Total War: Rome II

di Marco Modugno
L'approccio di Civilization e dei suoi vari seguiti, in questo caso, dovrebbe aver fatto ormai scuola ma, probabilmente, gli sviluppatori avevano ben presente come la maggior parte degli utenti non disdegni un po' d'azione fin da principio, per scaldare un po' l'atmosfera, e si sono attenuti al copione più in voga. Un incipit appena un po' ostico non deve però scoraggiare. Il bello deve infatti venire non appena si prende confidenza con i mille risvolti dell'intensissima campagna. L'evoluzione del modello di gioco, infatti, ha portato ad un'ottimizzazione che raggiunge qui il (quasi) perfetto equilibrio tra profondità strategica e accessibilità d'utilizzo. Qualche esempio: la gestione delle risorse e dello sviluppo é accorpato per singola provincia e gli insediamenti urbani possono essere implementati di un numero limitato di costruzioni e migliorie. Questo non deve però essere inteso come limite perché, se da un lato evita che si finisca per costruire “cloni” della stessa città con le stesse strutture un po' ovunque, favorendo invece una pianificazione diversificata delle specializzazioni del singolo avamposto, dall'altro non rende le cose oltremodo difficili, costringendo il giocatore a saltare da una schermata all'altra. Il menu di gestione della provincia intera, infatti, é comodamente accessibile a pié di pagina, lasciandovi liberi di fare il vostro lavoro di governanti, invece di dover prenotare sedute di fisioterapia per la sindrome del tunnel carpale.



Un'attenzione particolare é stata riposta inoltre negli aspetti culturali dei vari popoli. L'incontro tra due diverse civiltà può trasformarsi in occasione d'arricchimento (Graecia capta ferum captorem coepit...) oppure di scontro furibondo, a seconda che si decida d'occupare la nuova provincia conquistata con forze di presidio agguerrite ma poco gradite, oppure di affidarla ad un abile diplomatico in grado di conquistare in fretta la benevolenza della popolazione. Occhio però a non abbassare la guardia. Nelle civiltà antiche, molto spesso il vincitore non aveva altra scelta che quella di non andare tanto per il sottile nei confronti del vinto, e anche nel gioco potete scordarvi di risolvere una campagna militare come se si trattasse di una moderna operazione di peace enforcing in un Paese del Terzo Mondo. Più spesso di quanto vorreste, vi ritroverete a intervenire manu militari, a passare per le armi i prigionieri di guerra catturati (con i Germani non ho avuto pietà, con un occhio a Teutoburgo e uno alla Merkel...) o a farne schiavi, utilissima manodopera gratuita in grado di velocizzare non di poco lo sviluppo economico del vostro popolo. L'uso oculato dei vostri agenti, assegnati alle diverse provincie, rappresenterà spesse volte l'ago in grado di far pendere la bilancia dalla vostra parte. A patto che scegliate accuratamente le loro prerogative, sia che si tratti di un Dignitario, di un Campione o di una Spia, in base alla situazione richiesta.

Gli uomini, come sempre, fanno la differenza e anche la scelta di un generale va ponderata con cura, in base alle sue abilità, che crescono con il tempo secondo un sistema che strizza l'occhio agli RPG, e ai suoi apparentamenti. Come nell'antica Roma, infatti, uno zio in Senato o un matrimonio politico al momento giusto possono garantire al vostro proconsole, impegnato in una lontana provincia, l'appoggio e le risorse necessarie a portarlo, un giorno... a varcare il Rubicone diretto a Roma, per conseguire il meritato trionfo! D'altro canto, potete sempre rimuovere chi non fa il proprio dovere, o al contrario inizi a mostrarsi eccessivamente ambizioso e influente, sempre che non ci pensi prima un assassino inviato dal nemico. Anche le unità militari possono acquisire esperienza, sotto forma di tradizione e fama (quella della X Legio di Cesare, citata da Svetonio e Livio, oltre che nel De Bello Gallico di Cesate stesso, dovrebbe essere arrivata all'orecchio anche di chi legge solo fumetti giapponesi...) che saranno tramandate sotto quel particolare labaro anche se il reparto dovesse essere annientato e ricostituito daccapo dopo una sconfitta. Consentendovi di specializzare poco a poco le vostre diverse armate e costituire un apparato militare versatile ed adatto a tutte le imprese, si tratti di un attacco lampo, di un assedio o di una battaglia navale.



A rompere le uova nel paniere dei contendenti, infine, si presentano infine fatti imprevisti che vanno dalle catastrofi naturali, come terremoti e pestilenze in grado di stroncare la migliore delle offensive, a eventi più circoscritti, come un omicidio politico o un vaticinio sfavorevole, in grado comunque di gettare la propria influenza sugli eventi e sulle scelte a seguire.
Nel complesso, il gameplay di questa versione da recensione ci é parso decisamente a posto, con un'implementazione corretta e sufficientemente intuitiva dei menu e delle schermate, anche se chi si appresta a giocarlo sa bene di non doversi aspettare l'immediatezza di un FPS, e un'IA decisamente migliorata anche rispetto alla versione preview vista un mesetto fa. Le vostre unità, a quanto ci é sembrato, sono meno propense alle escursioni non autorizzate in giro per la mappa e si attengono più strettamente agli ordini di movimento, pur senza trascurare l'aspetto del morale, davvero ben realizzato.

Anche la coesa fanteria romana vacillerà, ad esempio, davanti ad una carica di elefanti su terreno pianeggiante, ma sarà possibile spaventare i pachidermi con il fuoco, di cui hanno il terrore, volgendoli in rotta. Però dai legionari, specie dall'epoca cesariana in poi, ci saremmo attesi una performance mediamente migliore delle altre fanterie coeve. Esercito flessibile, ben addestrato ed armato, la legione più volte si scontrò e vinse partendo da situazioni di inferiorità numerica notevole. Cosa che difficilmente vi riuscirà nel gioco, dal momento che greci, egizi, epirioti e cartaginesi, pur con le dovute differenze di armamento, si comportano più o meno, a pari specializzazione, nello stesso modo. La tentazione di ricorrere al “tank rush” quindi, non é del tutto fugata anche se, il più delle volte, una corretta gestione delle forze in campo consente di prevalere anche di fronte ad un'armata nemica più forte (ma non troppo).

Molto interessante anche l'aspetto dei rapporti diplomatici. Intendiamoci, dato il titolo della serie (Total WAR) non aspettatevi di poter vincere una campagna o anche solo sopravvivere senza dotarvi di forze armate efficienti e di tecnologia bellica di livello elevato. La guerra era uno dei mezzi più comuni di risoluzione delle controversie e delle esigenze di espansione dei popoli, nell'antichità, e occorre curare fin dai primi turni la costruzione di edifici e truppe e l'accumulo di risorse economiche in grado di sostenere sforzi bellici prolungati, pena il rischio di ritrovarsi invasi e spazzati via dalla mappa molto presto. Però, specie nelle fasi più avanzate della campagna, la corretta gestione dei rapporti politici e commerciali con i vicini, evitando ove possibile i conflitti da sostituire a più proficue alleanze, non costituisce solo uno degli aspetti più divertenti del gioco, ma può rappresentare un validissimo aiuto per dilazionare un possibile attacco nei nostri confronti, dandoci il tempo di rafforzarci abbastanza per resistere e contrattaccare a nostra volta.