Transformers: War for Cybertron

di Luca Gambino
Arkham Asylum ha indicato la strada. Prendi una saga solitamente dedicata ad un pubblico casual o “nutelloso”, rendila più maturo nei contenuti e nel look, donale un gameplay avvincente e ben congegnato e il gioco é fatto. Sulla carta sembra facile e sicuramente il titolo Rocksteady (ma soprattutto le sue due milioni di copie vendute) hanno attirato l'attenzione di Bobby Kotick che si é girato verso i suoi team di sviluppo e ha ordinato: “Fateli maturi”. Detto, fatto. Il nuovo Spiderman sembra essere stato concepito da un incubo di Alex Proyas e questo Transformers prende decisamente le distanze dai suoi predecessori per andare a rimpolpare la schiera di quelle saghe in cerca di una seconda giovinezza. La Battaglia di Cybertron, infatti, si presenta con un look & feel decisamente più tetro e darkeggiante e con una trama solida e convincente, che ci riporta direttamente alle origini del mito dei Transformer. Autobot e Decepticon (le due storiche fazioni in gioco), si affronteranno direttamente sul pianeta natale dei robot “trasformabili” impegnati a trovare o difendere una fonte d'energia (l'Energon Oscuro) in grado di garantire il potere assoluto alla fazione che ne entrerà in possesso.



Lo schema di gioco prescelto é quello del classico sparatutto in terza persona dove sicuramente l'azione frenetica e più "sparacchina" prende il sopravvento sull'esplorazione degli ambienti (ridotta praticamente a zero) e all'interazione con gli scenari di gioco o con gli stessi compagni di team. All'inizio di ogni missione (seri per ogni fazione), vi sarà richiesto di prendere il comando di uno dei tre protagonisti a disposizione, ognuno dei quali differenziati da armamenti di base e abilità. Queste ultime non saranno sostituibili in alcun modo (e vi garantiamo che saranno veramente poche le possibilità di utilizzarle nel corso del gioco), mentre le armi primarie e secondarie potranno essere cambiate nel corso della missione, sottraendole ai nemici abbattuti o più semplicemente depredando le casse di armamenti/munizioni che troverete sparse per la mappa.

L'azione di gioco é ritmata dall'incessante arrivo di nemici che prediligono l'attacco di massa a quello ragionato, dal momento che le routine di intelligenza artificiale sono fortemente scriptate e non si spostano molto dalla continua infornata di elementi più o meno fissi da abbattere. In poche parole: gli avversari sono degli idioti. Il che é anche divertente per le prime battute di gioco ma a lungo andare il basso tasso di sfida e la ripetitività degli scontri inizia a mostrare la corda, diventando più un incedere con il pilota automatico attivo e un continuo sbirciare a quanti livelli mancano alla fine dell'avventura. Certo, la possibilità di trasformarsi (celebre cavallo di battaglia dell'universo Transformers) é un richiamo irresistibile per i fan della saga, ma dopo i primi momenti d'esaltazione, sarà chiaro come nel 90% dei casi (a meno che non sia la situazione stessa ad obbligarci alla trasformazione), la soluzione "robotica" sarà la più usata e indicata per portare a casa gli scontri con gli avversari.




Una sensazione corroborata anche dalla realizzazione di un level design decisamente lineare, che non consente altre soluzioni se non quello di attaccare a testa bassa il nemico senza possibilità alcuna di poter discostarsi dal cliché "raggiungi il punto A - elimina l'avversario - raggiungi il punto B" e così via. Il tutto facendo attenzione (ma nemmeno troppa) ad una barra d'energia piuttosto avara ma comunque ricaricabile grazie ai medikit sparsi per gli ambienti o ai compagni di team (si viaggerà sempre in gruppi di tre) che potrebbero rigenerare la vostra corazza. Un gioco di squadra che acquista maggior senso nel momento in cui deciderete di giocare l'avventura avvalendovi del supporto di altri comprimari umani su Xbox Live, dal momento che proprio grazie a questa modalità potrete coordinare a dovere gli sforzi, al contrario di quanto accade nel singolo, dove i vostri compagni saranno animati dalla stessa intelligenza artificiale (che abbiamo già definito a dovere), che muove anche i vostri avversari. Accanto al gioco in cooperativa trova posto anche una modalità Escalation che rifacendosi ai dettami dei vari Gears of War o Halo ODST che permetterà ai giocatori su Xbox Live (o PSN, ovviamente), di affrontare varie orde di nemici che vi si faranno incontro via via sempre più organizzati e tosti da mandare al tappeto.

Ed é proprio distante dalle sponde del single player che Transformer acquista maggiormente senso dal momento che come già discusso nel nostro videoarticolo di qualche giorno fa, l'aspetto multiplayer é quello che riesce maggiormente a convincere trasformando i punti di forza le debolezze del gioco in singolo. La personalizzazione del personaggio, con la possibilità di upgrade continui con l'avanzamento di livello, rappresenta un buon tasso di sfida a cui si somma il discreto equilibrio delle armi e un level design che permette di alternare zone di furiosi combattimenti ad altre dove battere in ritirata, leccarsi le ferite, e perché no, cecchinare a dovere. Peccato solo che modalità quali il semplice teamplay non richiedano un coordinato lavoro di team (ma dove sono finiti i bei Quake 3 di una volta), risultando dei "semplici" Red Vs Blue senza troppa anima. Ad ogni modo é proprio nelle modalità cooperative e competitive che Transformer recupera in parte il terreno perduto rispetto al single player.



Anche tecnicamente, Transformer soffre un pò alcune scelte di design che forse sulla carta avrebbero voluto caratterizzare a dovere il pianeta natale di Autobot e Decepticon ma, incapace di proporre nuove soluzioni stilistiche, finisce con lo stufare dopo l'ennesimo livello dalla palette quasi monocromatica e sicuramente poco rifinita in termini d'effetti grafici. Ci si stupisce, al contrario, di come si assistano a fenomeni di pop under con texture piuttosto povere in termini strutturali. Positive sensazioni invece arrivano nel complesso dalla realizzazione dei protagonisti del gioco e dalle animazioni che li muovono, anche se non ci troviamo di fronte a produzioni da Oscar, meglio dirlo subito. Buono anche il comparto audio che presenta musiche a tema e un doppiaggio che a parte qualche battuta forzata del tipo "Quei Decepticon mi stanno su circuiti", sottolinea discretamente i passaggi più essenziali della trama, evidenziando anche le differenti nature dei protagonisti. Se da una parte infatti troviamo di Decepticon bramosi di potere e distruzione, falcidiati da faide interne per assurgere ai massimi ranghi per sedere al trono, dall'altra troviamo il buonismo fin troppo esagerato del "dammi-il-cinque-fratello" degli Autobot.

Il risultato finale di questo Transformer é quello di un gioco che risente forse di una crisi d'identità. Da una parte la volontà di Activision é quella di allontanare la saga dal pubblico dei giovanissimi per orientarlo invece verso un pubblico più maturo e che ha forse conosciuto questa saga nel corso della propria infanzia (ormai andata, sigh), ma ha inspiegabilmente lasciato un cordone ombelicale verso il pubblico più giovane proprio in quei tratti dove invece si sarebbe richiesto una maggiore dose di coraggio. Proporre un gioco dalle tinte scure e tetre, ma legarlo ad un gameplay fin troppo semplice e accessibile non é esattamente quello che serve per rendere una saga "matura" ma é comunque un discreto passo in avanti. Provaci ancora, Activision.