Ultimate Spiderman
di
Marco Modugno
Siamo qui per trovare una risposta ad una domanda che tiene con il fiato sospeso gli appassionati di fumetti di tutto il mondo: siamo davvero di fronte ad un gioco "definitivo", in grado di distinguersi tra tutti quelli dedicati alle gesta di Spiderman? Fin dal titolo scelto, mutuato dall'omonima serie a fumetti, l'ultima creatura della Treyarch non usa certi mezzi termini per affermarlo ma, come ben sappiamo, molto spesso tra il dire e il fare ci scappa un oceano di bytes.
Stavolta però, anche agli occhi di chi non ha mai perso il sonno sulle pagine delle strisce a colori degli albi Marvel, l'impatto si annuncia sorprendente fin dal primo avvio del gioco.
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Forte di un motore grafico, il 3D Comic Inking, in grado di simulare in modo impressionante l'effetto fumetto, senza per questo sottrarre nulla al coinvolgimento dell'azione tridimensionale, US cattura fin dalle prime battute il giocatore, sia che si tratti di un appassionato di fumetti oppure di un neofita, che si avvicina per la prima volta al genere dei supereroi.
Dopo un breve antefatto, ritagliato dalla storyboard della serie originale, il giocatore si ritrova proiettato nelle vicende create, appositamente per il gioco, da Brian Michael Bendis, sceneggiatore degli albi a fumetti, e magistralmente disegnate dal pennello elettronico di Mark Bagley, anche lui storico grafico a libro paga della Marvel. L'effetto è d'immediato coinvolgimento e, complice il semplificato sistema di comandi, saremo ben presto in grado di guidare il nostro eroe verso il compimento delle prime missioni della storia.
La storia, della quale eviterò scrupolosamente qualsiasi spoiler, per non rovinarvi il gusto di scoprirla da soli, vi vedrà vagabondare, nei panni adolescenziali di uno Spidey alle prime armi, quello della serie Ultimate appunto, in giro per Manhattan e Queens, anche questi ricreati dagli sviluppatori a "misura di ragno".
Al posto dei grattacieli mozzafiato e dei chilometri di strade dell'ultimo Spiderman 2, infatti, la Treyarch ha optato a favore di palazzi più bassi, quasi troncati alla sommità, che vi costringono a sfiorare l'asfalto durante i vostri spostamenti, e di distanze inferiori che non vi obbligano a trascorrere quindici minuti appesi a dondolare alla vostre ragnatele, per recarvi da Central Park a Broadway.
Il guadagno, in termini di gameplay e di spettacolarità, è subito evidente. Sono finiti i tempi quando Spiderman lanciava la sua ragnatela ad aggrapparsi ad invisibili appigli situati oltre la cima del più alto dei grattacieli. Qui la vedrete incollarsi sempre ad oggetti reali, lampioni, grondaie o tetti di edifici, costringendovi ad acrobazie realistiche ben più immersive del semplice altalenare tra le nuvole.
L'inserimento di sezioni di gioco da svolgere al controllo del micidiale Venom, vostro avversario principale nella storia, costituisce poi una variazione sul tema che non può che essere apprezzata.
Alla pulizia delle texture e dei fondali, colorati con le tinte pastello delle strisce a fumetti ed illuminate con effetti di luce più "caldi", e perciò più piacevoli di quelli visti nei titoli precedentemente dedicati all'Uomo Ragno, fa da contraltare un frame rate stabile che, nella versione Xbox, non scende mai sotto un solido 30 fps.
Oltre che di passanti inermi da salvare e di banditi, divisi in gang a seconda delle zone della città, da avvolgere nella ragnatela e lasciare a penzolare dai lampioni, la New York targata Treyarch è popolata da una miriade di personaggi celebri dei fumetti, dalla Torcia Umana a Wolverine, da Goblin ad Electro, fino all'immancabile Mary Jane in versione teen-ager. Unici grandi assenti, con grande delusione dei fan più sfegatati, la zia May e J.J. Jameson.
D'altronde non si può avere tutto dalla vita, nemmeno se siete dei supereroi, e allora ecco che, dopo i meritati elogi per le sue indubbie qualità, arriva anche il momento delle critiche, alle quali Ultimate Spiderman non manca di porgere il fianco.
Prima fra tutte, ed è inevitabile vista la somma che oggigiorno occorre sborsare per un gioco, la scarsa durata della trama, non più di sette ore, delle quali solo quattro o cinque effettivamente dedicate all'avvincente storia principale. Il resto del tempo, infatti, sarete costretti a spenderlo nel completamento di una serie di sottomissioni solo in apparenza opzionali. Se non le porterete a termine, infatti, il gioco non sbloccherà la sequenza successiva della trama, lasciandovi a vagare senza meta per la città.
Il concetto di libertà di movimento, quindi, viene in parte inficiato da una linearità della sceneggiatura che, anche se poco percettibile, all'inizio, diventa con il procedere della vostra avventura assolutamente vincolante.
Oltretutto, i "quest" secondari, alla lunga, risultano ripetitivi e noiosi fino ad arrivare alla conclusione che molti di essi sono stati inseriti a forza, giusto per allungare un po' il brodo della longevità generale del gioco. L'alternarsi d'inseguimenti (i più belli sono quelli in cui dovrete mettervi alle calcagna di un'auto in fuga!) e di scazzottate, comunque, vi consentirà d'impratichirvi in fretta del sistema di controllo, sfrondato di molte delle complicate combo presenti nei titoli precedenti e quindi semplificato. La cosa si rivela tutt'altro che negativa. Alleggerito dalla necessità, infatti, di districarsi tra decine di combinazioni di tasti diverse, il giocatore si ritroverà fin da subito ad "azzeccare" la mossa giusta e a trarre immediata soddisfazione dai risultati ottenuti.
Scarno, purtroppo, il numero dei contenuti sbloccabili. A parte la possibilità di impersonare Venom anche nella modalità di gioco "libera", e a quattro costumi alternativi per l'eroe principale, il titolo Treyarch mette a disposizione dei giocatori più perseveranti solo una manciata di copertine degli albi della serie. A meno che non salti fuori tardivamente la presenza di qualche "easter egg" non segnalato, ci sembra un po' pochino, di questi tempi.
La scarsa longevità del titolo, inoltre, non viene aiutata dall'assenza di un supporto multiplayer, locale o su Xbox Live, e dubito fortemente che l'opzione di gioco che ci consente di scorrazzare liberamente per la città potrà trattenere la maggior parte dei giocatori dal rivendersi il gioco su Ebay e passare ad altro, non appena avranno terminato la storia principale.
Per questo motivo Ultimate Spiderman, pur essendo senza dubbio un titolo imperdibile per tutti i lettori storici dei fumetti dell'Uomo Ragno e rappresentando, al momento, il più bello dei videogiochi dedicati al supereroe in calzamaglia blu e rossa, potrebbe non essere apprezzato dal grande pubblico dei videogiocatori generici. Al contrario, ritengo che possa costituire una scelta ideale per la fascia di pubblico più matura (e di solito più "spendacciona", visto che dispone di un reddito autonomo da quello genitoriale) che spesso, dati gli impegni di lavoro o di famiglia, ha poco tempo da dedicare ai videogiochi e finisce per preferire trame brevi ed intense ad ambientazioni troppo immersive ed impegnative alla KOTOR o alla Morrowind.
Stavolta però, anche agli occhi di chi non ha mai perso il sonno sulle pagine delle strisce a colori degli albi Marvel, l'impatto si annuncia sorprendente fin dal primo avvio del gioco.
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Forte di un motore grafico, il 3D Comic Inking, in grado di simulare in modo impressionante l'effetto fumetto, senza per questo sottrarre nulla al coinvolgimento dell'azione tridimensionale, US cattura fin dalle prime battute il giocatore, sia che si tratti di un appassionato di fumetti oppure di un neofita, che si avvicina per la prima volta al genere dei supereroi.
Dopo un breve antefatto, ritagliato dalla storyboard della serie originale, il giocatore si ritrova proiettato nelle vicende create, appositamente per il gioco, da Brian Michael Bendis, sceneggiatore degli albi a fumetti, e magistralmente disegnate dal pennello elettronico di Mark Bagley, anche lui storico grafico a libro paga della Marvel. L'effetto è d'immediato coinvolgimento e, complice il semplificato sistema di comandi, saremo ben presto in grado di guidare il nostro eroe verso il compimento delle prime missioni della storia.
La storia, della quale eviterò scrupolosamente qualsiasi spoiler, per non rovinarvi il gusto di scoprirla da soli, vi vedrà vagabondare, nei panni adolescenziali di uno Spidey alle prime armi, quello della serie Ultimate appunto, in giro per Manhattan e Queens, anche questi ricreati dagli sviluppatori a "misura di ragno".
Al posto dei grattacieli mozzafiato e dei chilometri di strade dell'ultimo Spiderman 2, infatti, la Treyarch ha optato a favore di palazzi più bassi, quasi troncati alla sommità, che vi costringono a sfiorare l'asfalto durante i vostri spostamenti, e di distanze inferiori che non vi obbligano a trascorrere quindici minuti appesi a dondolare alla vostre ragnatele, per recarvi da Central Park a Broadway.
Il guadagno, in termini di gameplay e di spettacolarità, è subito evidente. Sono finiti i tempi quando Spiderman lanciava la sua ragnatela ad aggrapparsi ad invisibili appigli situati oltre la cima del più alto dei grattacieli. Qui la vedrete incollarsi sempre ad oggetti reali, lampioni, grondaie o tetti di edifici, costringendovi ad acrobazie realistiche ben più immersive del semplice altalenare tra le nuvole.
L'inserimento di sezioni di gioco da svolgere al controllo del micidiale Venom, vostro avversario principale nella storia, costituisce poi una variazione sul tema che non può che essere apprezzata.
Alla pulizia delle texture e dei fondali, colorati con le tinte pastello delle strisce a fumetti ed illuminate con effetti di luce più "caldi", e perciò più piacevoli di quelli visti nei titoli precedentemente dedicati all'Uomo Ragno, fa da contraltare un frame rate stabile che, nella versione Xbox, non scende mai sotto un solido 30 fps.
Oltre che di passanti inermi da salvare e di banditi, divisi in gang a seconda delle zone della città, da avvolgere nella ragnatela e lasciare a penzolare dai lampioni, la New York targata Treyarch è popolata da una miriade di personaggi celebri dei fumetti, dalla Torcia Umana a Wolverine, da Goblin ad Electro, fino all'immancabile Mary Jane in versione teen-ager. Unici grandi assenti, con grande delusione dei fan più sfegatati, la zia May e J.J. Jameson.
D'altronde non si può avere tutto dalla vita, nemmeno se siete dei supereroi, e allora ecco che, dopo i meritati elogi per le sue indubbie qualità, arriva anche il momento delle critiche, alle quali Ultimate Spiderman non manca di porgere il fianco.
Prima fra tutte, ed è inevitabile vista la somma che oggigiorno occorre sborsare per un gioco, la scarsa durata della trama, non più di sette ore, delle quali solo quattro o cinque effettivamente dedicate all'avvincente storia principale. Il resto del tempo, infatti, sarete costretti a spenderlo nel completamento di una serie di sottomissioni solo in apparenza opzionali. Se non le porterete a termine, infatti, il gioco non sbloccherà la sequenza successiva della trama, lasciandovi a vagare senza meta per la città.
Il concetto di libertà di movimento, quindi, viene in parte inficiato da una linearità della sceneggiatura che, anche se poco percettibile, all'inizio, diventa con il procedere della vostra avventura assolutamente vincolante.
Oltretutto, i "quest" secondari, alla lunga, risultano ripetitivi e noiosi fino ad arrivare alla conclusione che molti di essi sono stati inseriti a forza, giusto per allungare un po' il brodo della longevità generale del gioco. L'alternarsi d'inseguimenti (i più belli sono quelli in cui dovrete mettervi alle calcagna di un'auto in fuga!) e di scazzottate, comunque, vi consentirà d'impratichirvi in fretta del sistema di controllo, sfrondato di molte delle complicate combo presenti nei titoli precedenti e quindi semplificato. La cosa si rivela tutt'altro che negativa. Alleggerito dalla necessità, infatti, di districarsi tra decine di combinazioni di tasti diverse, il giocatore si ritroverà fin da subito ad "azzeccare" la mossa giusta e a trarre immediata soddisfazione dai risultati ottenuti.
Scarno, purtroppo, il numero dei contenuti sbloccabili. A parte la possibilità di impersonare Venom anche nella modalità di gioco "libera", e a quattro costumi alternativi per l'eroe principale, il titolo Treyarch mette a disposizione dei giocatori più perseveranti solo una manciata di copertine degli albi della serie. A meno che non salti fuori tardivamente la presenza di qualche "easter egg" non segnalato, ci sembra un po' pochino, di questi tempi.
La scarsa longevità del titolo, inoltre, non viene aiutata dall'assenza di un supporto multiplayer, locale o su Xbox Live, e dubito fortemente che l'opzione di gioco che ci consente di scorrazzare liberamente per la città potrà trattenere la maggior parte dei giocatori dal rivendersi il gioco su Ebay e passare ad altro, non appena avranno terminato la storia principale.
Per questo motivo Ultimate Spiderman, pur essendo senza dubbio un titolo imperdibile per tutti i lettori storici dei fumetti dell'Uomo Ragno e rappresentando, al momento, il più bello dei videogiochi dedicati al supereroe in calzamaglia blu e rossa, potrebbe non essere apprezzato dal grande pubblico dei videogiocatori generici. Al contrario, ritengo che possa costituire una scelta ideale per la fascia di pubblico più matura (e di solito più "spendacciona", visto che dispone di un reddito autonomo da quello genitoriale) che spesso, dati gli impegni di lavoro o di famiglia, ha poco tempo da dedicare ai videogiochi e finisce per preferire trame brevi ed intense ad ambientazioni troppo immersive ed impegnative alla KOTOR o alla Morrowind.
Ultimate Spiderman
7.5
Voto
Redazione
Ultimate Spiderman
Un'intera città, anzi due (Manhattan e Queens), da esplorare liberamente, una grafica che proietta il giocatore all'interno di uno degli albi Marvel, un sistema di controlli rivisitato all'insegna di semplicità ed immediatezza e un coprotagonista tenebroso che si alterna all'eroe in una storia creata dal duo leggendario Bagley-Bendis. Queste le qualità di un gioco che s'impone subito all'attenzione come uno dei migliori titoli dedicati, da sempre, al mondo dei supereroi Marvel. I numeri per eguagliare il successo di Hulk: Ultimate Destruction ci sono tutti, anche se l'assenza di un'opzione multiplayer, una trama principale un po' troppo stringata e qualche altro piccolo ed evitabile difetto rischiano di tenere lontano il grande pubblico dei "giocatori per caso".