TT Superbikes

TT Superbikes
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Il Tourist Trophy che si svolge ogni anno sull'isola di Mann è una competizione non propriamente facente capo al circuito ufficiale che governa ed amministra le gare a livello mondiale. E' una manifestazione di sicuro fascino, in cui le moto sfiorano marciapiedi, guardrail e muri di abitazioni per 60 chilometri alle stesse velocità (se non maggiori) che vedono protagoniste le moto gp o le superbike che si vedono gareggiare tutte le domeniche in tv. Sfiorano quando va bene, perché purtroppo i muri delle case non vengono sempre sfiorati e quando va veramente male vengono direttamente centrati. Potete capire che l'esito di un simile incidente a quelle velocità e di natura mortale. Pensate che da quando è stata inaugurata questa gara i morti sono stati ben più di 200, quattro solamente quest'anno, nell'ultima edizione che si è svolta qualche settimana fa. Ecco perché un gioco incentrato su questa disciplina così rudemente spettacolare può apparire attraente per gli appassionati delle due ruote, nonostante la mancanza delle licenze ufficiali di moto e volti dei tanto osannati campioni come Valentino & co.


Prendi la moto per le corna
Visto che di isola di Mann si tratta, è inutile sperare di intravedere circuiti mondiali o altri tracciati che non rappresentino i chilometri di asfalto che ricoprono questa località. La differenziazione delle piste è rappresentata da varianti del tracciato principale in tutte le salse, e da altre località comunque a questo contigue. Se vorremo avere qualche speranza di raggiungere dei buoni risultati e di diventare il "re dell'isola di Mann" è persino ovvio aggiungere che dovrete conoscere a menadito ogni curva, rettilineo e staccata. Infatti il settaggio del gioco per quanto riguarda il comportamento della moto tende verso il severo, altalenando comportamenti tra il simulativo estremo e l'arcade spensierato. Di simulativo abbiamo le dinamiche di accelerazione e frenata, con la moto per nulla permissiva in quanto ad eccessi di smanettamento e di pinzaggio, a cui si aggiunge il dover prestar attenzione al bilanciamento del peso del pilota: non spingere sull'anteriore in piena accelerazione vorrà dire cappottarsi dopo appena cinque metri e salutare la moto mentre se ne va e vi lascia con le chiappe sull'asfalto; mentre non tirarsi su in frenata, oltre a diminuire l'effetto dell'attrito dell'aria e quindi depotenziare l'effetto decelerante, vi sbilancerà nettamente in quanto ad impostazione delle curve.
Ancora la moto soffrirà e vi farà percepire ogni singola sconnessione del terreno e ciò è reso in maniera davvero egregia soprattutto se si gode dell'esperienza con l'inquadratura dal capolino. Questa visuale è forse uno degli aspetti che rendono quanto mai appassionante questo gioco, ma cimentarsi con questa sin dall'inizio sarebbe quasi una pratica sadica in quanto, non concedendo un ampio campo visivo, rende davvero difficile intuire la direzione del tracciato e di conseguenza l'impostazione delle curve risulta alquanto impossibile le prime volte. Se si vuole godere appieno di questo gioco si deve sfruttare comunque questa visuale, va da sé che per poterlo fare bisognerà applicarsi con impegno ed imparare ogni centimetro di tutti gli spezzoni dei vari tracciati.

Il "Richard Burns" a due ruote
Con quanto detto finora potremmo affermare di trovarci di fronte al "Richard Burns" delle due ruote (facendo in pratica riferimento al massimo esponente di simulazioni di rally estreme per console) visto il realismo profuso nel comportamento della moto, ma in realtà c'è qualche appunto ancora da muovere alla fisica del gioco. Infatti, per quanto le dinamiche di contatto con l'asfalto da parte delle ruote e la gestione dei pesi siano tendenzialmente soddisfacenti, non si può dire lo siano in ogni frangente. Nelle curve lente, ad esempio, la gestione dell'impostazione della piega e della successiva accelerazione lascia alquanto basiti, così come la reazione della due ruote agli urti con i muretti o gli avversari. I danni inoltre sono alquanto pantomimici: schiantarsi a 300 km/h dovrebbe essere un'esperienza "definitiva", mentre a quanto pare qui il tutto si risolve con qualche minimo sfregio, con tanti saluti al carattere che la competizione e le altre componenti di gioco implementate vorrebbero evidenziare. Insomma la frustrazione non viene ripagata con la dovuta cura che sarebbe lecito attendersi, viste le camice che ci si ritroverà a sudare per padroneggiare adeguatamente la moto e per tentare di primeggiare sugli agguerriti avversari. Sull'intelligenza artificiale di questi non c'è di che sorridere: le loro prestazioni non sanno restituire un qualcosa di umano o perspicace, variando dalla quasi perfezione all'incapacità di affrontare in maniera credibile una svolta. Questo fa si che la curva di difficoltà del gioco sia tutt'altro che bilanciata: se si seleziona il livello più severo sarà davvero dura essere tanto perfetti quanto i piloti di testa sin dalle primissime gare. Scendere al livello intermedio, o a quello più basso, in quanto a difficoltà, rappresenta una scelta poco raccomandabile. Questo perché in tale particolare gli sviluppatori hanno nettamente toppato: il parametro che principalmente distingue la modalità difficile da quella intermedia, invece che non essere la bravura degli avversari o una qualche leggera concessione al controllo del bolide, è l'intervento diretto sui comandi; in pratica la cpu interverrà direttamente sul freno all'approcciarsi di una curva, impostando quasi in maniera automatica la curva. Insomma, una sorta di pilota automatico non è certo il compromesso più desiderabile, visto anche che non si sta parlando di un gioco arcade. Lo si poteva forse accettare per il livello di principiante, non certo per quello immediatamente prima dell'estremo opposto.


Motocicletta...10 hp
Passando alle modalità di gioco a disposizione, la scelta si suddividerà principalmente in Arcade e Sfida. Ognuna di queste è suddivisa in varie categorie, a seconda della cilindrata delle moto a disposizione: 125, 250, 400, 500, 750, 1000 e saranno persino presenti i sidecar (come nella realtà). Naturalmente partirete dalle cilindrate più basse e ad ogni obiettivo portato a termine (sia che si tratti di una prova a tempo che di una gara etc.) potrete sbloccare nuovi eventi, nuovi motori, nuove componenti estetiche e così via. Il numero di mezzi presenti per categoria non è male ma non raggiunge di certo i livelli di una serie "gran turistica" (come ad esempio Riding Spirits) e le modifiche apportabili alla moto, alla tuta, al casco non sono niente di che. Dal punto di vista grafico non c'è di che strabiliare gli occhi, anzi... i piloti e i bolidi sono discreti e i tracciati, anche se studiati e riproposti quanto più fedelmente possibile, sono piuttosto scarni. Dal punto di vista sonoro non c'è male: le varie moto posseggono dei rombi credibili e sicuramente ben distanti dal zanzarismo di "Riding Spirits". Le musiche invece colpiscono poco e si possono eliminare al più presto.

Alla fine dei conti questo TT Superbikes è un titolo discreto, che potrebbe attrarre anche per molto tempo gli appassionati delle due ruote in cerca di un titolo severo con il quale cimentarsi e che pretendono qualcosa in più in termini di impegno rispetto all'offerta che aveva caratterizzato fino ad oggi il parco giochi PS2. Qui di sicuro c'è pane per i loro denti, a patto che siano certi di riuscire a passare sopra ad una produzione non troppo curata sotto l'aspetto tecnico e a qualche difetto riguardante anche la componente fisica del gioco. Per apprezzare appieno questo videogame ci vorrà molto allenamento, funestato anche da caricamenti poco celeri e che compaiono nei momenti sbagliati (diventa frustrante attendere un "loading" sostanzioso solo per ricominciare una prova di venti secondi); solo allora l'acquisto sarà valso la candela e forse sono in pochi quelli disposti a profondersi in tale sforzo. Per testare se siete tra questi è consigliata una prova prima di accaparrarvelo.

TT Superbikes
6.5

Voto

Redazione

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TT Superbikes

TT Superbikes è un titolo discreto, che potrebbe attrarre anche per molto tempo gli appassionati delle due ruote in cerca di un titolo severo con il quale cimentarsi e che pretendono qualcosa in più in termini di impegno rispetto all'offerta che aveva caratterizzato fino ad oggi il parco giochi PS2. Qui di sicuro c'è pane per i loro denti, a patto che siano certi di riuscire a passare sopra ad una produzione non troppo curata sotto l'aspetto tecnico e a qualche difetto riguardante anche la componente fisica del gioco. Per apprezzare appieno questo videogame ci vorrà molto allenamento, funestato anche da caricamenti poco celeri e che compaiono nei momenti sbagliati (diventa frustrante attendere un "loading" sostanzioso solo per ricominciare una prova di venti secondi); solo allora l'acquisto sarà valso la candela e forse sono in pochi quelli disposti a profondersi in tale sforzo. Per testare se siete tra questi è consigliata una prova prima di accaparrarselo.

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