Trapped Dead

di Marco Modugno
Head Hill, Missouri. Popolazione 16.403. Numero dei contagiati dalla fuga di un agente patogeno sperimentale 16.396. La fiera degli stereotipi da film horror anni Ottanta inizia così. E prosegue con i protagonisti della vicenda, sei persone che più male assortite non si potrebbe. Non può mancare il veterano di guerra, né il dottore sulla sedia a rotelle, né il ragazzotto sbandato (che poi é il protagonista della storia, tale Mike Reed). Aggiungete uno sceriffo mangiatore di ciambelle, un lavoratore immigrato dall'oscuro passatoe una stranareporter ficcanaso(armata di spada) e capirete cosa intendo.



L'atmosfera é simile aquella della miniserie The Walking Dead, passata anche sulle nostre pay TV qualche mese fa, e ricrea con voluto manierismo le locazioni più classiche del cinema americano della fine del Ventesimo Secolo. Ecco allora il supermercato di romeriana memoria, la prigione di massima sicurezza con i suoi bravi detenuti non morti in pigiamino arancione, la scuola con labiblioteca piena di cadaveri ambulanti, la chiesa presbiteriana, la discarica cittadina. Anche l'ambientazione é volutamente anni Ottanta, dalla musica alle auto, dagli abiti ai luoghi comuni. E l'effetto deja-vu, per chi é cresciuto in quel periodo imbucandosi al cinema pur non avendo l'età, per poter guardare l'ennesimo sanguinoso seguito dell'indimenticato capostipite in bianco e nero del 1968, é assicurato.

Già visto, potra dire qualcuno, ripensando all'invasione di videogiochi sugli zombie degli ultimi anni, con relativi seguiti ed espansioni. Nemmeno per idea, rispondo, visto che la formula scelta dai creativi del team tedesco di Head Up Games é inedita: RTS tattico. Sulla falsariga anche qui di giochi del passato, da Commandos a Desperados, ma scegliendo volutamente una grafica più fumettosa che avvicini l'aspetto visivo a quello degli splatter comics di qualche decennio fa. Con il merito collaterale ma non trascurabile, per una volta, di non costringere il vostro povero processore e la vostra tormentata scheda grafica al consueto tour de force, o alla temuta umiliazione di non farcela e costringervi al downscaling delle prestazioni pur di far girare il gioco con una fluidità decente.

Il che non vuol dire, però, che il motore del giocosia esente da difetti. Pur trattandosi di un gioco indie cui molto si riesce a perdonare in termini di personaggi che s'incastrano tra loro o inquietanti collegamenti tra le esplosioni nel gioco e crash di sistema del programma, peraltro in buona parte risolti con la patch già disponibile, un briciolo in più di ottimizzazione preventiva del frame rate e dei modelli poligonali degli zombie non avrebbe guastato.