True Crime New York
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L'universo malavitoso di New York City, negli anni, non è stato solo un motivo di estremizzazione di disagio urbano, ma come ogni fenomeno "particolare", è diventato fucina di storie e ispirazione per molti novellisti. Questo, in sostanza, perchè si presta benissimo alla glorificazione di quel sogno americano di cui in molti, oltre l'oceano atlantico, credono ancora, anzi diremmo addirittura vivono. True Crime è l'ennesima storia di riscatto, questa volta computerizzato, un riscatto solo in parte riuscito.
Nei panni di Marcus Reed vivremo la sua apostasia interiore e la rinascita a vita nuova.
Marcus, infatti, come buona parte dei suoi amici, vive nel degrado che porta, quasi necessariamente, alla via malavitosa per sopravvivere: nell'introduzione vedremo l'apice di questa follia e il conseguente rinnego di morte e sangue.
Ovviamente la vita non è parca di paradossi, e da sbeffeggiante calpestatore della legge cercherà di diventarne il tutore integerrimo (ogni riferimento ad Arancia Meccanica è puramente casuale), con anni di dura accademia e di arresti.
Lo sfondo dove esprimere questo cambiamento sarà, nel gioco, la vita comune di qualsiasi poliziotto, con arresti, inseguimenti, stipendi e nuove interessanti armi per tutelare la legge.
Al videogiocatore è data facoltà di scegliere la via, facendo tornare in superfice l'animo violento di Marcus, o attenendosi al più rigido rispetto del protocollo.
Oltre a ciò, dovremo seguire un indagine parallela su alcuni membri di un potente cartello che, durante un attentato, ha eliminato il nostro collega mentore e salvatore, a cui dobbiamo tutto e che merita vendetta o giustizia. (sarà concesso al giocatore scegliere il modo di agire)
Paradossalmente è semplice descrivere come si gioca True Crime NYC, essendo abbastanza schematico nel proporre missioni, ma allo stesso tempo concedendo una falsa libertà assoluta.
Tralasciando le prime missioni che concedono una maggiore varietà, lo schema successivo sarà poi sempre lo stesso: da una parte avremo le indagini ordinarie, dall'altra le sotto inchieste per vendicare la morte del nostro amico-collega.
Una volta completati una serie di arresti, sarà possibile passare in centrale a ritirare il meritato stipendio: gli arresti si perpetuano rispondendo alle chiamate, arrivando sul posto, mostrando il distintivo, se non basta sparando un colpo in aria, se non basta ancora perpetuando un inseguimento o un confronto diretto.
Le missioni d'indagine, invece, presenteranno una storia da vedere, solitamente seguite da schemi in cui si dovrà fare fuori un cospicuo numero di malviventi disseminati su un percorso predefinito, per di più facilitati dal ricorso al tasto shift per la mira automatica (gentile concessione della pochezza dei controller console in confronto a mouse+tastiera).
I proclami di libertà assoluta sono effettivamente veri, in quanto è possibile visitare la città in lungo e in largo, prendere il metrò, entrare in molti edifici, ma mancando varietà nelle "cose da fare" questo gironzolare risulta un'attività ottima in vacanza, ma futile in un videogioco.
Da segnalare la presenza di varii bonus nella mappa, similmente a quanto visto in Vice City, niente però in grado di trascinare il titolo.
Anche i rapporti interpersonali nel distretto, una carta sicuramente interessante, si fermano a una scontata superficialità, con il solito copione già visto dei poliziotti diffidenti verso il ragazzo venuto dalla strada.
Tralasciando il fatto che, graficamente, ci troviamo di fronte a una produzione che consegue una sufficienza stentata, ancor più grave è la mancanza di qualsiasi settaggio grafico in grado di rendere il titolo minimamente scalabile per configurazioni non recenti.
Il frame rate, comunque, si assesta su livelli medio bassi e molto altalenanti, sia su configurazioni recenti, che, tanto più, su pc entry level.
True Crime NYC è stato provato sia su una Geforce Fx 5500 sia su una 6600 GT, a differenti risoluzioni (800x600 per la prima, 1024x768 per la seconda) risultando sicuramente giocabile e godibile in entrambi i casi ma nono mostrando mai qualità degne di nota.
Il sonoro, solo in inglese, così come tutto il titolo, svolge dignitosamente il suo lavoro, senza particolari però particolari segnalazioni d'eccellenza. Manca qualsiasi opzioni per il multiplayer.
Nei panni di Marcus Reed vivremo la sua apostasia interiore e la rinascita a vita nuova.
Marcus, infatti, come buona parte dei suoi amici, vive nel degrado che porta, quasi necessariamente, alla via malavitosa per sopravvivere: nell'introduzione vedremo l'apice di questa follia e il conseguente rinnego di morte e sangue.
Ovviamente la vita non è parca di paradossi, e da sbeffeggiante calpestatore della legge cercherà di diventarne il tutore integerrimo (ogni riferimento ad Arancia Meccanica è puramente casuale), con anni di dura accademia e di arresti.
Lo sfondo dove esprimere questo cambiamento sarà, nel gioco, la vita comune di qualsiasi poliziotto, con arresti, inseguimenti, stipendi e nuove interessanti armi per tutelare la legge.
Al videogiocatore è data facoltà di scegliere la via, facendo tornare in superfice l'animo violento di Marcus, o attenendosi al più rigido rispetto del protocollo.
Oltre a ciò, dovremo seguire un indagine parallela su alcuni membri di un potente cartello che, durante un attentato, ha eliminato il nostro collega mentore e salvatore, a cui dobbiamo tutto e che merita vendetta o giustizia. (sarà concesso al giocatore scegliere il modo di agire)
Paradossalmente è semplice descrivere come si gioca True Crime NYC, essendo abbastanza schematico nel proporre missioni, ma allo stesso tempo concedendo una falsa libertà assoluta.
Tralasciando le prime missioni che concedono una maggiore varietà, lo schema successivo sarà poi sempre lo stesso: da una parte avremo le indagini ordinarie, dall'altra le sotto inchieste per vendicare la morte del nostro amico-collega.
Una volta completati una serie di arresti, sarà possibile passare in centrale a ritirare il meritato stipendio: gli arresti si perpetuano rispondendo alle chiamate, arrivando sul posto, mostrando il distintivo, se non basta sparando un colpo in aria, se non basta ancora perpetuando un inseguimento o un confronto diretto.
Le missioni d'indagine, invece, presenteranno una storia da vedere, solitamente seguite da schemi in cui si dovrà fare fuori un cospicuo numero di malviventi disseminati su un percorso predefinito, per di più facilitati dal ricorso al tasto shift per la mira automatica (gentile concessione della pochezza dei controller console in confronto a mouse+tastiera).
I proclami di libertà assoluta sono effettivamente veri, in quanto è possibile visitare la città in lungo e in largo, prendere il metrò, entrare in molti edifici, ma mancando varietà nelle "cose da fare" questo gironzolare risulta un'attività ottima in vacanza, ma futile in un videogioco.
Da segnalare la presenza di varii bonus nella mappa, similmente a quanto visto in Vice City, niente però in grado di trascinare il titolo.
Anche i rapporti interpersonali nel distretto, una carta sicuramente interessante, si fermano a una scontata superficialità, con il solito copione già visto dei poliziotti diffidenti verso il ragazzo venuto dalla strada.
Tralasciando il fatto che, graficamente, ci troviamo di fronte a una produzione che consegue una sufficienza stentata, ancor più grave è la mancanza di qualsiasi settaggio grafico in grado di rendere il titolo minimamente scalabile per configurazioni non recenti.
Il frame rate, comunque, si assesta su livelli medio bassi e molto altalenanti, sia su configurazioni recenti, che, tanto più, su pc entry level.
True Crime NYC è stato provato sia su una Geforce Fx 5500 sia su una 6600 GT, a differenti risoluzioni (800x600 per la prima, 1024x768 per la seconda) risultando sicuramente giocabile e godibile in entrambi i casi ma nono mostrando mai qualità degne di nota.
Il sonoro, solo in inglese, così come tutto il titolo, svolge dignitosamente il suo lavoro, senza particolari però particolari segnalazioni d'eccellenza. Manca qualsiasi opzioni per il multiplayer.