True Crime: Streets of L.A
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Un gioco altalenante: le sezioni sparatutto risultano spettacolari con un buon uso dello slow motion, ma la realizzazione delle stesse risente in maniera drastica del sistema di controllo, sviluppato in modo tutt'altro che ottimale vista l'impossibilità di cambiare manualmente bersaglio o spostarsi tramite strafe laterali. Analogo discorso per le sezioni beat'em up, dove a un repertorio di mosse limitato si affianca la componente tattica ridotta all'osso, la cui naturale conseguenza è il pigiare i tasti alla rinfusa e sperare in una ronfata degli avversari più temibili, visto il bassissimo quoziente intellettivo degli altri sfidanti che, anche in numero elevato, seguono l'ormai obsoleto cliché del "attaccate uno alla volta gente", tipico dei film d'azione di settima categoria. Anzi, ottava. Sulle sezioni stealth meglio stendere un velo pietoso. Fortuna vuole che True Crime non finisca qui, ma che sia un progetto vasto e pretenzioso, capace di non abbassare la testa per i numerosi difetti che si porta dietro ma di uscire a testa alta viste le trovate geniali che contrappone alle dormite o sviste dei programmatori, per un risultato finale discretamente positivo.
Le tre sezioni poc'anzi menzionate sono tutt'altro che prive di difetti, è vero, ma rimangono abbastanza spettacolari e varie per incollare il giocatore allo schermo, almeno sulle prime battute. Quella sparatutto poi, alla luce dei difetti evidenziati rimane comunque positiva, con una buona IA dei nemici e una sfida sempre costante. Last but not least le sezioni di guida in pieno stile GTA: durante i livelli saremo chiamati a compiere inseguimenti e pedinamenti, con la possibilità anche di metter mano alla pistola per violenti scontri a fuoco a bordo del nostro mezzo. Nelle sezioni di intermezzo poi, ci addentreremo nell'universo delle corse clandestine, spettacolari gare notturne alla conquista di autovetture sempre più lussuose e potenti. Le quest non mancano, e da questo punto di vista TC lascia grandissimo spazio al giocatore, catapultato in una Los Angeles pulsante di vita, trafficata (ma nemmeno troppo) da veicoli ben differenziati tra loro e dove le sorprese sono subito girato l'angolo.
Che in TC sia il "contorno" a fare la differenza lo si era capito sin dall'inizio, ma almeno a livello grafico il risultato è più omogeneo, senz'ombra di dubbio edificante. La grandissima cura riposta nella realizzazione dell'estetica del gioco, grazie ad un dettaglio e a una cura per il particolare mirata in tutti i suoi aspetti, rende innegabile che dal punto di vista visivo sia stato svolto un lavoro encomiabile, a partire dalla ricostruzione di una Los Angeles interamente percorribile, alle auto dettagliate, caratterizzate da texture di ottima qualità e da carrozzerie completamente riflettenti. I personaggi sono resi in maniera adeguata sia nelle sezioni di perlustrazione cittadina, che nelle fasi di beat'em up e shoot'em up, con fondali dettagliati e danneggiabili in gran parte. Discreti anche gli effetti luminosi e le cut scene che spezzano l'azione di gioco.
Con True Crime: Streets of L.A. i programmatori della Luxoflux hanno voluto proporre un'avventura alla GTA, impreziosita da trovate prese in prestito da altri titoli. Buona l'idea, cercare di mettere tanta carne al fuoco al fine di rendere il gioco vario e divertente, un po' meno la realizzazione. I propositi erano quelli di rappresentare il nuovo metro di paragone per il genere ma il risultato altalenante, vuoi per imprecisioni nel sistema di controllo, vuoi per la discutibilità e l'approssimazione di alcune sezioni di gioco, beat'em up e stealth su tutte, ridimensiona il giudizio finale che comunque rimane positivo. Siamo sulla strada giusta, ma ben lontani dal celebrare un capolavoro.