Ultimate Fighting Championship
di
UTENTE CONTRO JOYPAD, PRIMO ROUND
Sono proprio i controlli a evidenziare le maggiori pecche di design di questa versione di Ultimate Fighting Championship. La risposta del gioco ai comandi impartiti é infatti clamorosamente lenta e provoca frustrazione sia nelle partite iniziali che dopo numerosi incontri: il problema é causato sia dal frame-rate insoddisfacente (e ingiustificato visto il dettaglio grafico) che dai difetti nell'impostazione di gioco. Gli incontri, con l'ovvia eccezione delle partite in multiplayer, si risolvono in pochi secondi attraverso uno schema ripetitivo: l'avversario computerizzato, utilizzando semplici tecniche di attacco ripetute allo strenuo, cerca costantemente di bloccare il giocatore in una presa a terra, costringendolo a cedere e a perdere così l'incontro. Questo fenomeno, l'eccessiva brevità degli scontri, é prerogativa della stessa versione Dreamcast, anche se in quel caso la pronta risposta dei controlli fornisce un minimo spiraglio di difesa all'utente, che su PlayStation ha come unica possibilità il martellare furiosamente i tasti del joypad
Ed é un vero peccato, vista la quantità di stili e tecniche avanzate presenti nel gioco, che tutta l'impalcatura di realismo costruita attorno all'omonima lega UFC crolli a causa di una leggerezza come quella del sistema di controllo, troppo limitante per inserire il titolo Crave nell'élite dei giochi di questo genere presenti su PSone (Tekken 3 in primis). La lentezza congenita nella risposta ai comandi trasforma gli scontri in una sfida all'ultimo tasto, inteso come ultimo a rimanere sano sul pad, in cui solo i migliori button-smasher da sala giochi riescono ad ottenere una qualche soddisfazione o un preciso riscontro su schermo delle mosse effettuate. Se a questo problema di fondo aggiungiamo l'eccezionale livello di difficoltà, non regolabile e peggiorato dalla totale assenza di continue, possiamo vedere come UFC contenga più limiti che virtù e rimanga ben al di sotto degli standard settati anni fa dalla Namco
Sono proprio i controlli a evidenziare le maggiori pecche di design di questa versione di Ultimate Fighting Championship. La risposta del gioco ai comandi impartiti é infatti clamorosamente lenta e provoca frustrazione sia nelle partite iniziali che dopo numerosi incontri: il problema é causato sia dal frame-rate insoddisfacente (e ingiustificato visto il dettaglio grafico) che dai difetti nell'impostazione di gioco. Gli incontri, con l'ovvia eccezione delle partite in multiplayer, si risolvono in pochi secondi attraverso uno schema ripetitivo: l'avversario computerizzato, utilizzando semplici tecniche di attacco ripetute allo strenuo, cerca costantemente di bloccare il giocatore in una presa a terra, costringendolo a cedere e a perdere così l'incontro. Questo fenomeno, l'eccessiva brevità degli scontri, é prerogativa della stessa versione Dreamcast, anche se in quel caso la pronta risposta dei controlli fornisce un minimo spiraglio di difesa all'utente, che su PlayStation ha come unica possibilità il martellare furiosamente i tasti del joypad
Ed é un vero peccato, vista la quantità di stili e tecniche avanzate presenti nel gioco, che tutta l'impalcatura di realismo costruita attorno all'omonima lega UFC crolli a causa di una leggerezza come quella del sistema di controllo, troppo limitante per inserire il titolo Crave nell'élite dei giochi di questo genere presenti su PSone (Tekken 3 in primis). La lentezza congenita nella risposta ai comandi trasforma gli scontri in una sfida all'ultimo tasto, inteso come ultimo a rimanere sano sul pad, in cui solo i migliori button-smasher da sala giochi riescono ad ottenere una qualche soddisfazione o un preciso riscontro su schermo delle mosse effettuate. Se a questo problema di fondo aggiungiamo l'eccezionale livello di difficoltà, non regolabile e peggiorato dalla totale assenza di continue, possiamo vedere come UFC contenga più limiti che virtù e rimanga ben al di sotto degli standard settati anni fa dalla Namco