per la qualità degli stessi, quanto per la presenza del solo Inglese con sottotitoli in Italiano che occasionalmente sfumano nel Francese (classico errore di revisione). I filmati in stile “fumetto animato” si intonano bene allo stile scelto, ma naturalmente non sono niente di eclatante.

Prendere confidenza col gioco é questione di pochi secondi: dopotutto, come accennato, nelle prime missioni dovrete semplicemente portare a spasso il vostro vortice travolgendo tutto il possibile. Le cose cominciano a cambiare con l'introduzione dei folletti di fuoco e del relativo limite di tempo: a questo punto il gioco assume una duplice natura. All'inizio delle missioni sarà cruciale l'individuazione di vaste concentrazioni di oggetti piccoli, in modo da poter crescere di dimensione il più in fretta possibile, ed anche la presenza di grossi ostacoli determinerà i percorsi da seguire; quando il vortice avrà raggiunto una certa taglia, comincerà la caccia dei folletti, il più velocemente possibile perché il tempo comincerà ad incalzare.

Ecco pertanto il vero dilemma: scoperchiare i folletti appena possibile o attendere di crescere di dimensione in modo da poterne raccogliere un maggior numero in combo? Entrambe le scelte comportano il rischio di ritrovarsi, presto o tardi, senza tempo a disposizione. Quando poi anche l'uscita fa del suo meglio per rendersi elusiva, la presenza di una certa difficoltà di fondo é evidente: niente di castrante, fortunatamente, quanto piuttosto un incentivo per riprovare e proseguire senza viceversa avere l'idea di essere al cospetto di un giochino troppo semplice.

Le ambientazioni presentate in realtà non sono tantissime, ma tra missioni da ripetere e la ricerca opzionale dei golem e delle ninfe, il gioco riesce a tenere occupati grandi e piccini per una discreta quantità di tempo. La presenza del MultiPlayer in cooperative split-screen (esclusivamente in locale) é più che altro una simpatica aggiunta per permettere di giocare con un amico, ma più probabilmente un fratello o, perché no, un figlio. Certo, l'ambientazione e la trama del gioco non sono delle più mature o intricate, e presentano anche qualche problema di carattere morale (distruggere tutto per stanare i folletti?!?) che nel gioco viene liquidato con molta semplicità (“aiuteremo nella ricostruzione”), ma l'importante é che lo spirito sia gradevole.

Insomma, le avventure di Zephir rappresentano un'interessante e un po' più varia alternativa al classico Katamari, e senza essere al cospetto di chissà quale capolavoro, possiamo ritenerci soddisfatti dallo spirito e dal concept di Tornado Outbreak. Per grandi e piccini.