Transformers: Devastation
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Quello dei Transformers, videoludicamente parlando, é un brand che non ha mai goduto di grande salute. I precedenti lavori svolti sia sui prodotti originali (fumetti e cartoni) che sui film non sono mai stati realmente all'altezza del nome che portano questi famosissimi robottoni.
Ci ha quindi esaltato scoprire, al momento del suo annuncio, che Platinum Games, da sempre maestra degli action in terza persona, aveva deciso di unire le forze con Activision (proprietaria della licenza Transformers) per realizzare un titolo ispirato proprio ai robot di Hasbro.
Dopo una prova piuttosto piacevole in quel di Colonia abbiamo messo le mani sulla versione definitiva del gioco, e siamo pronti a darvi il nostro giudizio finale.
La storia che sta alle spalle di questo Transformers: Devastation non é sicuramente tra le più brillanti (non che Platinum ci abbia mai abituato bene sotto questo aspetto), e vede una metropoli dai tratti urbanistici tipicamente statunitensi - non viene mai detto il nome - attaccata da una pericolosissima forma aliena che riporta in vita dalle viscere della terra una base robotica di nome Proudstar.
All'interno di questa base non solo c'é l'eredita genetica e la memoria di Cybertron (antico pianeta natale dei Transformers), ma anche un pericolosissimo potere che gli permette di trasformare il pianeta Terra in una sorta di nuovo pianeta robotico fatto su misura per i suoi potenziali abitanti.
Come tradizione vuole ci troveremo quindi ancora una volta nei panni degli Autobot (i buoni) capitanati da Optimus Prime, a lottare contro i Decepticon a loro volta guidati da Megatron. Ovviamente questa sarà solamente una scusa, neanche troppo approfondita nell'incedere narrativo, per permettere alle due fazioni di darsele di santa ragione.
La struttura di Transformers: Devastation attinge infatti a piene mani da un gameplay che fonda quasi tutta la sua bellezza sui combattimenti. Il sistema é quello classico di Platinum: attacco pesante, attacco leggero, schivata, LB (versione Xbox One) per una mossa speciale e la possibilità di utilizzare due diverse tipologie di armi da fuoco attraverso i grilletti (previa selezione con il d-pad).
A questi elementi si aggiunge poi la possibilità di trasformarsi in veicoli per rendere ancora più devastanti alcune delle nostre abilità. Più che in altri titoli della serie, la parte veicolare della nostra trasformazione risulta perfettamente amalgamata all'interno del contesto di gioco, con la necessità di trasformarsi in mezzo per rompere gli scudi nemici, scovare segreti seppelliti sottoterra e molto altro ancora. Tutto funziona più o meno bene quindi, con il tempismo che risulta fondamentale per attivare una sorta di bullet time - simile al Witch Time di Bayonetta - che ci permette di attaccare con maggiore efficacia le differenti tipologie di nemici, oppure la necessità di caricare una barra che una volta piena ci da la possibilità di rilasciare una potentissima super mossa specifica per ogni Autobot.
Tuttavia, qualche perplessità questo Transformers ce l'ha lasciata. Partiamo dall'assenza del lock-on, elemento fondamentale in action 3D come questo. Ma a lasciarci più perplessi é sicuramente un parco mosse davvero troppo esiguo per gli standard Platinum e una mappatura dei comandi un po ingenua con il tasto RB che essendo dedicato sia alla parata che alla trasformazione da robot a veicolo, il più delle volte risulta scomodo e confusionario; elemento non da poco se contiamo il ritmo a cui si combatte nel gioco. A questo si sommano poi delle boss fight lontane da quelle sensazioni di epica devastazione presente in altri titoli dello sviluppatore, con l'aggravante di essere purtroppo troppo simili tra loro.
Questi elementi portano ad una leggera ma comunque significativa semplificazione del sistema di combattimento che solamente con l'aumento dei livelli di difficoltà potrà dare goduria e divertimento agli amanti delle sfide impegnative. Probabilmente, e di questo dobbiamo tenerne conto, gran parte del lavoro é stato fatto pensando anche ad un pubblico decisamente più trasversale, mettendo così gli sviluppatori nell'ottica di creare un prodotto a loro immagine e somiglianza ma in grado anche di strizzare l'occhio ad un pubblico più trasversale.
Sviscerato per bene il sistema di combattimento, passiamo invece all'ambiente di gioco, che ci offre una città che prende spunto dalle esperienze in puro free roaming, e da al giocatore piena libertà esplorativa tra una missione e l'altra. Nella fase libera potremo andare alla ricerca di armi nuove, valute in game che ci permetteranno di acquistare o usare power up, missioni secondarie oppure attivare delle prove di abilità che ci permetteranno di acquisire materiale prezioso.
La componente esplorativa non dev'essere minimamente presa sottogamba. Platinum Games ha infatti inserito un sistema di loot che ci permetterà, all'interno di un menù chiamato Ark, di vendere quei pezzi per acquistare delle abilità per il nostro robot oppure arricchire il nostro parco mosse. Non sarà meno importante il menù T.E.C.H. all'interno del quale potremo prendere dei pacchetti di aggiornamento che andranno a potenziare le caratteristiche base dei nostri robot.
Purtroppo questo sistema si scontra con una gestione davvero complessa e dispersiva, con il giocatore che dovrà fare un po di pratica prima di poter prendere la mano con le opzioni offerte. Una gestione migliore delle informazioni e soprattutto una forma di tutorial graduale, sarebbero sicuramente stati due elementi in termini di game design, molto graditi.
Chiudiamo la nostra recensione parlando di due elementi molto importanti per i giocatori: comparto tecnico e longevità. Per quanto riguarda grafica e sonoro il lavoro svolto é generalmente buono. Il cel shading é davvero ottimo, e il design dei robot ricorda sin nei minimi particolari i Transformers di prima generazione, donando al gioco quell'effetto nostalgia che non potrà lasciare indifferenti i fan di primo pelo.
Inoltre, tutto gira a 60fps granitici, e questo non può che essere annoverato tra i grandi pregi del prodotto. Purtroppo però dobbiamo anche segnalare un level design della città non proprio ispiratissimo, ma soprattutto una carenza cronica di location. In pratica solamente due: città e base robotica. Un vero peccato.
Sotto l'aspetto audio il titolo offre un buonissimo doppiaggio in lingua inglese e una campionatura valida dei rumori soprattutto durante le trasformazioni. Per i meno anglofoni sono comunque presenti i sottotitoli in lingua italiana.
Arriviamo così a parlare dell'elemento più controverso di questo prodotto: la longevità. Transformers: Devastation é un titolo breve, molto breve. Proseguendo nella storia piuttosto spediti e dedicandoci a poche attività collaterali abbiamo completato il titolo in poco meno di cinque ore. Un numero davvero esiguo se si pensa ad un prodotto che su “next gen” é venduto a prezzo pieno. Una volta completato il gioco é possibile rigiocarlo con un livello di difficoltà maggiore, oppure cimentarsi nella modalità sfida che comprende 50 missioni a difficoltà crescente, ma nel complesso non possiamo che rimanere davvero delusi da quello che si configura come uno dei titoli Platinum più brevi di sempre.
Insomma, Transformers: Devastation é sicuramente il miglior titolo dedicato a robottoni di Hasbro presente sul mercato, e farà ancor più sicuramente la felicità dei fan di questi personaggi. Purtroppo però dobbiamo anche sottolineare come la probabile necessità da parte di Platinum di realizzare un prodotto più trasversale, ha portato il team a scendere a dei compromessi. Rimane invece assolutamente inaccettabile il discorso riguardante la longevità, un vero autogol.
Ci ha quindi esaltato scoprire, al momento del suo annuncio, che Platinum Games, da sempre maestra degli action in terza persona, aveva deciso di unire le forze con Activision (proprietaria della licenza Transformers) per realizzare un titolo ispirato proprio ai robot di Hasbro.
Dopo una prova piuttosto piacevole in quel di Colonia abbiamo messo le mani sulla versione definitiva del gioco, e siamo pronti a darvi il nostro giudizio finale.
Robot di un certo livello
La storia che sta alle spalle di questo Transformers: Devastation non é sicuramente tra le più brillanti (non che Platinum ci abbia mai abituato bene sotto questo aspetto), e vede una metropoli dai tratti urbanistici tipicamente statunitensi - non viene mai detto il nome - attaccata da una pericolosissima forma aliena che riporta in vita dalle viscere della terra una base robotica di nome Proudstar.
All'interno di questa base non solo c'é l'eredita genetica e la memoria di Cybertron (antico pianeta natale dei Transformers), ma anche un pericolosissimo potere che gli permette di trasformare il pianeta Terra in una sorta di nuovo pianeta robotico fatto su misura per i suoi potenziali abitanti.
Come tradizione vuole ci troveremo quindi ancora una volta nei panni degli Autobot (i buoni) capitanati da Optimus Prime, a lottare contro i Decepticon a loro volta guidati da Megatron. Ovviamente questa sarà solamente una scusa, neanche troppo approfondita nell'incedere narrativo, per permettere alle due fazioni di darsele di santa ragione.
La struttura di Transformers: Devastation attinge infatti a piene mani da un gameplay che fonda quasi tutta la sua bellezza sui combattimenti. Il sistema é quello classico di Platinum: attacco pesante, attacco leggero, schivata, LB (versione Xbox One) per una mossa speciale e la possibilità di utilizzare due diverse tipologie di armi da fuoco attraverso i grilletti (previa selezione con il d-pad).
La struttura di Transformers: Devastation attinge infatti a piene mani da un gameplay che fonda quasi tutta la sua bellezza sui combattimenti.
A questi elementi si aggiunge poi la possibilità di trasformarsi in veicoli per rendere ancora più devastanti alcune delle nostre abilità. Più che in altri titoli della serie, la parte veicolare della nostra trasformazione risulta perfettamente amalgamata all'interno del contesto di gioco, con la necessità di trasformarsi in mezzo per rompere gli scudi nemici, scovare segreti seppelliti sottoterra e molto altro ancora. Tutto funziona più o meno bene quindi, con il tempismo che risulta fondamentale per attivare una sorta di bullet time - simile al Witch Time di Bayonetta - che ci permette di attaccare con maggiore efficacia le differenti tipologie di nemici, oppure la necessità di caricare una barra che una volta piena ci da la possibilità di rilasciare una potentissima super mossa specifica per ogni Autobot.
Tuttavia, qualche perplessità questo Transformers ce l'ha lasciata. Partiamo dall'assenza del lock-on, elemento fondamentale in action 3D come questo. Ma a lasciarci più perplessi é sicuramente un parco mosse davvero troppo esiguo per gli standard Platinum e una mappatura dei comandi un po ingenua con il tasto RB che essendo dedicato sia alla parata che alla trasformazione da robot a veicolo, il più delle volte risulta scomodo e confusionario; elemento non da poco se contiamo il ritmo a cui si combatte nel gioco. A questo si sommano poi delle boss fight lontane da quelle sensazioni di epica devastazione presente in altri titoli dello sviluppatore, con l'aggravante di essere purtroppo troppo simili tra loro.
Questi elementi portano ad una leggera ma comunque significativa semplificazione del sistema di combattimento che solamente con l'aumento dei livelli di difficoltà potrà dare goduria e divertimento agli amanti delle sfide impegnative. Probabilmente, e di questo dobbiamo tenerne conto, gran parte del lavoro é stato fatto pensando anche ad un pubblico decisamente più trasversale, mettendo così gli sviluppatori nell'ottica di creare un prodotto a loro immagine e somiglianza ma in grado anche di strizzare l'occhio ad un pubblico più trasversale.
Loot Robotico
Sviscerato per bene il sistema di combattimento, passiamo invece all'ambiente di gioco, che ci offre una città che prende spunto dalle esperienze in puro free roaming, e da al giocatore piena libertà esplorativa tra una missione e l'altra. Nella fase libera potremo andare alla ricerca di armi nuove, valute in game che ci permetteranno di acquistare o usare power up, missioni secondarie oppure attivare delle prove di abilità che ci permetteranno di acquisire materiale prezioso.
La componente esplorativa non dev'essere minimamente presa sottogamba. Platinum Games ha infatti inserito un sistema di loot che ci permetterà, all'interno di un menù chiamato Ark, di vendere quei pezzi per acquistare delle abilità per il nostro robot oppure arricchire il nostro parco mosse. Non sarà meno importante il menù T.E.C.H. all'interno del quale potremo prendere dei pacchetti di aggiornamento che andranno a potenziare le caratteristiche base dei nostri robot.
Purtroppo questo sistema si scontra con una gestione davvero complessa e dispersiva, con il giocatore che dovrà fare un po di pratica prima di poter prendere la mano con le opzioni offerte. Una gestione migliore delle informazioni e soprattutto una forma di tutorial graduale, sarebbero sicuramente stati due elementi in termini di game design, molto graditi.
Un design che non brilla...
Chiudiamo la nostra recensione parlando di due elementi molto importanti per i giocatori: comparto tecnico e longevità. Per quanto riguarda grafica e sonoro il lavoro svolto é generalmente buono. Il cel shading é davvero ottimo, e il design dei robot ricorda sin nei minimi particolari i Transformers di prima generazione, donando al gioco quell'effetto nostalgia che non potrà lasciare indifferenti i fan di primo pelo.
Inoltre, tutto gira a 60fps granitici, e questo non può che essere annoverato tra i grandi pregi del prodotto. Purtroppo però dobbiamo anche segnalare un level design della città non proprio ispiratissimo, ma soprattutto una carenza cronica di location. In pratica solamente due: città e base robotica. Un vero peccato.
Sotto l'aspetto audio il titolo offre un buonissimo doppiaggio in lingua inglese e una campionatura valida dei rumori soprattutto durante le trasformazioni. Per i meno anglofoni sono comunque presenti i sottotitoli in lingua italiana.
Arriviamo così a parlare dell'elemento più controverso di questo prodotto: la longevità. Transformers: Devastation é un titolo breve, molto breve. Proseguendo nella storia piuttosto spediti e dedicandoci a poche attività collaterali abbiamo completato il titolo in poco meno di cinque ore. Un numero davvero esiguo se si pensa ad un prodotto che su “next gen” é venduto a prezzo pieno. Una volta completato il gioco é possibile rigiocarlo con un livello di difficoltà maggiore, oppure cimentarsi nella modalità sfida che comprende 50 missioni a difficoltà crescente, ma nel complesso non possiamo che rimanere davvero delusi da quello che si configura come uno dei titoli Platinum più brevi di sempre.
Insomma, Transformers: Devastation é sicuramente il miglior titolo dedicato a robottoni di Hasbro presente sul mercato, e farà ancor più sicuramente la felicità dei fan di questi personaggi. Purtroppo però dobbiamo anche sottolineare come la probabile necessità da parte di Platinum di realizzare un prodotto più trasversale, ha portato il team a scendere a dei compromessi. Rimane invece assolutamente inaccettabile il discorso riguardante la longevità, un vero autogol.