Total War Pharaoh – I Faraoni d’Egitto - Recensione PC
Risiko ai tempi dell'Età del Bronzo
Quelli che conoscono la saga dei Total War sanno quanto Creative Assembly metta cura e dedizione in quello che fa. Nel corso degli anni abbiamo avuto prova di questa dedizione, visti gli innumerevoli (quanto continui) cambiamenti che si sono succeduti all’uscita di ogni capitolo della saga. Questo processo ha contribuito a rendere la serie uno dei franchise di strategia a turni più amati dai fan sin dai suoi esordi.
Oltre alla notevole fedeltà storica, che si è dimostrata rispettosa in molte occasioni, nonostante alcune inevitabili licenze artistiche, la serie Total War è riuscita a creare un equilibrato connubio tra azione e strategia. C’è sempre stato modo di notare qualche cambiamento a seconda del capitolo giocato, e le complesse componenti gestionali, tra le più note la diplomazia e la gestione degli alberi tecnologici, sono diventate via via più sofisticate, nonché ben amalgamate con i titoli di cui facevano parte.
Nell’ultima installazione del franchise, intitolata Pharaoh in onore del periodo storico menzionato, Creative Assembly abbandona le parentesi fantasy per concentrarsi sulla formula classica dei Total War a tema storico, introducendo alcune meccaniche aggiuntive che, seppur interessanti, non sono sufficienti a garantire il successo completo del gioco come nuovo capitolo standalone.
Total War Pharaoh – Guerra Aperta sui Campi di Battaglia
Analizzare un periodo storico come quello dell’Antico Egitto non è impresa facile. Da un lato, disponiamo di un buon numero di testimonianze scritte, sebbene non siano sufficienti per fornire un quadro completo di ciò che accadeva precisamente durante l’Età del Bronzo. Dall'altro lato, per ovvie ragioni, dobbiamo cercare di immaginare cosa si provasse a vivere al tempo dei faraoni.
In casa Creative Assembly sanno che un buon equilibrio tra fedeltà storica e libera interpretazione può fare la differenza, ed è giusto pensare che lo scopo sia stato quello di mettere in scena un canovaccio credibile capace di adattarsi al concept del gioco che, come sapete, volge a mettere in atto una guerra totale sul campo.
L’ambientazione scelta quest’oggi dagli sviluppatori offre una panoramica su quello che poteva essere l’Antico Egitto ai tempi dell’Età del Bronzo, momento in cui il faraone Merneptah avverte la fine del suo regno, lasciando così spazio a nuovi contendenti pronti a prendere il suo posto.
Il fronte egiziano offre una selezione più ampia di leader, con quattro sovrani rappresentati: Ramses, Seti, Tausret e Amenmesse. Dall'altra parte, tra i cananei e gli ittiti, predominano quattro diversi capi tribù, impegnati a navigare il caos causato dalla lotta per il trono. In un certo senso, si potrebbero considerare questi leader tribali come antagonisti naturali nella narrazione egiziana, sebbene andando avanti ci si accorge come anch’essi mirino a imporre il proprio dominio in vista della conclusione dell’Età del Bronzo.
Ogni sovrano vanta delle proprie caratteristiche uniche, che influenzano non solo la posizione di partenza dei loro territori, ma anche lo stile di gioco necessario per raggiungere il successo della campagna cercando di ottenere il massimo risultato.
Sebbene il background narrativo dei due popoli cambi, e non ci servono i libri di storia per raccontarvelo, la scelta dei diversi sovrani, tra egiziani, ittiti e cananei, non sembra influenzare in modo significativo l'esperienza sul campo di battaglia, rendendo conseguentemente il gameplay un po' monotono quando si opta per il combattimento in tempo reale nudo e crudo, invece di affidarsi alla risoluzione automatica.
Un primo problema che emerge proprio in funzione di questa condizione è la mancanza di differenziazione delle truppe nel periodo storico rappresentato, elemento che ci mostra spesso su schermo eserciti pronti a fronteggiarsi sui due lati del campo riconoscibili solo per via dello stemma reale sulle loro teste. Inoltre, ad appesantire il tutto, è bene sottolineare che non vi sono unità di cavalleria o d'assedio, il che limita ulteriormente la varietà delle opzioni tattiche disponibili una volta compiuto l’accesso sui campi di battaglia.
Total War Pharaoh – Al Cospetto degli Dei
La campagna di Pharaoh inizia in modo graduale, come spesso accade nei Total War, introducendo progressivamente le meccaniche e i concetti di gioco fondamentali.
La prima fase solitamente coinvolge una battaglia, spesso contro un esercito nemico, seguita da un assedio a un insediamento. È consigliabile giocare entrambe le possibili risoluzioni per apprezzare l'impegno dedicato da Creative Assembly nella creazione di scenari più diversificati, soprattutto per le battaglie urbane.
Benché l'urbanistica del periodo storico non permetta una grande differenziazione tra gli insediamenti, a meno che non si parli delle grandi città più note, è apprezzabile notare alcune modifiche piacevoli apportate agli scenari nelle battaglie, elementi che rendono l’esperienza un pizzico originale sulle prime fasi della campagna, per poi scemare un po’ a patto che ogni scontro venga disputato in tempo reale. Per fortuna oltre allo scenario, il gioco cerca di modificare l’esperienza inserendo una meccanica legata alle condizioni climatiche, come piogge improvvise o tempeste di sabbia, condizioni che possono alterare il terreno di gioco e la visibilità durante gli scontri, aggiungendo una dimensione tattica alle battaglie.
Certo, come detto in precedenza non fa piacere vedere lo stesso contingente di soldati da una parte e l’altra del campo: è vero che così emerge la migliore capacità strategica, ma a lungo andare si finisce quasi per prediligere la risoluzione automatica dato che spesso gli scontri si rivelano piuttosto lunghi. Tra l’altro i generali non vantano chissà quali abilità magiche, elemento a cui forse siamo stati troppo abituati con i capitoli fantasy stile Warhammer, nonché anche con l’ultimo Troy.
Oltre alla parte dedicata alla guerra vera e propria, Total War Pharaoh offre una componente strategica molto approfondita, coadiuvata peraltro da una mappa di gioco piuttosto vasta, capace di comprendere quei territori che abbiamo saputo apprezzare durante le lezioni scolastiche. La campagna si concentra sul percorso di un personaggio piuttosto che sulla guida generale della civiltà: essendo uno degli scopi del gioco quello di diventare faraone, potrebbe rivelarsi comodo scegliere all’inizio il sovrano Amenmesse, questo perché già ricopre una posizione a corte fin dall’inizio della partita. Ramses ha maggiori opportunità di formare un esercito forte sulle prime battute, questo perché ha la possibilità di reclutare fin da subito unità un pelino più potenti degli altri.
Ogni sei turni, durante il periodo di Shemsu Hor, che rappresenta l'apice della stagione del raccolto, la corte reale si riunisce. Questa nuova meccanica è particolarmente intrigante poiché offre la possibilità di pianificare complotti per screditare i nostri obiettivi, escogitare intrighi per destituire un detentore di una carica e prenderne il suo posto, o richiedere favori agli altri membri della corte per ottenere vantaggi nel gioco.
La diplomazia svolge un ruolo fondamentale nell'economia del gioco. Spesso, dovrete fare affari con le popolazioni vicine per convenienza, scambiando risorse come pietra o rame per raccogliere grandi quantità di cibo, che è la risorsa più essenziale. Questo permette di mantenere l’esercito in salute, nonché evitare epidemie e rivolte che potrebbero minacciare la stabilità del regno messo in piedi con tanta fatica.
Un'altra meccanica di gioco divertente e sfidante riguarda la possibilità di entrare a far parte della corte. Questo è un meccanismo creato appositamente per Total War Pharaoh e richiede ai giocatori egizi o ittiti di destreggiarsi tra intrighi e decisioni complesse. Le scelte possono condurre a ricompense come sconti su alcune costruzioni o l'ottenimento di truppe di migliore qualità. Tuttavia, è essenziale fare queste scelte con attenzione per evitare che i rivali possano approfittare dei nostri errori per soffiarci la posizione tanto desiderata.
Total War Pharaoh – La Fine di Ogni Cosa
Detto ciò, qual è il modo migliore per diventare faraone o completare la campagna? Oltre a sconfiggere e rimuovere ogni ostacolo sul nostro cammino, il miglior approccio potrebbe rivelarsi in modo del tutto casuale, magari con lo scoppiare di pericolose guerre civili nei nostri territori, o in quelli vicini, conflitti che potrebbero garantirci un ingresso a corte se sfruttate al meglio e con la giusta “pubblicità”.
È possibile diventare faraoni prima di completare la mappa di gioco, ma potrebbe sembrarvi un po' sorprendente che raggiungendo un rango così elevato non si ricevano gli onori sperati e si continui a fare la guerra come se nulla fosse cambiato. Tuttavia, abbiamo apprezzato molto come gli sviluppatori abbiano trattato la fine dell'Età del Bronzo, introducendo sostanzialmente un conto alla rovescia che, con il passare dei turni, porta all'emergere di eserciti via mare sempre più agguerriti, pronti a conquistare e distruggere tutto il nostro lavoro.
Le considerazioni precedenti, unite al fatto che non sono state introdotte molte innovazioni significative nella formula generale, nel motore di gioco o nell'aspetto tecnico, portano all'idea che Pharaoh potrebbe essere considerato quasi come un capitolo minore piuttosto che una nuova frontiera della serie.
Ogni partita è completamente personalizzabile per adattarsi a qualsiasi livello di sfida abbiate in mente. Sia che siate nuovi giocatori o veterani della serie, troverete sicuramente il modo per modellare l'esperienza secondo le vostre esigenze. In caso che ricerchiate una sfida maggiore basterà configurare la difficoltà più adatta alle vostre necessità, mentre se cercate un’esperienza più che realistica dovrete soltanto abilitare il ciclo giorno/notte tra le tante opzioni presenti.
Tecnicamente, il gioco si mantiene all'interno degli standard della serie, senza apportare modifiche sostanziali al comparto grafico, che conserva la qualità già vista in precedenza. È importante notare che non ci sono salti qualitativi significativi nemmeno in termini delle unità presenti in gioco. Durante le battaglie in tempo reale, si può apprezzare uno spettacolo visivamente gradevole, ma che resta limitato a un aspetto puramente estetico, incapace di creare situazioni cariche di pathos, come si poteva sperimentare nei capitoli ambientati in contesti fantasy.