True Crime: Streets of L.A
di
Giuseppe 'Sovrano' Schirru
Azione, scontri a fuoco, bullet time e inseguimenti all'ultimo sangue. Accantonati gli anni 70 della serie Vice City, le camicie hawaiane e le macchine che han fatto storia, Luxoflux tenta la fortunosa strada intrapresa dalla Rockstar, assemblando un prodotto dove gli elementi base del million seller si mescolano a trovate che al giorno d'oggi vanno tanto di moda, e realizzando un minestrone molto spettacolare, in cui un pizzico di sale non avrebbe guastato. Il risultato insipido è da attribuire alle varie sezioni in cui l'opera omnia di Activision si compone, capace come una grande sala ricevimenti di accogliere una moltitudine di ospiti, ma di non prestare particolare attenzione a nessuno di questi, relegandoli al ruolo di comparse. Metaforicamente gli ospiti sono le sezioni di gioco in cui True Crime si articola, per l'appunto sparatorie, combattimenti, racing game, stealth e chi più ne ha più ne metta, peccato però che la Luxoflux non sia Leonardo, e non gli giova certo la soluzione di volgere lo sguardo su più campi contemporaneamente piuttosto che uno.
Qualcuno storcerà il naso per la sua natura politeista, che venera come dei GTA, The Getaway o Max Payne, altri grideranno al miracolo per alcune features davvero esclusive, i più critici converranno nel catalogarlo come un miscuglio di generi che rende il gioco molto "figo", ma affollato di luoghi comuni. Roba che al confronto, da questo punto di vista, Vice City sembra un novellino alle prime armi mentre TC si "atteggia" a mestierante che sa il fatto suo, ad attore navigato che ha classe da vendere o modello che sfila sulle passerelle in maniera altezzosa. Magari noncurante del vestito che ha indosso, cucito non proprio su misura. True Crime infatti per certi versi recita una parte che non gli appartiene, in quanto le idee sono buone ma a volte la realizzazione delle stesse lascia a desiderare, o almeno non raggiunge il livello qualitativo che era lecito aspettarsi dopo mesi di sonante hyperizzazione. Non è il capolavoro che ci aspettavamo.
Se infatti è da volpe l'idea di riproporre peculiari meccaniche di gioco di un titolo che ha venduto un numero spropositato di copie, GTA, lo è ancora di più quella di rendere il gioco più cool e spettacolare possibile diversificando il gameplay stesso e suddividendolo in tre categorie, ognuna col proprio peso specifico e nel suo piccolo decisamente scenografica. L'Activision voleva fare le cose in grande, così il copione dei coders prevede come ambientazione una Città degli Angeli ricostruita in maniera ottimale, con un'area totale di proporzioni bibliche (240 miglia quadrate), il protagonista Nick Kang ora addirittura modello della Puma e la possibilità di impersonare Snoop Dogg, nonché una colonna sonora da brivido con nomi del calibro di Ice Cube, Warren G, KAM, Jayo Felony, Boo Yaa Tribe, Easy-E Jr. e così via discorrendo. Le premesse ci sono tutte, ma sono decisamente troppo ambiziose: la Luxoflux realizza un gigantesco affresco sulla vita criminale miticizzato a episodi, dove varie sezioni di diverso genere si avvicendano una all'altra, senza riuscire mai a trovare una propria dimensione che non sia incanalata nella corsia della sufficienza. TC mostra i problemi maggiori nell'impalcatura essenziale: rispetto a Vice City il passo in avanti c'è stato, ma una sensazione di deja-vù, quasi ossessiva, accompagna numerosi passaggi di gioco. Forse siano noi di Gamesurf ad essere troppo navigati o forse è il titolo in questione che scopiazza tanto e di nuovo offre poco, fatto sta che le trovate in questo contesto fungono bene, e graziano il titolo da altri errori decisamente infantili. Un modo come un altro per farvi capire che la forma è bella, ma la sostanza non allo stesso livello per un gioco contraddittorio, che a trovate geniali contrappone difetti di gameplay evitabili, incapace di convincere se valutato puntigliosamente sezione per sezione, ma capace di farlo se giudicato globalmente, per l'esperienza generale in grado di offrire.
True Crime: Streets of L.A
7
Voto
Redazione
True Crime: Streets of L.A
True Crime: Streets of La è un progetto vasto e pretenzioso, capace di sbandierare difetti nella sua impalcatura essenziale ma di rimanere globalmente positivo in quanto vario, articolato, mai scontato. La Luxoflux ha le idee chiare, non tanto i mezzi per realizzarle alla perfezione: quella di prendere la base di GTA e rivisitarla in chiave maxpayana nelle sparatorie, aggiungere sezioni beat'em up spettacolari e uno scenario suggestivo, per l'esattezza una Los Angeles ricostruita alla grande, è una genialata che trova il suo unico ostacolo in alcune superficialità concessesi dai programmatori in termini di gameplay, dove la diversificazione in varie sezioni comporta una natura troppo poco profonda della stesse.