Undisputed, la recensione di un buon match vinto per K.O. tecnico
Undisputed riporta la grande boxe nel mondo dei videogame grazie a una ottima opera prima del team Steel City
Quando eravamo re
Dopo più di un anno in early access, Undisputed arriva su PC, Xbox e PlayStation 5 a colmare un grande vuoto nel panorama videoludico recente, dato dalla totale assenza di titoli pugilistici simulativi. Il ruolo che era appartenuto alla indimenticabile saga di Knockout Kings di EA, nata dal concept di Foes of Ali per 3DO (mamma mia quanto sono anziano…) per poi diventare Fight Night, era vacante da troppo tempo e per fortuna hanno pensato a occuparlo gli sviluppatori del team Steel City Interactive. Alla loro opera prima, i ragazzi di Sheffield hanno portato sul ring un gioco che trasuda amore per la boxe in ogni poligono, ma è chiaro come non sia un compito facile misurarsi con un avversario tanto ostico come la realizzazione di un titolo ambizioso nel suo voler diventare un punto di riferimento per gli appassionati di questo stupendo sport. Già dalle prime schermate si capisce bene che i quattro anni necessari a creare Undisputed siano stati utilizzati per creare un titolo quanto più vicino possibile agli standard di un Tripla A, ma per scoprire se il risultato sarà stato degno della corona dei pesi massimi, dovrete continuare a leggere la nostra recensione di Undisputed!
Siamo davanti a un gioco che non vuole assolutamente innovare, ma punta a riprendere lo stile dei titoli pugilistici visti in precedenza, con la convinzione che anche se non viviamo più nell’età dell’oro della boxe, un prodotto ben studiato possa risvegliare dal torpore i tanti appassionati della noble art. L’offerta ludica è abbastanza basilare, tra combattimenti rapidi, gioco online, sfide a tempo rilasciate periodicamente dagli sviluppatori e la carriera, con una produzione che punta al sodo senza troppo contorno. Troviamo una lista di pugili utilizzabili, tra i campioni presenti e passati, senza dimenticare la boxe femminile, più un editor molto ben fatto che permette di dare vita al proprio alter ego o magari al nostro atleta preferito assente nel roster.
Apriamo subito una parentesi legata a questo argomento, perché la lista dei pugili disponibili in Undisputed non può definirsi esaustiva e lascia l’amaro in bocca agli appassionati di vecchia e nuova data. Si, è presente Muhammad Ali, ci sono nomi come Rocky Marciano, Joe Luis, i due Sugar Ray, Tyson Fury, Oleksandr Usyk e tanti altri, ma è indubbio che il roster presenti alcune lacune difficili da digerire per un appassionato. Non so dirvi se la motivazione sia legata ai diritti d’immagine o a scelte di programmazione, ma alcune mancanze pesano come un macigno. Roberto Duran, Marvin Hagler, George Foreman, i fratelli Klitschko, Carlos Monzon, Max Baer, Duilio Loi e potrei andare avanti ancora per molto a citare nomi imprescindibili della storia della boxe che, purtroppo, non ho trovato in Undisputed.
Un controller per dominare il ring
Le categorie vanno dai massimi ai pesi gallo e naturalmente ogni elemento fisico degli atleti va a riflettersi sui combattimenti. Il gameplay di Undisputed trova molti elementi di incontro con il già citato Fight Night e punta a sfruttare tanto i tasti e i dorsali del controller, quanto le leve analogiche. I colpi disponibili ci sono tutti: jab, diretti, uppercut, ganci, ognuno modificabile nella sua variante potente e indirizzabile sia al corpo che alla testa. Non mancano la parata e la schivata, anche queste da gestire in combinazione con i movimenti del corpo in modo da coprire la parte avversaria desiderata o sgusciare via da un pericoloso attacco. Se si vuole avere una reale padronanza di tutte le possibilità del nostro pugile preferito, è necessario prendersi il giusto tempo e imparare a gestire ogni possibile combinazione dei comandi, visto che in casa Steel City si è lavorato alacremente per dare la sensazione ai giocatori di avere il controllo completo della situazione. Ogni pugile disponibile ha il suo stile che andrà a impattare sui comandi, grazie alla presenza di minuziose statistiche e il tentativo ben riuscito di rappresentare le movenze più famose. Sul ring dovremo tenere particolarmente in considerazione la stamina che rappresenterà la capacità del nostro atleta di continuare a sferrare pugni.
Ogni volta che faremo partire un colpo, la barra della stamina calerà (soprattutto se il pugno non andrà a segno) e naturalmente noteremo notevoli differenze di “costo” tra pugni semplici e pugni potenti. Per recuperare resistenza dovremo attendere qualche secondo, ricordandoci anche che la capienza completa della barra andrà ad assottigliarsi mano a mano che l’incontro andrà avanti: se al primo round potremo sferrare diversi colpi senza subire le conseguenze dalla stanchezza, verso la fine del match sarà necessario centellinare le forze in modo da non ritrovarsi senza fiato. Inoltre la testa, il corpo e i guantoni avranno una resistenza da tenere sotto controllo e più saranno bersagliati dell’avversario, più rischieremo di non mantenere una difesa efficace e finire al tappeto. Da notare come i ragazzi del team Steel City dovranno sicuramente migliorare il bilanciamento tra stili che prediligono l’attacco potente a quelli che invece scelgono un approccio più studiato, visto che attualmente la prima opzione pare pagare di più, soprattutto se abbinata all’utilizzo di un pugile con un importante allungo. Quando si finisce k.o. inizia un minigioco dove dovremo utilizzare i due grilletti dorsali per mantenere un indicatore entro un’area che cambierà posizione e grandezza in base alle nostre forze residue e, nel caso di buona riuscita, ci permetterà di tornare in piedi.
Dalle palestre più malfamate alla corona mondiale
Per quanto ci siano sicuramente alcuni elementi da migliorare e non sempre gli impatti siano precisi, il gameplay di Undisputed riesce a divertire e a restituire buone sensazioni, per la gioia di tutti i pugili virtuali. Fulcro del gioco in singolo è la modalità Carriera che come da copione ci farà creare un pugile da zero o impersonare uno di quelli esistenti per iniziare la scalata verso il successo. La Carriera è abbastanza spartana e oltre a combattere dovremo limitarci a una gestione in stile manageriale, andando (soldi permettendo) a scegliere il nostro staff, in che palestra allenarci, che allenamenti fare e come organizzare gli incontri. Scordatevi i minigiochi visti in altri titoli, qui si tratterà soltanto di compiere scelte, far scorrere il tempo e salire sul ring. Si poteva fare qualcosa di più in nome della varietà, ma poter costruire il percorso per raggiungere la cintura mondiale rimane un’esperienza esaltante.
Note tanto dolci quanto amare per quel che riguarda l’online, affrontabile sia in modalità competitiva che amichevole. Il net code necessita senza dubbio di alcuni miglioramenti, ma quando abbiamo incontrato avversari con una buona connessione ci siamo divertiti a sfidarli all’ultimo pugno, se non fosse che allo stato attuale Undisputed non ha un sistema che punisce i soliti utenti scorretti che si scollegano dalla partita quando stanno per perdere o addirittura prima della schermata con i conteggi finali dei giudici. Il risultato è che a seguito di una disconnessione di uno dei due contendenti la partita viene semplicemente annullata e non viene registrata né la vittoria né la sconfitta, andando a vanificare qualsiasi nostro sforzo. Purtroppo non si può sperare di incontrare sempre un avversario corretto, motivo per cui gli sviluppatori dovranno assolutamente correre ai ripari con una apposita patch.
Abbiamo provato l'edizione PlayStation 5 e possiamo dire che tecnicamente siamo a ottimi livelli e nonostante qualche animazione un po’ legnosa, non possiamo che bearci del colpo d’occhio dato dalla ottima resa dei pugili e delle arene, accompagnati da una discreta colonna sonora e una buona telecronaca inglese, mentre tutti i testi sono in italiano. Molto coinvolgenti gli effetti sonori che sottolineano bene ogni situazione, facendoci “sentire” i pugni più potenti, il pubblico in visibilio o ovattando tutto l’audio quando saremo storditi a causa dei troppi colpi ricevuti.
Consiglio vivamente di mettere mano alle opzioni video legate alla telecamera, perché quelle basiche risultano un po’ troppo “ballerine” e la ricerca di dinamismo si trasforma in movimenti troppo repentini e a volta fuori fuoco, portando un certo effetto “al di mare” che per fortuna scompare del tutto scegliendo un set più statico. Il tutto concorre a rendere Undisputed un ottimo gioco ampiamente consigliato a tutti gli amanti della boxe e degli sport da combattimento, ma ci sono alcuni elementi che potrebbero (anzi, dovrebbero) essere migliorati tramite patch e DLC in modo da rendere l’esperienza ancora più indimenticabile. Certo che se questo è il primo titolo sviluppato dalla Steel City Interactive, il team di Sheffield ha davanti un futuro decisamente luminoso.