Uefa Champions League 2004-2005

di Luca Gambino
Non paga dell'appuntamento autunnale con la serie Fifa e di quello biennale riservato a competizioni quali la Coppa del Mondo e il Campionato Europeo, Electronic Arts ha deciso di mettere le mani anche sulla competizione per Club più ambita dalle squadre del Vecchio Contintente. Parliamo ovviamente di quella Champions League che negli ultimi anni è arrivata a sostituire nei programmi dei Club più prestigiosi la vittoria degli stessi campionati nazionali, vista l'assoluta importanza in termini di puro blasone e monetari che la competizione patrocinata dalla UEFA riesce a donare al vincitore. Un bel risultato per EA Sports, che si ritrova a soli 4 mesi dall'uscita di Fifa 2005 a dover affrontare un titolo che potrebbe riconfermarsi anno dopo anno per affiancare il più famoso (ma non per questo migliore), titolo sportivo del colosso americano.


Salta subito all'occhio, infatti, che quanto portato su schermo dalla EA prende a piene mani da quanto già visto lo scorso Ottobre, senza apportare quei significativi miglioramenti che possono giustificare in qualche modo l'ennesimo esborso da parte dell'utente per un titolo praticamente identico nella sostanza, anche se dalla forma leggermente differente. Una forma che, diciamo la verità, conferma ancora una volta il momento di assoluta confusione che sembra vivere il team responsabile della serie Fifa, perennemente combattuto dal voler dare al proprio pargolo una forma credibile nel gioco ma che mantenga al contempo alti livelli di spettacolarità senza, per inciso, riuscirci minimamente. Il timido passo in avanti mosso da Fifa 2K5 non trova una naturale evoluzione in Uefa Champions League che rimane ancora legato alla visione puramente Yankee di come il calcio dovrebbe essere interpretato. Non basta il rinnovato sistema di battuta dei tiri da fermo o dei calci d'angolo per cambiare radicalmente la sostanza i cui problemi sono posti direttamente nelle fondamenta. EA si ostina a costruire altri piani su un palazzo bello negli esterni ma che si rivela fatiscente una volta aperta la dorata porta d'ingresso, noncurante dei più evidenti segni di cedimento strutturale. E se possiamo giustificare la mancanza di vere novità dato l'esiguo lasso di tempo trascorso tra i due titoli incriminati, non possiamo chiudere un occhio (o tutti e due), sul prezzo di vendita rimasto invariato.

A voler allungare il brodo di Fifa 2k5, UEFA Champions League ci propone alla guida di un qualsiasi team europeo nel momento cruciale della stagione, quando il risultato dell'ultima partita di campionato sancirà, o meno, l'ingresso del nostro team nella massima competizione Europea. Una struttura, questa, che verrà continuamente riproposta durante tutto l'arco della stagione, grazie alla figura di un fantomatico presidente che di volta in volta determinerà alcune particolari "missioni" all'allenatore del nostro team, quest'ultimo configurabile a nostro piacimento all'inizio del gioco. Le missioni di cui sopra risulteranno le più svariate e in certi casi raggiungeranno un livello di banalità da risultare quasi offensivo. Si, perché non solo ci verrà chiesto di battere un determinato avversario con un prefissato scarto o di mandare in gol un determinato elemento del nostro team, ma ci verranno richiesti anche pesanti rimaneggiamenti della squadra, privandoci di volta in volta di elementi di un determinato reparto per poi buttarci nuovamente sul mercato per reperire nuove stelle di prima grandezza per la nostra squadra. Una gestione onestamente fuori da ogni contesto logico, che rispecchia chiaramente uno spessore di gioco ridotto veramente ai minimi termini. Il compimento degli obbiettivi prefissati permetterà all'allenatore creato di accumulare un tot di punteggio con il quale poi poter accedere a particolari bonus e premi di varia natura.


La musica, però, non cambia quando si arriva veramente al sodo, ovvero quando le squadre scendono finalmente in campo, accolte dalla solita sigla ufficiale della Champions League che andrà a sovrapporsi alle normali ovazioni del pubblico. Nessun cambiamento significativo nel comparto grafico, che riproporrà stadi e manti erbosi ottimamente realizzati e modelli poligonali dei giocatori ben distanti da quanto fatto vedere da PES4, che rimane in assoluto un autentico punto di riferimento in questo senso. Sostanzialmente invariato anche il modello di gioco e il sistema di controllo, riproposti nella medesima forma, quasi a volerne confermarne l'assoluta bontà, ma che evidenziano ancora di più le inadeguatezze di fondo. Oggi più che mai. Poco importa che se EA si è affannata a voler parzialmente ricalibrare il sistema di battuta di calci d'angolo e punizioni, dato che il risultato di fondo non cambia nella sostanza. Sarebbe stato auspicabile rivedere invece un sistema di passaggi e di tiri in porta i cui esiti hanno poco a che fare con la realtà dei campi e molto di più invece con probabilità cabalistiche di pura fantasia. Sarebbe stato meglio, forse, rivedere la fisica del pallone, legato ancora una volta ad un sottile filo invisibile che tende a posizionarlo proprio dove non si vorrebbe. Ma sono evidentemente fattori marginali, secondo EA, rispetto ad un titolo nuovo di zecca sugli scaffali.

Uefa Champions League scorre via così, quindi, tra autentiche "mission impossible" che ci vedranno iniziare la partita dal 70° minuto in svantaggio di un gol e il dove rinunciare ad alcune pedine del nostro scacchiere per volere di un presidente che di calcio, evidentemente, non ne capisce poi molto (ma forse in questo EA ha visto bene). Altre due cose, prima di lasciarvi al commento. La prima riguarda la presenza di Linus in veste di speaker di una "EA Talk Radio" che vorrebbe in parte riprendere quanto di buono visto e sentito in Burnout 3, ma che alla prova dei fatti sfiora veramente il ridicolo, con il dj (uno dei migliori nel suo campo), a ricevere le patetiche telefonate si ascoltatori che non troverebbero posto nemmeno nel Processo di Biscardi. La seconda riguarda il parziale cambio in cabina di regia, che vede la sostituzione di Galli come spalla ideale di Bruno Longhi. Al suo posto troviamo il buon Aldo Serena, che contribuisce a dare un sostanziale supporto tecnico, sebbene rimangano inalterati gli errori di sincronizzazione già segnalati in Fifa 2005. A chiudere il tutto arriva l'ottima modalità multiplayer che conferma quanto di buono già visto lo scorso novembre e che aiuta a tenere questo Uefa Champions League lontano dal baratro.

Insomma, siamo alla solite. Quando ci sono i soldi di mezzo, sembra che la EA non guardi in faccia nessuno. Se c'erano dei problemi da risolvere in Fifa 2k5, come il sistema di gioco, l'audio non sincronizzato a dovere e un comparto grafico non all'altezza della situazione, state certi che Uefa Champions League ve li ripresenterà con la stessa faccia di bronzo. Se, al contrario, si poteva inserire "fuffa" per differenziare minimamente i due prodotti, state certi che la troverete. Questa volta non ci stiamo e vogliamo a nostro modo "punire" un gioco identico al precedente, riproposto dopo tre soli mesi sul mercato a soldi e attenzioni da chi ha dato fin troppa fiducia ad una serie che, per contro, ha ripagato con i proverbiali pesci in faccia.

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