UFO Robot Goldrake: Il banchetto dei lupi, la recensione!
Il ritorno di Goldrake non è quello che avremmo voluto...
Quando l'alabarda non è poi così spaziale: UFO Robot Goldrake Il banchetto dei lupi
Amate i robottoni di una volta? Siete cresciuti a pane e Mazinga? Daitarn 3 ha rappresentato un'opera di formazione per il vostro passaggio da adolescenza a età adulta? Vi siete lanciati innumerevoli volte da una moto in corsa chiedendo i componenti a Miwa? Bene, allora siamo sulla stessa lunghezza d'onda e anche voi avete drizzato le antenne all'annuncio di UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi, videogame sviluppato da Microids e chiaramente improntato a una massiccia "operazione nostalgia" legata a uno dei più grandi successi creati dal maestro Go Nagai, papà di Devil Man, Mazinga Z, Getter Robot, Jeeg Robot D'Acciaio e tanti altri. Anche se non avete mai letto una pagina del manga o visto una sola puntata dell'anime di UFO Robot Goldrake, sono sicuro che sapete perfettamente che stiamo parlando di una delle opere più importanti del panorama dell'animazione nipponica dedicata ai super robot e che sin dalla sua uscita in Italia nel 1978, riuscì tanto a conquistare un enorme successo, quanto a scatenare polemiche e critiche legate al suo ipotetico effetto diseducativo.
Una storia che conosciamo bene e che da sempre si accompagna a anime, fumetti e naturalmente videogame. A UFO Robot Goldrake sono legati una serie di episodi e curiosità di ogni tipo, a partire dal fatto che in Italia arrivò prima di Mazinga Z e Il Grande Mazinga, quando invece venne concepito come ultimo nella trilogia "dei robottoni" dal suo autore, ed è impossibile dimenticare che l'edizione nostrana si intitolava "Atlas UFO Robot", dove Atlas era stato erroneamente considerato parte del titolo quando i direttori delle nostre television visionarono la brochure di questo avveneristico cartoon i cui diritti occidentali erano detenuti da un canale televisivo d'oltralpe, non considerando che in francese Atlas, significa "guida". Insomma, la "Guida a UFO Robot" divenne "Atlas UFO Robot. Atlas o non Atlas, resta il fatto che anche nel nostro paese il buon Goldrake ebbe un successo enorme, al punto che in breve l'Italia divenne il principale importatore europeo di anime nipponici, sulla scia di UFO Robot.
Ancora oggi, per chi ha vissuto da spettatore quegli anni è impossibile non avere un moto di nostalgia e adrenalina nel pensare alle evoluzioni con cui Actarus guidava Goldrake e prendeva a sonori magli rotanti nelle gengive gli scagnozzi di Vega, ovviamente canticchiando le note della sigla del "cartone animato". Tanto per capire la portata del fenomeno Goldrake anche dal punto di vista musicale, vi basti pensare che l'opening (come si dice oggi) vendette più di un milione di copie e sfiorò il podio dei brani più venduti in Italia. Se oggi, dopo tanti anni e centinaia di anime usciti, la trama potrebbe sembrare vista e rivista, all'epoca la storia del principe Duke Fleed riuscì a fare breccia. Costretto a scappare dal suo pianeta natale grazie al suo robot Goldrake si rifugiato sulla terra sotto mentite spoglie, per poi ritrovarsi nuovamente braccato dagli invasori del pianeta Vega, sempre alla ricerca di nuovi mondi da depredare. Intrighi, lotte intestine e colpi di scena sono stati nostri fedeli compagni di nostri innumerevoli pomeriggi, naturalmente dopo aver finiti i compiti.
Ecco, ora che abbiamo dato una misura quantomeno a spanne di quello che per molti di noi rappresenta e rappresentò UFO Robot Goldrake, veniamo a Il Banchetto dei Lupi, che si ripropone di rivisitare la storia originale, con un gameplay free roaming dove ci si muove per portare a termine le missioni principali legate alla trama, ma non mancano diverse quest secondarie ad animare la situazione o, quantomeno, a provare ad animarla. Si, perché già dalle prime battute è chiaro sia che qualche cosa non è andata per il verso giusto. Immersi in diverse mappe decisamente spoglie saremo principalmente occupati nel combattere i mostri lanciati da Vega (colta citazione), ma né il combat system né le ambientazioni riescono a rendere giustizia a cotanto robottone.
L'impatto visivo ci riporta dritti nel passato, ma non nel senso di un piacevole volo nostalgico alla nostra gioventù, ma in quello di una grafica che ricorda sin troppo da vicino l'epoca PlayStation 2. Il protagonista è decisamente fedele all'originale, ma manca di riflessi e attenzione per i particolari, così come i suoi antagonisti e se questo è stato il trattamento per i personaggi principali, tutto quello che è secondario o a fare da sfondo è stato reso ancora più semplicisticamente con una pochezza poligonale che mai mi sarei aspettato. UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi è disponibile praticamente per ogni console di nuova e vecchia generazione oltre che per PC, ma davvero sembra essere un titolo di inizio anni duemila e nella nostra prova, avvenuta su PlayStation 5 a mostrato svariati problemi di frame rate, pop up e compenetrazioni poligonali che non sono minimamente comprensibili davanti a una simile povertà grafica e altri elementi.
Il motore fisico riesce a restituire qualche sensazione migliore soprattutto legata alle movenze di Goldrake che risultano abbastanza credibili anche in combattimento, a patto di non trovare sulla propria strada veicoli terresti perché, che ci crediate o no, un robot alto 30 metri e pesante 280 tonnellate, può essere facilmente spostato da barche o furgoni che lo trovino sulla loro traiettoria. Insomma, è abbastanza chiaro che tecnicamente siamo davanti a un titolo fatto non solo con un budget basso, ma anche in maniera frettolosa e con diverse disattenzioni.
UFO Robot Goldrake Il banchetto dei lupi, un doppiaggio epico non basta a salvare la terra
Sebbene le aree di gioco offrano alcuni collezionabili da recuperare, alla fine tutto ruota intorno al combattimento con le missioni che, tra una motivazione e l'altra, portano sempre allo scontro tra Goldrake e avversari più o meno numerosi. Il combat system è semplice e si basa su colpi normali e l'utilizzo delle armi storiche del robot, riportate con fedeltà e attenzione, tenendo da conto anche la possibilità di migliorarle sfruttando un sistema di evoluzione basilare, tra magli rotanti, alabarde spaziali e via dicendo. Gli avversari non sono particolarmente impegnativi (c'è un solo livello di difficoltà) e nemmeno troppo vari, ma va comunque fatta una menzione speciale per i boss fedeli al design di Nagai.
Spesso capiterà di vedere a schermo l'arma con cui sarà necessario colpire chi avremo davanti o in caso contrario non gli faremo alcun danno, ma con le evoluzioni del vostro robot potrete avere sorprese a riguardo. Non manca la possibilità di schivare e di creare alcune combo, ma ho trovato tempo di esecuzione di queste ultime un po' troppo dilatato, con il risultato che spesso ho sferrato un colpo non desiderato invece di inanellare la giusta combinazione, per quanto va detto che con il passare delle ore la situazione è un po' migliorata, ma mai del tutto sanata.
Le battaglie tendono purtroppo ad assomigliarsi un po' tutte e la varietà non è uno dei punti di forza del gioco e qualche rara variazione sul tema non riesce a rendere abbastanza divertente il gameplay di UFO Robot Goldrake: il Banchetto dei Lupi. In alcune situazioni ci ritroveremo a guidare e combattere in fase aerea, ma anche qui il divertimento latita. Da notare che in alcuni casi prenderemo la guida di Alcor e con il suo TFO cercheremo di avere ragione dei dischi avversari in fasi bullet hell che non spiccano in qualità, ma sono comunque una distrazione dalla piattezza generale di un titolo che, ad ogni modo, non durerà più di sei o sette ore.
Che UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi sia un titolo mediocre e molto al di sotto delle speranze dei fan è purtroppo fuori di dubbio, ma bisogna assolutamente sottolineare l'ottimo lavoro svolto da Microids per quanto riguarda la localizzazione e l'adattamento del gioco. Parlare di operazione nostalgia non è affatto sbagliato, al punto che si è scelto di attenersi meticolosamente all'edizione italiana dell'anime andata in onda all'epoca della prima visione su Rai 2.
Oltre ad avere i testi completamente tradotti (ma con qualche errore sparso) c'è un doppiaggio nella nostra lingua di altissima qualità che ricalca alla perfezione i toni del cartone animato originale e sembra quasi divertirsi a interpretare le voci e le cadenze esattamente come avrebbero fatto i doppiatori originali. Impossibile non applaudire il lavoro svolto da Gianfranco Miranda nel dare voce a Atarus, ma il resto del cast non è da meno e anche se manca la possibilità di selezionare le voci giapponesi (e sapete quanto io le ami), questa volta è davvero difficile lamentarsi. Sono stati mantenuti i nomi dell'edizione italiana, altra scelta che condivido in pieno: largo ad Actarus e Alcor con buona pace dei nomi originali Daisuke e Koji. Certo, bisognerebbe capire il meccanismo per cui gli abitanti del pianeta Vega sia diventati Veghiani e non siano rimasti Vegani, ma ci consoliamo con la presenza dei brani musicali originali ben riarrangiati per l'occasione, anche se a volte, durante il gioco, capiteranno delle situazioni di silenzio totale che lasciano un po' straniti.
Alla stessa maniera, se si gode a sentire Actarus annunciare ogni suo colpo esattamente come faceva alla tv, errori più o meno macroscopici compaiono qua e là, al punto che persino durante il tutorial viene chiesto di lanciare uno specifico attacco con un tasto per poi scoprire, solo andando a tentativi, che il tasto da premere era un altro. No, purtroppo non basta un gran doppiaggio e una discreta attenzione ai materiali originali a salvare UFO Robot Goldrake: Il Banchetto dei Lupi e se il nostro amato robottone non è caduto sotto i colpi degli invasori, capitola invece davanti a uno sviluppo che poco ha a che vedere con la grandezza del marchio in questione. Se volete rivivere questa bellissima saga sotto forma di videogame, purtroppo dovrete aspettare ancora.