Trauma Center: Under the Knife
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Dopo vari giochi che fanno finta di essere stati pensati per il Nintendo DS, è arrivata davvero l'ora dei primi titoli che sfruttano appieno l'interfaccia tipica del nostro portatile preferito, ovvero il touch screen. Uno di questi è senza dubbio il gioco che recensiamo in questa sede, ovvero Trauma Center: Under the Knife, partorito dalle pazze menti dei team di Atlus.
In questo Trauma Center vestirete i panni di un novello chirurgo, tale Derek Stiles che approda all'Hope Hospital e, a colpi di pennino, dovrà operare un numero spropositato di sfortunati pazienti. Pare infatti che il gioco sia ambientato nel 2018 dove imperversa una nuova peste, ovvero il TILUG (Tossina Immuno-Latente Utrofica Generalizzata). Dal momento che questa nuova e assurda malattia è usata a scopo di ';terrorismo medico', per debellarla si fa richiamo ai Caducei Internazionali, un'organizzazione semi-segreta impegnata nella ricerca e nella lotta contro le malattie più gravi esistenti. Chiaramente, il nostro Derek è qui per noi a salvare l'umanità.
Tralasciate le assurde e giustificate (se intese nel contesto videoludico) pretese morali e narrative, Trauma Center si presenta come un caso a se stante, difficilmente paragonabile ad altri giochi esistenti nel mercato. Se invece parliamo di altri contesti, sicuramente il caso più vicino è il gioco da tavolo per bambini della MB, ';L'Allegro Chirurgo' dove con una punta metallica dovevamo toccare le zone giuste del paziente, salvo poi sentire dei rumoracci dal beep di turno in caso di clamoroso errore.
Nel gioco della Atlus saremo chiamati ad agire direttamente sul corpo del paziente attraverso una miriade di attrezzi chirurgici selezionabili e attivabili sempre attraverso il pennino.
Nello schermo superiore avremo le statistiche relative al nostro intervento, il tempo rimanente a nostra disposizione, e i consigli iniziali della nostra infermiera assistente di turno (ne cambieremo varie durante la storia).
Per eseguire le operazioni, appunto, seguendo un taglio del tutto realistico, avremo a disposizione pochissimo tempo e possibilmente dovremo utilizzarne il meno possibile; il tutto per evitare di far morire dissanguato il paziente (nella realtà) e per non prenderci un brutto voto nell'esito dell'operazione (quando il gioco ci dà il ranking a paziente guarito).
Tra le statistiche dello schermo superiore avremo anche una linea che rappresenta il limite di errore; ogni volta che sbaglieremo la linea perderà una tacca blu (che automaticamente diventerà bianca). Quando tutta la linea sarà bianca avremo perso la partita e, soprattutto, il paziente. Questo non succederà raramente poiché Trauma Center, proprio perché si basa su modelli assolutamente realistici, non è per niente facile da ';giocare'. All'utente viene richiesta una perizia (da identificare nella precisione manuale con il pennino) e un grado di conoscenza medica (sapere cosa fare e in che momento farlo) non comune, tanto meno al casual gamer. E qui incontriamo una delle prime pecche del titolo Atlus, ovvero la presunzione (errata) che chi compra il gioco sia appassionato in maniera approfondita alla disciplina chirurgica. Ponendo che tale requisito sia soddisfatto, il titolo mette a disposizione dell'utente una miriade di attrezzi medici tipici di una sala operatoria di tutto rispetto; questi verranno visualizzati ai lati dello schermo inferiore, proprio al fianco della parte da operare.
Quest'ultima viene rappresentata grazie ad un motore poligonale che fa il suo mestiere in maniera abbastanza onesta; ma qui incontriamo un'altra pecca dolente. Se si pensa al titolo da tavolo per bambini della MB, il paziente era rappresentato da un disegno buffo e divertente, un uomo un po' sdentato e cicciotto. Qua invece, ribadendo il concetto di realisticità esasperata, si ha a che fare con budelli, muscoli spappolati, pezzi di ossa incastrati e fratturati, schegge di vetro conficcate nei tessuti e quant'altro ancora; insomma, il messaggio è presto detto, o avete lo stomaco forte o è meglio che lasciate perdere. Trauma Center: Under the Knife vanta comunque due modalità di gioco: una che si chiama "storia", che è appunto la modalità principale (e anche la più lunga, circa una decina d'ore), dove si svolgeranno i fatti principali, dove vi innamorerete della assistente di turno, dove vi affezionerete della paziente bambina e quan'altro ancora (ebbene si, il tutto fa molto telefilm americano, e forse è anche questo il modello di riferimento narrativo).
L'altra modalità di chiama "operazione" ed è semplicemente quella che vi consentirà di rieseguire le operazioni chirurgiche portate a termine con successo, e magari ottenere dei rankings migliori di quelli precedenti.
Da non menzionare quasi per nulla invece è il comparto sonoro, del tutto mediocre e anonimo; a volte esso arriva anche ad essere fastidioso, soprattutto grazie alla terribile vocina dell'assistente durante le operazioni. Voi siete lì, tesi come delle corde di violino, cercando di portare a termine un'impresa titanica (e magari guadagnare un ranking che non sia il solito C) e c'è sempre lei che vi grida: 'Doctor!'. Evitare tutto questo non sarebbe stata un'idea così cattiva.
In questo Trauma Center vestirete i panni di un novello chirurgo, tale Derek Stiles che approda all'Hope Hospital e, a colpi di pennino, dovrà operare un numero spropositato di sfortunati pazienti. Pare infatti che il gioco sia ambientato nel 2018 dove imperversa una nuova peste, ovvero il TILUG (Tossina Immuno-Latente Utrofica Generalizzata). Dal momento che questa nuova e assurda malattia è usata a scopo di ';terrorismo medico', per debellarla si fa richiamo ai Caducei Internazionali, un'organizzazione semi-segreta impegnata nella ricerca e nella lotta contro le malattie più gravi esistenti. Chiaramente, il nostro Derek è qui per noi a salvare l'umanità.
Tralasciate le assurde e giustificate (se intese nel contesto videoludico) pretese morali e narrative, Trauma Center si presenta come un caso a se stante, difficilmente paragonabile ad altri giochi esistenti nel mercato. Se invece parliamo di altri contesti, sicuramente il caso più vicino è il gioco da tavolo per bambini della MB, ';L'Allegro Chirurgo' dove con una punta metallica dovevamo toccare le zone giuste del paziente, salvo poi sentire dei rumoracci dal beep di turno in caso di clamoroso errore.
Nel gioco della Atlus saremo chiamati ad agire direttamente sul corpo del paziente attraverso una miriade di attrezzi chirurgici selezionabili e attivabili sempre attraverso il pennino.
Nello schermo superiore avremo le statistiche relative al nostro intervento, il tempo rimanente a nostra disposizione, e i consigli iniziali della nostra infermiera assistente di turno (ne cambieremo varie durante la storia).
Per eseguire le operazioni, appunto, seguendo un taglio del tutto realistico, avremo a disposizione pochissimo tempo e possibilmente dovremo utilizzarne il meno possibile; il tutto per evitare di far morire dissanguato il paziente (nella realtà) e per non prenderci un brutto voto nell'esito dell'operazione (quando il gioco ci dà il ranking a paziente guarito).
Tra le statistiche dello schermo superiore avremo anche una linea che rappresenta il limite di errore; ogni volta che sbaglieremo la linea perderà una tacca blu (che automaticamente diventerà bianca). Quando tutta la linea sarà bianca avremo perso la partita e, soprattutto, il paziente. Questo non succederà raramente poiché Trauma Center, proprio perché si basa su modelli assolutamente realistici, non è per niente facile da ';giocare'. All'utente viene richiesta una perizia (da identificare nella precisione manuale con il pennino) e un grado di conoscenza medica (sapere cosa fare e in che momento farlo) non comune, tanto meno al casual gamer. E qui incontriamo una delle prime pecche del titolo Atlus, ovvero la presunzione (errata) che chi compra il gioco sia appassionato in maniera approfondita alla disciplina chirurgica. Ponendo che tale requisito sia soddisfatto, il titolo mette a disposizione dell'utente una miriade di attrezzi medici tipici di una sala operatoria di tutto rispetto; questi verranno visualizzati ai lati dello schermo inferiore, proprio al fianco della parte da operare.
Quest'ultima viene rappresentata grazie ad un motore poligonale che fa il suo mestiere in maniera abbastanza onesta; ma qui incontriamo un'altra pecca dolente. Se si pensa al titolo da tavolo per bambini della MB, il paziente era rappresentato da un disegno buffo e divertente, un uomo un po' sdentato e cicciotto. Qua invece, ribadendo il concetto di realisticità esasperata, si ha a che fare con budelli, muscoli spappolati, pezzi di ossa incastrati e fratturati, schegge di vetro conficcate nei tessuti e quant'altro ancora; insomma, il messaggio è presto detto, o avete lo stomaco forte o è meglio che lasciate perdere. Trauma Center: Under the Knife vanta comunque due modalità di gioco: una che si chiama "storia", che è appunto la modalità principale (e anche la più lunga, circa una decina d'ore), dove si svolgeranno i fatti principali, dove vi innamorerete della assistente di turno, dove vi affezionerete della paziente bambina e quan'altro ancora (ebbene si, il tutto fa molto telefilm americano, e forse è anche questo il modello di riferimento narrativo).
L'altra modalità di chiama "operazione" ed è semplicemente quella che vi consentirà di rieseguire le operazioni chirurgiche portate a termine con successo, e magari ottenere dei rankings migliori di quelli precedenti.
Da non menzionare quasi per nulla invece è il comparto sonoro, del tutto mediocre e anonimo; a volte esso arriva anche ad essere fastidioso, soprattutto grazie alla terribile vocina dell'assistente durante le operazioni. Voi siete lì, tesi come delle corde di violino, cercando di portare a termine un'impresa titanica (e magari guadagnare un ranking che non sia il solito C) e c'è sempre lei che vi grida: 'Doctor!'. Evitare tutto questo non sarebbe stata un'idea così cattiva.